Ancelotti, tre scelte difficilissime
Di francescoIl Milan sta per giocare una delle partite più importanti della sua storia. Il perché è presto detto: se perde, lascia la leadership del calcio italiano all’Inter (una specie di staffetta dopo due decenni di dominio rossonero); se vince, contende al Real Madrid la palma di squadra più importante del mondo (anche se la società di via Turati è andata in serie B ben due volte). Quindi le scelte di Ancelotti pesano da matti.
I dilemmi del mister rossonero sono tre. 1) Far giocare Inzaghi o Gilardino. Il primo in coppa si scatena; l’altro si è svegliato di recente, soprattutto dopo il gol al Manchester. 2) Rischiare Maldini, non al 100% a causa del ginocchio. 3) Far marcare Gerrard (grandissimo centrocampista del Liverpool) da un uomo solo (Gattuso) o creargli una gabbia intorno.
La scelta è difficilissima. Al solito, scatterà la terribile legge del calcio: se il Milan vince, Ancelotti è un semidio; se perde, il mister è un semiasino.
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