La Roma rovina i “Pjanic” del Bayer: 3-2 e secondo posto

Di

PjanicRoma – Bayer Leverkusen 3-2 (2-0)

2′ Salah (R), 29′ Dzeko (R), 46’ Mehmedi (B), 51’ Hernandez (B), 80’ rig. Pjanic (R)

Sarà anche vero, come teorizzava Brera (e non soltanto lui), che il risultato perfetto è lo 0-0; ma una partita di calcio come Roma-Bayer Leverkusen non te la scordi più. Tra andata e ritorno una girandola impazzita di emozioni, sorpassi e contro sorpassi; idiosincrasie per quel che riguarda la logica del “primo: non prenderle” e una propensione assoluta al gioco offensivo. I puristi dell’equilibrio tra i reparti si saranno grattati per 180 interminabili minuti, come punti a ripetizione da insetti velenosi e fastidiosi. Che la prossima volta vadano a guardare altro (sia insetti che puristi), perché la Roma di Champions League è fatta così – e per fortuna che il Bayer non lo dovrà, per ora, incontrare più.

Tra il match della BayArena e quello di ieri sera andato in scena all’Olimpico, la bellezza di 13 gol: 8 nei primi 90′ in Germania (il pazzesco e quasi irripetibile 4-4), 5 sotto gli occhi del popolo giallorosso (l’altrettanto assurdo 3-2 di cui stiamo per parlare). Roba per cuori forti o da gente appassionata di tennis e Nba, laddove i punteggi sono alti per definizione. Insomma, la Roma non è mai banale – altrettanto dicasi per la squadra di Schmidt – e a noi sta bene così: nel Paese di poeti e navigatori (perdonate la ridondanza retorica), viviamo di mare grosso e storciamo il naso quando è piatto; ci nutriamo di contraddizioni perché la logica ci appare insipida. E il calcio, quasi sempre, è tutto fuorché logico, ha un gusto intenso. Come la Roma.

La gara di ieri sera non era letteralmente uno spareggio, ma contava come se lo fosse: i capitolini erano fermi a quota 2 punti nel Gruppo E, con il Bayer a 4. E in un girone nel quale il Barcellona lo guardi con il binocolo, ciò che conta è vedere da vicino il secondo posto se vuoi approdare ai remuneranti ottavi di finale. Serviva lo scatto di reni, e gli uomini di Garcia hanno risposto subito “presente”: nemmeno 3 giri di lancette e Salah, lanciato in campo aperto dalla commovente caparbietà di Dzeko, favorita dalla scelleratezza difensiva tedesca, trova l’accelerazione decisiva per superare di punta l’opposizione di Leno. Pare tutto facile per la Roma, perché a più riprese i padroni di casa sfiorano il gol del 2-0: sulla corsia di destra non c’è partita, Salah è troppa roba per Wendell, sbeffeggiato e spesso lasciato a piedi dalla velocità assurda dell’egiziano. Epperò il più grande rimpianto della Fiorentina è sempre un pelo in ritardo o in anticipo.

Così bisogna attendere la mezz’ora per il presunto colpo del ko: Naingollan serve centralmente Dzeko che, a distanza di 2 anni, riassapora la gioia della rete in Champions battendo in uscita l’estremo difensore del Leverkusen. Appena 60 secondi dopo, su ennesima fuga di Salah, il bosniaco ha l’occasione per chiudere i conti e fare doppietta, ma calcia alto da distanza ravvicinata (corpo sbilanciato all’indietro). Nella prima frazione c’è ancora il tempo per l’unica parata di Szczesny su deviazione di Hernandez e per altre urla strozzate in gola al popolo romanista. Il 3-0 non arriva.

Giunge invece come una tassa la trasformazione psicologica della Roma: neanche il tempo di dare un morso al panino comprato nell’intervallo, che il Bayer accorcia: Schmidt fa entrare Bellarabi (un mistero la sua esclusione dall’undici titolare) che cambia il match tenendo viva una palla probabilmente già al di là della linea laterale, recapitata poco oltre sul piede di Mehmedi che la trasforma in oro, trafiggendo sul primo palo il semi rivedibile portiere di casa. Passano altri 5′ e il panino si ferma sullo stomaco, quando Hernandez trova il 2-2 su invito dello stesso Bellarabi (anche qui i guantoni del polacco non sono parsi adeguatamente efficaci).

La Roma accusa eccome il colpo e sbanda pericolosamente, forse perché la memoria recente le sibila all’orecchio ciò che accadde appena due settimane fa nella tana del Bayer. Szczesny si riscatta parzialmente con una paratona istintiva da un metro, poi il vento torna a girare a favore della Lupa quando Bellarabi è costretto a uscire per infortunio. L’inerzia del match si sposta e la Roma ne approfitta a 10′ dal termine: sugli sviluppi di una convulsa azione in area piccola, Toprak spinge intenzionalmente Salah a zero centimetri dal gol del 3-2: rigore solare e rosso diretto per il capitano ospite.

Dal dischetto Pjanic non sbaglia, rovinando i propositi anestetici del Leverkusen. Il 2-2 sarebbe andato benissimo, anche Voeller (ex bandiera romanista, ora d.s. del Bayer) ci avrebbe messo la firma prima dell’incontro. Invece Garcia ritrova finalmente il successo nella massima competizione continentale, non senza patemi però: il tecnico francese urla a ripetizione contro i suoi che, in vantaggio e con l’uomo in più, non sanno gestire il possesso palla, rischiando di fare l’ennesima frittata europea di stagione. Poco male: il 3-2 ora è cassazione. Mancano ancora 2 delicate operazioni, quella del Camp Nou e quella interna con l’indigesto Bate Borisov. Anche se ci dispiace ammetterlo, servirà una Roma diversa per certificare il passaggio del turno.

RISULTATI GARE CHAMPIONS 4 NOVEMBRE:

GRUPPO E: Roma-Bayer L. 3-2, Barcellona-Bate B. 3-0 CLASSIFICA: Barcellona 10, Roma 5, Bayer L. 4, Bate B. 3

GRUPPO F: Bayern M.-Arsenal 5-1, Olympiakos-Dinamo Z. 2-1 CLASSIFICA: Bayern M. e Olympiakos 9, Dinamo Z. e Arsenal 3

GRUPPO G: Chelsea-Dinamo K. 2-1, Maccabi T.-Porto 1-3 CLASSIFICA: Porto 10, Chelsea 7, Dinamo K. 5, Maccabi T. 0

GRUPPO H: Gent-Valencia 1-0, Lione-Zenit 0-2 CLASSIFICA: Zenit 12, Valencia 6, Gent 4, Lione 1


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