Disastro azzurro. Italia fuori dal Mondiale

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L’apocalisse si è materializzata. L’Italia impatta 0-0 contro il muro svedese, nella gara di ritorno valevole per il playoff al fine di accedere alla fase finale del Mondiale, e dice addio alla possibilità di approdare in Russia. Evento catastrofico per l’intero movimento calcistico italiano, che resta alla finestra dinnanzi all’evento più importante dal punto di vista internazionale, bissando quanto accaduto nel lontano 1958. Termina qui il percorso con la maglia azzurra da parte dei vari Buffon, Barzagli, De Rossi e molto presumibilmente anche di Chiellini, che si congedano nel peggior modo possibile, ovvero di fronte ad un’eliminazione che brucia e che lascerà strascichi pesanti per molto tempo ancora. Il c.t. Giampiero Ventura, invece, intervenuto in sala stampa dopo la mezzanotte ha dichiarato di non aver rassegnato alcun tipo di dimissioni, ma prima vorrà confrontarsi con i vertici dirigenziali della FIGC, in primis con il presidente Carlo Tavecchio. L’Italia non è riuscita nell’impresa di scardinare il bunker scandinavo. I minuti passavano inesorabilmente e per i nostri uomini, gradualmente, ogni speranza è venuta meno. Resta il rimpianto di non aver tramutato una serata tragica, dal punto di vista sportivo, in una serata di festa e orgoglio nazionale al cospetto di ben 73.000 spettatori, giunti in massa a San Siro per tentare di prendere per mano gli azzurri al fine di condurli al Mondiale in Russia. Ovviamente ora inizieranno i processi, le disquisizioni, puntando il dito verso i responsabili di questo scempio, di questo risultato totalmente inaccettabile. Il calcio rappresenta per la nostra società molto più di un semplice sport, è parte integrante della nostra cultura, dello spettacolo, di tutto ciò che crea entusiasmo e passione. Lo 0-0 di ieri sera è apparso mortificante, segno tangibile che occorra un nuovo corso alla guida della Federazione, con i vertici che dovranno porre maggiore attenzione verso i settori giovanili, affinché possa svilupparsi e migliorarsi il made in Italy. A seguire urge un cambio alla guida tecnica della squadra, proseguire con Ventura sarebbe illogico e rischierebbe di acuire lo scollamento tra i tifosi e la comitiva azzurra, ed infine bisognerà puntare sui nuovi talenti italiani presenti nella nostra serie A, permettendo loro di esprimersi anche in Nazionale, dando il via ad un nuovo tragitto, con lo scopo di chiudere il prima possibile questa fase opaca, deludente ed amareggiante. Riavvolgendo il nastro della gara di ieri sera, il primo episodio da segnalare è il contatto in area di rigore di Augustinsson ai danni di Parolo, ma l’arbitro Lahoz lascia correre nonostante, rivedendo le immagini, appaia piuttosto evidente il contrasto falloso commesso dal difensore svedese. Qualche istante più tardi sono gli ospiti a protestare per un tocco di mano di Darmian, intento nel non lasciar sfuggire Berg in area. Gli azzurri si proiettano in avanti e lo fanno con Immobile che scodella un pallone al centro su cui si fionda Candreva , il quale sfodera una conclusione che termina alta sopra la traversa. Qualche minuto più tardi è Jorginho ad innescare in profondità Immobile, che aggira l’uscita di Olsen, ma il suo tiro termina sull’esterno della rete. Al tramonto della prima frazione di gara è di nuovo l’Italia a sfiorare il vantaggio, prima con Immobile, il quale a tu per tu con l’estremo difensore scandinavo, vede la sua conclusione smorzata, permettendo così a Granqvist di intervenire a ridosso della linea di porta, e poi con Florenzi, con il giallorosso che una volta insinuatosi all’interno dell’area, scaraventa un tiro murato abilmente da Olsen. La Svezia, invece, solleva un’altra protesta per un tocco con la mano di Barzagli, all’interno dell’area, su lancio ravvicinato di Forsberg. Nella ripresa l’Italia deve obbligatoriamente alzare il ritmo, pigiando il piede sull’acceleratore. Candreva appoggia all’interno dell’area per Immobile, il quale impatta con la sfera ma non inquadra lo specchio della porta. Qualche minuto più tardi Florenzi si esibisce in una conclusione in acrobazia, andando vicinissimo alla rete personale. Al 63’ Ventura inserisce Belotti ed El Shaarawy al posto rispettivamente di Gabbiadini e di un acciaccato Darmian. Gli azzurri vanno vicini al vantaggio con Florenzi, il cui cross indirizzato al centro dell’area, viene deviato di testa da Lusting, con quest’ultimo che prolunga inavvertitamente la sfera sulla parte alta della traversa. A seguire ci prova El Shaarawy con un tiro ficcante respinto da Olsen. I padroni di casa tentano il tutto per tutto con Parolo, il cui colpo di testa si spegne di poco a lato. L’ultimo ad arrendersi è Belotti dal limite, ma la sua conclusione non mette i brividi alla retroguardia scandinava. Dopo cinque minuti di recupero decretati dal signor Lahoz, termina il match di San Siro. Italia mestamente fuori dalla fase finale del Mondiale in Russia mentre a gioire è una Svezia catenacciara, ritratta all’indietro, fortunata in molti episodi e che soprattutto è stata abile nel capitalizzare al meglio l’1-0 conquistato all’andata. Giampiero Ventura, presentatosi in sala stampa verso la mezzanotte, ha così commentato questo risultato sportivo alquanto scioccante, rilasciando le seguenti dichiarazioni, rimandando, tra l’altro, ogni discorso riguardante le sue possibili dimissioni: “Non mi sono dimesso perché non ho ancora parlato con il presidente. Ho voluto salutare ad uno ad uno i giocatori, per questo sono in ritardo e chiedo scusa. Quando uno non ottiene un risultato, meritato o immeritato, è evidente che la colpa sia dell’allenatore. Dal punto di vista sportivo è un risultato pesantissimo. Abbiamo dimostrato volontà di fare, ma sono nel calcio da tanti anni e so accettare quello che accade. Sono orgoglioso di aver fatto parte del gruppo azzurro e di aver lasciato con grandi campioni e con altri che mi auguro lo diventino. Sono dispiaciuto, perché stasera per l’ennesima volta ho capito cosa significhi allenare in nazionale: è qualcosa di veramente straordinario per le emozioni. Ringrazio il pubblico di San Siro che ci ha sostenuto dal primo all’ultimo minuto”.


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