Juventus: dopo la bufera è tempo di Champions, occhio al Porto

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In principio fu l’Inter, poi toccò al Napoli in Coppa Italia, infine venne il turno del Milan. A chiudere il cerchio le dichiarazioni di Marco Materazzi, campione del Mondo 2006, nerazzurro per diritto acquisito e mai banale quando si parla di Juventus. Le ultime settimane e gli ultimi giorni in casa della Vecchia Signora sono stati caratterizzati, come spesso accaduto, dalle polemiche nate intorno a questo o quel episodio arbitrale. Lo scrivente ha già espresso, poco tempo fa, la propria opinione in merito; quindi non ci tornerà sopra. Si limiterà a sottolineare come sia un’arte mantenere alta la concentrazione, per la Juventus, in una vigilia di Champions League tanto agitata.

E non è una vigilia da prendere sotto gamba, anzi. Il Porto è già a Torino, chiaro segnale che il gruppo è ‘sul pezzo’, deciso a tentare di rimediare allo 0-2 patito al Do Dragao. I lusitani di Casillas vengono da un secco 4-0 in casa dell’Arouca nell’ultimo turno della Primeira Liga: il Porto ha dunque ritrovato la testa della classifica, seppur con una partita in più rispetto al Benfica. I biancazzurri sono in forma, non temono il fortino dello Juventus Stadium e, in fondo, hanno poco da perdere.

Allegri e i suoi, al contrario, hanno tutto da perdere: una clamorosa remuntada  portoghese (magari non in stile Barcellona…) sarebbe in grado di far saltare – in parte – il banco all’ombra della Mole. Se è vero che la Juventus ha quasi in tasca il sesto scudetto consecutivo (un +8 a 10 turni dalla fine è pur sempre rassicurante) e vede vicina la terza finale di Tim Cup negli ultimi 3 anni, è altrettanto vero che ciò che manca e ci si aspetta a Vinovo è il definitivo salto di qualità internazionale. Primo perché sono troppi anni che la Juventus non solleva una Coppa fuori confine, secondo per via di quel retro pensiero che accompagna ogni successo italiano di Buffon e soci.

A conti fatti, perciò, una eliminazione per mano del Porto potrebbe risultare fatale al progetto futuro di Allegri. In soldoni, darebbe il via a un’altra bufera, forse ben più potente di quella mai debellata intorno ai presunti aiuti arbitrali. Ma Allegri e i suoi condottieri hanno già dimostrato di saper fare quadrato, di saper difendere il forte dagli assalti dei nemici, siano essi mediatici o sul campo. La maturità e l’esperienza giocano a favore della Juventus (emblematica la gestione dei casi Dybala e Bonucci); come dice lo stesso Materazzi – al netto dei retro pensieri sull’univoca direzione dei fischietti italiani – i bianconeri meritano di essere dove sono. E, aggiunge lo scrivente, lo meritano anche e soprattutto per la capacità di Società, tecnico e giocatori di mantenere alta la concentrazione anche in mezzo alle tempeste.

In più, domani sera, Allegri riproporrà il consueto e vincente 4-2-3-1 con gli interpreti ‘originali’. Cuadrado e Mandzukic, assenti contro il Milan rispettivamente per squalifica e virus intestinale, torneranno titolari; Bonucci riassaporerà la musichetta della Champions dopo la tribuna punitiva in Portogallo, al suo fianco Barzagli o Benatia, con il dubbio Rugani e la scommessa sul recupero di Chiellini (ancora difficile ipotizzarlo abile al 100%). Sugli esterni si rivedranno dal primo minuto anche Alex Sandro e Lichtsteiner, mentre per un posto a centrocampo scalpita Marchisio, la cui stagione difficile potrebbe svoltare in questo rush finale tra campionato e Coppe.

Davanti Allegri si affida come sempre alla grinta di Dybala e Higuain, entrambi alla ricerca dell’investitura definitiva oltre confine con la maglia della Juventus: l’ex attaccante del Palermo non ha ancora segnato allo Stadium in questa Champions (l’unico centro europeo nel 4-0 in casa della Dinamo Zagabria). Il Pipita, dal canto suo, è a caccia della rete in una gara a eliminazione diretta di Coppa Campioni che manca dall’aprile del 2013, quando ancora vestiva la maglia del Real Madrid (andata dei quarti contro il Galatasaray). Insomma: le premesse per una gara palpitante e sul filo del rasoio ci sono tutte.

 

 


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