Higuain-Morata: un destino targato Juve e Real

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higuainFacile adesso, fin troppo, parlare di sliding doors. Eppure viene spontaneo. Difficile decidere di non cadere nella tentazione di calcare la mano sulla prodezza di Morata che ha deciso Real Madrid-Sporting, o sulla traversa che ha negato la gioia del primo euro-gol in maglia Juve a Gonzalo Higuain. Le sliding doors ci sono, inutile negarlo, e sono portatrici insane di alcuni ‘se’.

Tipo: se Higuain fosse rimasto a Napoli e Morata alla Juventus, oggi il Real Madrid avrebbe al massimo un punto (perché la meraviglia su punizione di Ronaldo è valsa l’1-1) e i bianconeri magari tre. Ah, e i partenopei non avrebbero Milik, e forse a Kiev sarebbe potuta andare meglio o peggio. Vai a sapere. Ecco, appunto: vai a sapere.

Se La Juventus fosse riuscita a tenersi Morata (perché un’offerta cospicua è stata fatta, ma i Blancos hanno sempre risposto picche per volere di Zidane) e avesse potuto comprarsi anche Higuain, beh, ora lo 0-0 contro il Siviglia farebbe ancora più rumore. L’assioma “Juventus vincente in Italia, zoppicante in Europa” sarebbe stato amplificato di un bel po’.

Se Higuain e Morata avessero continuato a giocare insieme nel Real Madrid (perché lo hanno fatto per tre stagioni, come dimostra la foto, sebbene poche volte in campo contemporaneamente), oggi che sono più maturi e decisivi entrambi, chissà, ci sarebbero le quote bloccate: dare i Galacticos ancora campioni sarebbe un esercizio fin troppo facile. Visto che hanno pure quel signore là che di nome fa Cristiano.

Insomma, ‘se’ insani, dicevamo. Con certe ipotesi non si va da nessuna parte. Vige la regola del ‘chissà’: non esiste modo per cambiare il passato. Incluso il fatto che anche nella Napoli appena diventata orfana di Higuain, la dirigenza cercò di arrivare a Morata. Ma, come ha chiosato Alvaro, non se n’è fatto nulla per rispetto del suo passato in bianconero. E chissà se a Higuain sono fischiate le orecchie.

A ogni modo, possiamo concentrarci sul presente, unico mezzo a nostra disposizione per far quadrare i conti di tutto, incluso il calcio. Ecco, il presente dice che Higuain si è comunque inserito bene nello scacchiere di Allegri; al di là delle due reti ai danni del Sassuolo e della traversa centrata ieri contro il Siviglia, il Pipita ha perso parte di quei chili in eccesso con cui si era presentato a Torino e sta affinando sempre di più la naturale intesa che ha con il connazionale Dybala. Le premesse sono incoraggianti, uno 0-0 all’esordio Champions (per giunta contro i tri-campioni uscenti di Europa League) non può e non deve generare musi lunghi.

Il presente di Morata racconta una storia fatta di 5 gettoni totali da inizio stagione e 2 centri (1 in Liga, 1 in Champions). Tenuto conto del fatto che, inclusa la Supercoppa Uefa e il subentro di ieri a Benzema, ha giocato 333 minuti, i conti dicono che Alvaro va in gol ogni 66,6 minuti. Al di là della mera statistica, Morata è un attaccante del quale Zidane si fida e su cui ha intenzione di costruire la continuità per il futuro madridista. Perché è vero che il presente conta, ma altrettanto vale per la lungimiranza. Fidatevi, ne sono provvisti anche alla Juventus.

 


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