Ottavi Champions: Bayern Monaco, un piede nei quarti (ma occhio…)

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Bayern Monaco – Arsenal 5-1 (1-1)

11′ Robben (B), 30′ Sanchez (A), 53′ Lewandowski (B), 53′ e 56′ T. Alcantara (B), 88′ Mueller (B)

Si sa che a Carlo Ancelotti piace soprattutto una cosa: la Coppa. Con la maiuscola, perché quella con la minuscola è un’altra faccenda – anche se, da buon emiliano, Carletto andrà ghiotto pure di quella. Ma tra coppa e Coppa, siamo certi che non rinuncerebbe mai alla seconda. Anche alla guida del Bayern Monaco l’ossessione per quella dalle grandi orecchie sta iniziando a dare i frutti sperati: nella gara di andata degli ottavi di finale, i bavaresi hanno demolito l’Arsenal con un perentorio 5-1. Attenzione, però: nel primo tempo il Bayern Monaco ha sofferto eccome, il che porta a una considerazione: in qualche caso la Coppa, ad Ancelotti, si è fermata sullo stomaco. Quindi occhio al ritorno del 7 marzo a Londra.

Ora, una persona sana di mente fa giusto due conti (senza bisogno della calcolatrice): la squadra di Wenger deve recuperare 4 gol e, per passare il turno, non ne deve subire altri. Questo è lo scenario più semplice da comprendere. A prescindere da qualsiasi ragionamento matematico successivo in merito a reti fatte e subite, tuttavia, è lampante che la sintesi del discorso sia una e una soltanto: all’Arsenal servirà un miracolo per avere ragione del Bayern Monaco. Il gioco del calcio, non ci stancheremo mai di ripeterlo, scienza esatta non è; tutto può accadere, specie se si prendono in esame un paio di elementi: la storica e genetica predisposizione delle compagini inglesi a non mollare mai e le rimonte clamorose che, qualche volta, si sono materializzate in Champions League.

Entrambi questi fattori Ancelotti li conosce piuttosto bene e in un caso conversero nello stesso psicodramma. Ecco dove e quando la Coppa gli è rimasta di traverso: finale di Istanbul 2005, il suo Milan subisce dal Liverpool 3 gol in 6 minuti nella ripresa vanificando così il triplo vantaggio maturato nella prima frazione, finendo poi per perdere ai calci di rigore; stagione 2003/2004, quarti di finale: contro il Deportivo La Coruña gara di andata blindata a San Siro dai rossoneri (4-1) e clamoroso 4-0 nel match di ritorno a favore degli spagnoli. Casi quasi irripetibili. Quasi, appunto. Sottovalutare l’Arsenal, a questo punto, nonostante il vantaggio costruito all’Allianz Arena, sarebbe un errore. Ancelotti lo sa. Probabilmente ne sono consapevoli anche i suoi giocatori.

Nei primi incontri degli ottavi di finale di questa stagione, è emerso con prepotenza il fattore campo: prima il Psg che cala un poker clamoroso in faccia al Barcellona, poi il Real Madrid che inizialmente lascia illudere il Napoli e lo castiga con tre perle – graziandolo in almeno altrettante occasioni -, quindi il Bayern che asfalta l’Arsenal (tra l’altro per i tedeschi vittoria casalinga consecutiva numero 16, un record). Massima capitalizzazione possibile per affrontare le gare di ritorno con la mente un filo più sgombra, ma senza rilassarsi troppo – discorso che varrà forse di più per il Real nel catino bollente del San Paolo.

Niente relax, sarà questa la parola d’ordine per Ancelotti e il suo Bayern Monaco. Vale la pena ribadirlo nonostante la storia recente mostri una bilancia che pende soltanto dalla parte bavarese: l’Arsenal, infatti, ha subìto l’eliminazione agli ottavi per mano teutonica in 3 occasioni negli ultimi 12 anni (2005, 2013 e 2014). Oltre al cospicuo passivo patito, Wenger dovrà interrogarsi anche sul modo in cui i gol sono arrivati: 3 in 10 minuti rappresentano un bel macigno, specialmente considerando che nell’intera epopea Champions dei Gunners non era mai accaduto. Anche questo Ancelotti lo sa e, a maggior ragione, non si fida. Certe serate sono quasi irripetibili.

 


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