Conte: “Il mio Chelsea dà fastidio a qualcuno”

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Conte  Si sa che Antonio Conte è un uomo orgoglioso. E ne ha tutte le ragioni perché, al netto di ciò che non conosciamo della sua vita privata, parla per lui quel che ha fatto e sta facendo in quella professionale. Dalla Juventus al Chelsea, passando per la Nazionale italiana, Conte ha saputo imprimere il suo credo. Ovunque e sempre. Come pochi altri allenatori prima di lui. A Torino, Londra e Coverciano il suo passaggio ha significato soprattutto una cosa: rinascita.

Non può stupire, dunque, che la striscia di 13 vittorie consecutive con il Chelsea abbia aggiunto un mattone all’orgoglio di Conte. Non deve stupire perché, come ricordato da lui stesso, i Blues arrivano dal decimo posto della scorsa stagione, da un mercato estivo così così, dai rumors che sostenevano come impossibile una lotta per il titolo con protagonista il Club di Abramovich. E, a prescindere, fare un filotto del genere in Premier è una signora impresa.

Non ci stupiamo nemmeno noi, sappiamo che Conte è in grado di trasformare in oro tutto quello che tocca. Lo ha fatto con Pellè, figuratevi se non sarebbe riuscito con Diego Costa. La cavalcata del Chelsea è stata esemplare. Ma, come accade qualche volta, i piedi bisogna riportarli al suolo. Così, 102 giorni dopo la sconfitta contro l’Arsenal che diede ufficialmente il via al vero progetto-Conte, è arrivato lo stop di White Hart Lane per mano del Tottenham, in particolar modo della doppietta firmata Dele Alli.

Nessun dramma, per carità, il Chelsea rimane saldamente in vetta con un rassicurante +5 sulla seconda, il Liverpool. E proprio il Tottenham, nonostante il successo interno con i Blues, resta terzo a -7 dalla vetta. Quindi niente crisi d’identità per la capolista, solo un episodio utile a non abituarsi troppo all’etichetta di invincibile. Ma, nella fattispecie, torna il discorso relativo all’orgoglio di Conte. E qui l’accezione si fa un filo meno nobile. Perché tra le pieghe delle dichiarazioni post gara rilasciate dall’ex c.t. azzurro, dichiarazioni a caldo con le quali – gioco forza – un orgoglioso rischia di sconfinare nella stizza, il tecnico pugliese ha chiosato un: “Rumore dei nemici? Nessuno pensava che fossimo così in alto, è normale quindi dare fastidio a qualcuno”.

Conte ha poi aggiunto: “Quest’anno il Chelsea fa parte di quelle squadre che non dovevano lottare per il titolo: l’allenatore è nuovo, i giocatori gli stessi, il mercato non era soddisfacente. Il fatto che siamo dove siamo dà fastidio a qualcuno. Ma noi vogliamo continuare a dare fastidio”. Insomma, un orgoglioso ha sempre bisogno di nemici per restare carico. L’ex allenatore della Juventus è sempre stato così, un po’ alla Mourinho: molti nemici, molto onore. Anche se, apparentemente, dei nemici non avrebbe nemmeno bisogno quando è l’onore stesso a parlare per lui.

Ma certi caratteri sono così, necessitano della pressione quasi fosse aria, pare respirino meglio in questo modo. A Conte serve sempre una corda tesa sulla quale restare sospeso, in balia delle raffiche di vento: non importa da quale punto cardinale arrivino, lui le affronterà comunque e sempre a viso aperto. Orgoglio. Ma nessun pregiudizio.


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