Ottavi Champions: Juventus ok con i cambi, capolavoro Allegri

Di

Porto – Juventus 0-2 (0-0)

72′ Pjaca, 74′ Dani Alves

C’è chi si fa condizionare dai giudizi, dalle polemiche, dalle facili sentenze sparate a bruciapelo senza sapere un granché della situazione in questione. E poi ci sono quelli come Massimiliano Allegri, allenatori competenti, seri e serafici: a loro tutto scivola via come la pioggia leggera di marzo. La Juventus è sempre più specchio del suo tecnico: brava a fare quadrato intorno al gruppo, perfetta nel non farsi condizionare da ciò che succede fuori dal campo. Soprattutto, concentrata al mille per cento quando è ad un crocevia stagionale. Ieri sera, nell’inferno del Do Dragao, la Juventus e Allegri hanno compiuto un capolavoro che ha indirizzato fortemente la qualificazione ai quarti di Champions.

Il 2-0 di Oporto è nato da queste premesse. Nella settimana più bollente della stagione, con la querelle Bonucci culminata nella scelta di mandare il centrale in tribuna e la Società che ha appoggiato in toto Allegri, la Juventus si trovava ad affrontare un avversario tutt’altro che abbordabile: da inizio stagione, infatti, il Porto non aveva mai perso tra le mura amiche, concedendo appena due pareggi. Fino a ieri sera, appunto. Poi è arrivata la Juventus, una Juve che ha fame e vuole arrivare fino in fondo.

Le basi sono state gettate, il capolavoro di Allegri servito per cena. Il suo 4-2-3-1 è ormai una solida certezza fatta di talento e imprevedibilità offensive mixate sapientemente all’assoluto equilibrio in fase difensiva. Allegri ha scelto il gruppo, Marotta & C. anche (a scapito di Bonucci che, però, ha capito e si è messo al servizio della causa) e ne è scaturita una prova quasi perfetta. Quasi, perché al netto degli azzeccatissimi cambi che hanno deciso il match (Pjaca e Dani Alves i marcatori, entrati dalla panchina), qualcosa da registrare ancora c’è. Per esempio l’incisività di Higuain, che deve fare necessariamente il salto di qualità anche in Europa nelle gare da dentro o fuori; per esempio trovare un ritmo più alto e costante lungo tutto l’arco degli incontri.

Niente che Allegri non possa puntellare, in ogni caso. Il successo di Oporto ricorda molto il primo squillo di Dortmund, sempre agli ottavi, che diede inizio alla cavalcata verso Berlino nel 2015. Quest’anno i tifosi bianconeri sperano che l’epilogo possa essere differente, casomai la Vecchia Signora dovesse riuscire a sbaragliare la concorrenza. Ed è agguerrita, questa concorrenza: in prima fila Real Madrid, Bayern Monaco e Psg, che nell’andata degli ottavi hanno mostrato un potenziale offensivo da fare spavento; subito dietro Manchester City e Atletico, le eterne incompiute che, pur avendo vinto, mostrano più di una crepa in difesa. Siviglia, Borussia Dortmund o Benfica non sembrano a un livello troppo distante dallo stesso Porto.

Insomma, la Juventus può arrivare a Cardiff. Intanto gode di qualche consapevolezza statistica, utile a cementare il morale: i bianconeri sono stati la prima squadra italiana ad espugnare il campo del Porto dal 1995 (ultima a farcela la Sampdoria); al Do Dragao Cuadrado e soci hanno messo insieme il 76,6 % di possesso palla, costringendo i lusitani a non centrare mai lo specchio della porta di Buffon (non accadeva dal 2003/2004). E poi, la Juve ha sempre superato il turno nelle Coppe dopo un 2-0 nella gara di andata. Certezze e premesse che non sono per niente marginali.


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