E. League: Roma e Fiorentina volano, Inter e Sassuolo da incubo

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interIl borsino della quarta giornata di Europa League lascia in dote un bilancio agrodolce per le italiane: all’ottimo momento di Roma e Fiorentina fa da contraltare la serata nerissima dell’Inter (l’ennesima) e quella un po’ meno scura del Sassuolo che ancora si sta mangiando le mani.

Partiamo dalle buone notizie, quelle che riguardano i Giallorossi e la Viola. I testimonial perfetti delle conferme romaniste e della rinascita gigliata sono senza dubbio Edin Dzeko e Nikola Kalinić. Sulla carta d’identità dei due, entrambi nati nei Balcani, c’è scritto bomber, ma di questa professione si era persa quasi ogni traccia nel recente passato. Poi, a dimostrazione che qualche volta (diciamo spesso) a fare al differenza è la testa, i due si sono svegliati. Eccome.

Il bosniaco della Roma sta trascinando la squadra a suon di reti e prestazioni importanti: fin qui sono 12 i gol in 14 presenze, numeri che nella passata stagione Dzeko non aveva visto neanche con il binocolo. Quest’anno è tutta un’altra storia, sia in campionato che in Coppa: la doppietta di ieri, nel 4-2 all’Austria Vienna, certifica l’ottimo momento di Edin e rafforza il primato romanista nel Gruppo E.

Discorso simile per la Fiorentina nel Gruppo J: la rinascita di  Kalinić, partito benissimo lo scorso anno e poi smarritosi lungo la strada, va a braccetto con la risalita della squadra di Sousa. Nel 3-0 inflitto allo Slovan Liberec c’è tanto del croato, giunto al quarto sigillo in altrettante gare, e parecchio del collettivo. Il primo posto nel girone è quasi blindato, per staccare il pass che vale i sedicesimi basta ben poco.

A chi non basterà plausibilmente nemmeno l’impresa della vita è senza dubbio l’Inter. I nerazzurri incappano nella terza serata europea no su quattro, questa volta in casa del Southampton, e ribadiscono che il problema della squadra non era da rintracciare nel profilo di De Boer. O almeno non solo. Contro i Saints, in panchina c’era Stefano Vecchi, traghettatore della Primavera chiamato a dare almeno una leggera scossa ai giocatori.

Per un attimo è sembrato che ci fosse riuscito, visto il vantaggio firmato Icardi (nono gol stagionale per il capitano, il primo oltre confine) e il rigore parato da Handanovic sul finire del primo tempo. Il vento pareva poter finalmente girare dalla parte giusta. E invece no, perché in certi momenti di disorientamento basta davvero un dettaglio a far perdere definitivamente la bussola. E così, dopo il pari del Southampton, ecco la frittata servita dall’autorete di Nagatomo.

Il 2-1 finale premia gli inglesi, a un passo dalla qualificazione, e condanna ancora di più l’Inter, fanalino di coda solitario nel Gruppo K. L’ottava sconfitta complessiva su 15 gare giocate brucia oltremisura, anche perché adesso all’Inter potrebbe non bastare vincere le ultime due contro Apoel Beer Sheva (in trasferta) e Sparta Praga. Sedicesimi o no, questa Inter ha bisogno come il pane di ritrovare un minimo di serenità, magari attraverso successi inutili ma propedeutici alla causa.

Anche il Sassuolo, ultimo nel Gruppo F dopo il 2-2 con il Rapid Vienna, mastica amaro. Non quanto l’Inter, in fondo il discorso sedicesimi è più che spalancato per la banda Di Francesco. L’Athletic Bilbao ha strapazzato il Genk con un sonoro 5-3 (cinquina firmata dal navigatissimo Aduriz) portando equilibrio assoluto nel girone. I baschi sono infatti in testa a quota 6 punti insieme ai belgi, con una sola lunghezza di vantaggio sull’altra coppia formata da emiliani e austriaci.

Ma, dicevamo, Di Francesco mastica amaro. Con il Rapid tutto stava filando per il verso giusto: doppio vantaggio griffato dal solito Defrel e da Ragusa. Tuttavia i cinque minuti di follia in fondo alla gara hanno finito per vanificare il 2-0. Prima Jelic (86), poi Kvilitaia (90) costringono oggi il Sassuolo a fare i conti con rimpianti ed esperienza ancora acerba. Niente è perduto e, anche se fosse, per i neroverdi si tratta pur sempre della prima volta in una Coppa europea. Tanto di cappello a prescindere.

 

 


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