Lotta per l’Europa: dalla Roma al Milan è battaglia per 6 squadre

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Mai come quest’anno la lotta per l’Europa, in Serie A, è stata tanto aperta: 6 squadre in lizza che si stanno dando battaglia a colpi di risultati positivi e (in alcuni casi) bel gioco – al netto di qualche fisiologico scivolone. Per Roma (59 punti), Napoli (57), Lazio (53), Atalanta (52), Inter (51) e Milan (50) è una stagione complessivamente quasi da record: la proiezione della media punti in relazione alle gare che mancano alla fine del torneo è di quelle da fare girare la testa. E restano anche parecchi scontri diretti da disputare.

MENTALITA’ DA RECORD – Sì, è una stagione che rischia di fare impallidire l’impresa del Sassuolo datata 2015-16: gli emiliani terminarono il campionato a quota 61 punti, centrando il sesto e ultimo posto utile per l’Europa League. Oggi, a 11 gare dalla fine di questa Serie A, l’Inter ne ha soltanto 10 in meno. Aveva ragione Montella, che a margine della sfida contro il Chievo si era lasciato scappare un: “Per l’Europa League serve un passo da Champions, per la Champions serve un passo da scudetto”.

IPERSPAZIO JUVE – Come giudicare, dunque, il passo della Juventus? Leader assoluti della classifica nonostante il primo pareggio stagionale (1-1 contro l’Udinese), i bianconeri hanno allungato sulla Roma portandosi a +8. In virtù delle premesse fin qui fatte, si alimenta l’idea che la banda di Allegri stia realmente vivendo un periodo che verrà ricordato come leggendario: per la Vecchia Signora il sesto scudetto consecutivo, vista la concorrenza, non era e non è ancora una certezza pur essendo realmente alla portata. E sarebbe un traguardo unico e, probabilmente, difficilmente ripetibile dai posteri.

ROMA KO MA OK – Ma la Roma non si è arresa, a dispetto del passo falso nello scontro diretto contro il Napoli. La squadra di Spalletti ha dimostrato di stare bene (da incorniciare la reazione nell’ultimo quarto d’ora con i partenopei) e di essere dalla parte del tecnico a prescindere dalle voci di rinnovo o addio. L’unica pecca mostrata riguarda la traballante difesa a 4: con un Manolas non in spolvero, la Roma ha ritrovato equilibrio con il ritorno a 3 del reparto arretrato. Se i giallorossi riusciranno a scrollarsi di dosso i tre k.o. di fila all’Olimpico (Villareal, Lazio in Coppa Italia e Napoli), e se la doppia sfida al Lione non porterà via troppe energie nervose, un ipotetico recupero sulla Juve non è impossibile – visto anche lo scontro diretto in programma alla terzultima.

NAPOLI RIFIATA E SOGNA – Il Napoli, dal canto suo, ha raddrizzato la barca proprio strappando i 3 punti alla Roma. Vero che per Sarri incombe già il tentativo di remuntada al Real Madrid (cui si aggiungerà quello alla Juve in Tim Cup), ma è altrettanto vero che le prossime uscite in Serie A saranno più che favorevoli agli Azzurri: Crotone ed Empoli non sembrano un ostacolo complicato. Occhio però al mese di aprile: il doppio impegno con la Juventus più le sfide a Lazio e Inter saranno forse il banco di prova definitivo per il salto di qualità.

MATURITA’ LAZIO – Salto di qualità che cerca anche la Lazio: con un Immobile in grande condizione (doppietta decisiva anche al Bologna), un Milinkovic-Savic sempre più padrone della mediana e il caso Keita costantemente sotto controllo, i biancocelesti di Inzaghi sono la più lieta sorpresa del torneo insieme alla spensierata linea verde atalantina. L’appuntamento chiave del derby e gli incroci con Napoli e Inter diranno chi davvero vuole essere la banda di Lotito.

INTER E MILAN ALLO SPECCHIO – E poi ci sono le milanesi. L’Inter, rialzatasi al meglio dopo la sconfitta con la Roma, ha mostrato il suo lato migliore nel 5-1 di Cagliari: Handanovic e Icardi le certezze, così come il 4-2-3-1 che offre più garanzie a Pioli. Perisic da esterno è devastante, Gagliardini e Kondogbia stanno affinando l’intesa gara dopo gara e Banega è l’uomo in più: quando l’argentino c’è e sta bene, la squadra gira meglio. Insomma, il gioco nerazzurro c’è; un po’ meno quello del Milan, tornato comunque a respirare aria d’Europa dopo un inizio anno da brividi. Montella ha avuto e ha il merito di fare con ciò che non ha: nella fattispecie, Bonaventura. Alle carenze tecniche del centrocampo sopperisce la coesione del gruppo: se è vero che dalle parti di Donnarumma ci si arriva ancora troppo facilmente e la costruzione offensiva dipende spesso dalla vena dei singoli, è altrettanto vero che la squadra non perde mai la bussola anche nei momenti peggiori. Bacca è tornato letale, Deulofeu non la smette di ambientarsi e stupire, la coppia Romagnoli-Zapata cresce. Il Diavolo, primo delle escluse dal balletto europeo, è quello con il calendario più abbordabile. Le sorprese, da qui a maggio, non sono certamente finite.

 

 

 


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