Napoli, Insigne: “Vi stupiremo”

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Lorenzo Insigne, attaccante del Napoli, ha rilasciato un’intervista al “Corriere dello Sport”. Ecco quanto estrapolato, integralmente: “Il 3-1 condiziona il giudizio. Ma noi siamo vivi, e lo vedrete. La rimonta? Si può fare e vi spiego perché”.

Eppure, Insigne, c’è stato un momento in cui è stato bello.

“Si riferisce al vantaggio e peccato sia durato poco, una decina di minuti. Ma quando sei in campo non ti rendi conto del tempo che passa e comunque pensi ad altro. E però aggiungo: io non sarei così pessimista. Il 3-1 condiziona il giudizio globale”.

A lei cos’è girato nella testa al minuto 8 di Real Madrid-Napoli?

“E’ successo tutto così in fretta, la palla sui piedi di Hamsik, io che vado nello spazio, Marek che me la dà con i giri giusti. Ho guardato Keylor Navas, ho visto che stava distante dai pali, m’è sembrato di vederlo fuori posizione o almeno così l’ho battezzato. Ho tirato, dando forza e cercando anche la traiettoria. Diciamo che sono stato anche un po’ fortunato”.

Prima della gara: telefonata con Cassano.

“Non ci pensare, m’ha detto. Gioca come sai. E’ stato carinissimo, io e lui abbiamo un rapporto sincero, amicale, familiare. Abbiamo chiacchierato di altro, mica solo della partita: la tensione bastava ed avanzava, in quel momento”.

Diego nello spogliatoio.

“Impatto emozionale straordinario, unico. Lo guardi è pensi che hai di fronte a te il più grande del calcio, un fenomeno irraggiungibile. Ci ha detto poche cose: fate quello che non è riuscito a me; sono passati trent’anni, adesso tocca a voi. Credeteci”.

Ma voi ci avete creduto poco, forse.

“Non abbiamo giocato male, siamo stati diversi da quelli che in genere mostriamo di essere. Ma non è stata paura, né soggezione”.

Lo chiamano il miedo escenico, è l’effetto-Bernabeu.

“Penso invece sia stato altro: ad esempio, l’abitudine ad affrontare questo genere di gare. Loro ce l’hanno nel Dna, hanno vinto coppe di ogni tipo, ne hanno vissute a decine o anche a centinaia. Noi siamo sulla strada giusta, ma abbiamo bisogno di crescere: per farlo, servono gare come queste ed anche delusioni del genere, dalle quali però ci si rialza. Perché il Napoli è vivo e lo vedrete al ritorno”.

Siete in corsa ancora su due fronti e mezzo…

“Su tre, se consente: perché Napoli-Real Madrid diventerà diversa. Vi stupiremo. Ritroveremo noi stessi, quelli che la gente è abituata a vedere. E comunque mi permetto anche di aggiungere che non mi sembra che poi sia stata una così brutta partita, come dice il 3-1. E’ il risultato che inganna”.

E’ un sogno che resta…?

“Certo che sì. Io voglio vincere e non dico cosa: voglio altri trofei importanti, da godermi con questa maglia addosso”.
Mai pensato: questi sono mostri?

“No, perché pur essendo di livello assoluto, e degni della massima considerazione, non lo sono. A noi è venuta meno qualcosa, penso ad una certa tranquillità per esprimerci con le nostre giocate. Ma ci sono state fasi in cui siamo riusciti a palleggiare, stretto e largo, ed abbiamo creato. Loro hanno avuto occasioni, mica le neghiamo, ma pure noi: potevamo andare al ritorno sul 3-2, un aiutino niente male. Ma la fortuna ha girato lo sguardo. Sono cose che chi gioca al calcio conosce perfettamente bene, sa che non è una colpa, né un demerito. Noi siamo gli stessi dei diciotto risultati utili consecutivi, quelli che sono andati all’intervallo sull’1-1 con il Real Madrid”.


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