Real Madrid e CR7 sul tetto del Mondo: 4-2 al Kashima (con fatica)

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 Real Madrid – Kashima Antlers 4-2 d.t.s.

9′ Benzema (R), 60′ rig., 9′ e 14′ p.t.s. Ronaldo (R), 44′ e 52′ Shibasaki (K)

Tutto come da pronostico, ma che fatica: il Real Madrid è campione del Mondo per la seconda volta in tre anni, Cristiano Ronaldo ha confermato che il quarto Pallone d’Oro non era un atto dovuto, però i giapponesi del Kashima hanno venduto cara la pelle ribadendo che il 3-0 all’Atlético de Medellìn in semifinale non è stato un caso fortunato.

I Blancos evitano dunque quella che, in caso di sconfitta, sarebbe stata una vera e propria disfatta dal punto di vista dell’immagine. Come spesso accaduto, a risolvere le cose ci ha pensato il fenomeno portoghese (quando non ce la fa lui, beh, spunta la testa di Ramos…) con una tripletta salva-Real Madrid.

La partenza del match pare dover lasciare spazio agli sbadigli: Merengues subito in vantaggio con Benzema e sensazione che potrebbe finire tutto molto in fretta, in goleada casomai. Ma il Real Madrid, con il passare dei minuti, dà l’impressione di essere il leone che cincischia con la preda tra le zampe. Insomma, la fame pare un’altra cosa.

Così, a cavallo dei due tempi, la bestia ferita ma non agonizzante reagisce: il lupo Shibasaki smette i panni dell’agnello e punisce la superficialità dei campioni d’Europa prima pareggiando (44′), poi mettendo la freccia dell’inatteso sorpasso (7′ s.t.). Pura fantascienza del pallone, considerando che il Kashima era partito soltanto come rappresentante del Paese ospitante. Ambizioni poche, ma una certezza: quando non hai nulla da perdere, è la volta che stupisci e vai in finale (prima asiatica a riuscirci, tra l’altro).

Da lì a vincere anche la Coppa il passo non è poi tanto breve, ma al 7′ della ripresa si rischia di intravedere la strada giusta per il miracolo. Peccato che il Real Madrid abbia un fenomeno dopo l’altro in rosa. Peccato per i giapponesi che uno di questi sia proprio Cristiano Ronaldo. Uno che, anche se non è in forma, è comunque una spanna sopra i comuni mortali. Il risultato dei suoi piedi baciati dal dio del calcio si traduce nel rigore che riporta il match in parità e negli altri due sigilli dell’extra time che, seppur facili facili, sono di capitale importanza.

Il 4-2 finale premia il Real Madrid forse oltre i suoi meriti oggettivi di giornata, tuttavia conferma che un leone è pur sempre un leone. E un predatore può distrarsi, ma alla fine sa usare sempre i denti. E bene. I madrileni, dunque, chiudono un anno magico: quinto titolo tra Mondiale e Intercontinentale, la Champions League di San Siro e la Supercoppa Uefa. Re Mida è CR7, senza dubbio, che sotto l’albero trova pure il Pallone d’Oro e L’Europeo per nazioni. E complimenti anche all’altro alchimista di Madrid, Zinedine Zidane: ha trasformato in platino quello che rischiava di diventare piombo.

 


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