Milan, bello e impossibile: vince il cinismo della Juve

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Tevez-Llorente-gol-San-Siro Le grandi squadre si riconoscono nei momenti di grande difficoltà, quando l’avversario sembra più in palla e pare poter affondare il colpo del ko da un momento all’altro. La Juventus ha dimostrato, ancora una volta, di saper recitare il ruolo da prima della classe anche sotto il profilo della sofferenza: a San Siro, di fronte ad un Milan veemente (almeno nella prima parte di gara), i bianconeri hanno sopportato le sfuriate offensive di Kakà e compagni per quasi quarantacinque minuti, resistendo con la tenacia e la pazienza tipiche di un gruppo maturo. Poi è uscito il cinismo della grande squadra, appunto. A due minuti dal riposo, quando il Diavolo si stava arrovellando nel tentativo di capire come scardinare la cassaforte avversaria, ecco arrivare il morso letale.

Saper approfittare delle amnesie altrui, dei momenti in cui gli altri prendono fiato è un arte: Conte lo sa bene e nel posticipo di Milano è stato in grado di applicare la teoria sul campo. I soliti Llorente e Tevez (da ieri capocannoniere della Serie A con 15 reti) sono stati i mattatori del match che ha certificato l’allungo della capolista sulla Roma, fermata sabato dal pareggio a reti bianche contro l’Inter. Le milanesi fanno da arbitro nella corsa scudetto, guardando giallorossi e Vecchia Signora con il binocolo: al Milan, per esempio, non era mai capitato di arrivare alla super sfida contro la Juve con una distanza di trentuno punti. Ora sono addirittura tre in più e Seedorf, guerriero e ottimista per vocazione, dovrà trovare un appiglio per non smarrire l’entusiasmo portato in dote a Milanello solo poche settimane.

Marotta e soci si godono gli undici punti di vantaggio sulla Roma, apparsa troppo nervosa nella gara con l’Inter (il brutto manifesto della serata rimarrà il pugno di De Rossi a Icardi) e appesa ancora al sogno tricolore per via della partita da recuperare contro il Parma e per lo scontro diretto fissato alla trentasettesima giornata. Ma il rischio è di arrivarci con la Juve già campione d’Italia, se la marcia di Pirlo & C. resterà quella spietata che conosciamo. Galliani e il tecnico olandese, invece, devono tentare di tenere alto il morale dello spogliatoio in vista del return match di Champions contro l’Atletico Madrid. Nei novanta minuti visti ieri, è sembrato andare in scena un film già visto proprio contro gli spagnoli: Milan bello per lunghi tratti ma sprecone e, forse, troppo timido sotto porta. Ancora un legno a dire di no alla gioa del gol (anche se Robinho avrebbe solo accorciato le distanze e gara praticamente chiusa), ancora un portiere fenomenale sulla strada degli attacchi rossoneri – eppure il miglior intervento è risultato quello di Bonucci sulla linea, sul tiro a colpo sicuro di Kakà.

Nelle altre sfide del 26° turno è da registrare lo scivolone interno della Fiorentina, sconfitta dalla Lazio grazie alla splendida mezza rovesciata di Cana e all’intervento decisivo di Marchetti, bravo a farsi perdonare gli svarioni di coppa a Sofia, che sbarra la strada ad Aquilani. Nota di merito per il Parma, arrivato a quattordici risultati utili consecutivi con la vittoria di misura in casa del Sassuolo (costata la panchina a Malesani, rimpiazzato dal ritorno di Di Francesco): ora i ducali hanno agganciato il Verona e sono ad un passo dall’Inter. Per Donadoni sognare l’Europa non è più un tabù, specialmente con la gara da recuperare contro la Roma.

 

RISULTATI 26° TURNO SERIE A:

Roma-Inter 0-0 (giocata sabato), Cagliari-Udinese 3-0, Sassuolo-Parma 0-1, Atalanta-Chievo 2-1, Verona-Bologna 0-0, Genoa-Catania 2-0, Torino-Sampdoria 0-2, Livorno-Napoli 1-1, Fiorentina-Lazio 0-1, Milan-Juventus 0-2.

CLASSIFICA:

Juventus 69, Roma 58*, Napoli 52, Fiorentina 45, Inter 41, Verona e Parma* 40, Lazio 38, Torino 36, Milan e Genoa 35, Sampdoria e Atalanta 31, Cagliari e Udinese 28, Bologna 22, Chievo e Livorno 21, Catania 19, Sassuolo 17.

* una gara in meno


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