Giù le mani da Buffon, per favore

Di

buffonSaltate giù dal carro di Buffon, per piacere; andate pure verso il camposanto mediatico nel quale pensate si tenga il suo funerale sportivo, per parafrasare lo stesso Gigi; in poche parole, quelle del titolo: giù le mani da Buffon, per favore.

Non voglio passare a tutti i costi per quello che “io lo avevo detto” o “l’ho sempre pensato”. Il punto è che lo avevo detto e l’ho sempre pensato sul serio. Buffon non si può discutere. Mai. E questo non è cieco integralismo, è obiettività che sfocia nella gratitudine. Sì, bisogna essergli riconoscenti: per la sua intera carriera, per il Mondiale 2006, per la coerenza con la quale in quella stessa estate decise di restare alla Juventus, per il record di imbattibilità della passata stagione. E ancora, per le 165 presenze in Nazionale (nessuno come lui) e per le 142 nelle Coppe; per i 5 campionati del Mondo disputati (anche se nel 1998 non scese mai in campo) e per il sesto che ha nel mirino, cerchiato in rosso sul calendario.

Un calendario che certificherà senza menzogne quanto le sue primavere, a quel punto, saranno diventate quaranta. E se, a quel punto, lui stesso dovesse capire che non è più cosa, sarà il primo a farsi da parte. Ecco perché Buffon non si discute: è sempre stato il primo a metterci la faccia, a parlare, a chiedere silenzio, a pretendere maggiore impegno, specie da sé.

Anche ieri sera, nella complicata gara di Lione. Da sé a preteso e ha ottenuto. Ha ottenuto un rigore parato, e per obiettività diremo che Lacazette ha calciato davvero male; ma Buffon si è disteso dopo due finte che avrebbero mandato al bar chiunque, allungandosi come fosse un ventenne. Gigi ha ottenuto, eccome: le parate su Fekir prima e Tolisso poi ci fanno ancora domandare se quello cui abbiamo assistito è accaduto davvero. A bocce ferme, se ci ragioni, beh: sicuro che è accaduto, perché Buffon certe cose le sa fare e le ha fatte un mare di volte (controllate su YouTube se non vi fidate).

La parata su Fekir, in particolare, è stata troppo assurda da sembrare quasi un montaggio: la deviazione involontaria di Bonucci, con Buffon già quasi completamente a terra, aveva un solo possibile epilogo che fa rima con rete. E invece il braccio destro di Gigi ha detto no, ha ribadito che il più forte è ancora lui. Dentro e fuori dal campo. Se la Juventus non ha ancora subito gol nelle prime tre gare del girone Champions, ci sarà una ragione. Anzi, una serie di ragioni delle quali Buffon è il principale anello della catena.

Perciò, ribadisco: scendete dal suo carro, stamattina. Perché so, lo so che siete gli stessi che nel 2006 lo volevano in galera, radiato, appeso magari a testa sotto per la storia delle presunte scommesse. So che siete gli stessi che lo hanno incenerito dopo i recenti errori contro Udinese e Spagna. So che siete i medesimi che non hanno perdonato niente, tanto a lui come a Maldini o altri del loro calibro. Perché vi danno fastidio gli uomini così: un tempo credevo fosse una questione di invidia verso la ricchezza, poi ho capito. Ho capito che vi fanno paura perché sono uomini retti, d’un pezzo, coerenti fino allo sfinimento. E a prescindere dalla professione. Cosa che voi, con il mazzo di fiori in mano in attesa del funerale sportivo, non sarete mai.

Voi siete piccoli uomini e aspettate che gli altri sbaglino per puntare il dito, Buffon è un uomo vero, di quelli che rispondono con i fatti. Come si dice: chi sa fa, chi non sa insegna. E aggiungo: soltanto i grandi portieri, qualche volta, sanno commettere grandi errori. I mediocri si mescolano, si mascherano tra la folla. Gente come Buffon, mai. Non sono juventino, per inciso. Ma sono un ex portiere, lo confesso. La categoria mi sta a cuore, Gigi mi sta a cuore anche di più perché dieci anni fa ebbi modo di incrociare per un po’ il suo cammino e mi resi conto della pasta di cui è fatto. Se fosse un Generale, non avrei dubbi: in battaglia lo seguirei ovunque. Perciò, in ultima analisi: giù le mani da Buffon, per favore.


Commenta o partecipa alla discussione
Nome (obbligatorio)

E-mail (non verrà pubblicata) (obbligatoria)

Sito Web (opzionale)

Copyright © Teknosurf.it, 2007-2024, P.IVA 01264890052
SoloPallone.it – Il calcio che passione supplemento alla testata giornalistica Gratis.it, registrata presso il Tribunale di Milano n. 191 del 24/04/2009