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“Penso che da parte mia e della Juventus ci sia la voglia di continuare: siamo a buon punto anche se nulla è ancora scritto”. Andrea Barzagli preannuncia l’imminente rinnovo con la società bianconera, il cui rapporto è iniziato nel 2011: “Abbiamo parlato un po’ di giorni fa – ha spiegato il difensore ai microfoni di Sky Sport -, quindi spero comunque sia di rinnovare. Sono arrivato alla Juventus in un periodo non felice, ma qualche mese dopo c’è stata l’inaugurazione dello stadio e in quel momento tutti hanno capito quale sia la dimensione della Juventus”.

 

 

 

“Ho giocato 40 partite con Garrincha nel Brasile e non abbiamo mai perso. E’ l’anniversario della sua morte, è un momento per ricordarlo”. Con questo tweet pubblicato oggi sul proprio profilo ufficiale, Pelè ha fatto un omaggio al campione ed amico scomparso 35 anni fa, lanciando indirettamente anche un segnale tranquillizzante dopo le notizie contrastanti di ieri sul suo stato di salute. O Rei e Garrincha hanno vinto insieme i Mondiali del 1958 in Svezia e del 1962 in Cile – giocando 40 volte fianco a fianco con 36 vittorie e quattro pareggi – poi l’attaccante del Santos fece tripletta nel ’70 in Messico quando il compagno, di sette anni più anziano, aveva ormai lasciato da tempo la Nazionale. I media brasiliani ricordano l’anniversario della scomparsa del piccolo fuoriclasse, rimasto ancora amatissimo nonostante il trascorrere del tempo. Aveva solo 50 anni quando morì di cirrosi epatica, ma nessuno dimentica le sue straordinarie doti di attaccante e dribblatore.

 

 

“Non amo parlare di giocatori che non stanno con me. Detto questo, posso dire che Neymar è un gran giocatore che tutto il mondo ama”. L’investitura dell’asso argentino arriva dal tecnico del Real Madrid, Zinedine Zidane, durante la conferenza stampa alla vigilia del match di Liga contro il Deportivo. La domanda a ‘Zizou’ arriva dopo la ridda di voci che indicano il fuoriclasse brasiliano del Psg come il grande obiettivo delle ‘merengue’ per il mercato estivo, nonchè vero ‘pallino’ del presidente Florentino Perez. Intanto domani per il Real ci sarà una partita nevralgica, non tanto per riportarsi sotto al Barcellona (“lontano” 19 punti), quanto per superare il momento di crisi: “La soluzione è dentro di noi, quello che si dice o che pensano gli avversari non conta – ha ripetuto – Dobbiamo dimostrare chi siamo. Non pensiamo negativo, ma pensiamo piuttosto positivo. Non ho intenzione di mollare e lotteremo partita dopo partita da qui alla fine della stagione”.

 

 

Classifica di Serie B dopo la 22/a giornata (Spezia-Palermo alle 18, Cesena-Bari alle 20.30, Brescia-Avellino domani alle 15): Frosinone 40; Palermo 39; Empoli 37; Cremonese e Cittadella 35; Bari 34; Parma 33; Pescara 31; Spezia 30; Venezia, Salernitana e Carpi 29; Perugia e Novara 27; Avellino 25; V.Entella 24; Cesena e Brescia 23; Foggia 22; Ternana 21; Ascoli 20; Pro Vercelli 18.

 

 

Risultati della 22/a giornata (prima di ritorno) di Serie B. Ascoli-Cittadella 1-2; Cremonese-Parma 1-0; Empoli-Ternana 2-1; Foggia-Pescara 0-1; Frosinone-Pro Vercelli 4-0; Novara-Carpi 1-0; Perugia-Entella 2-0; Salernitana-Venezia 3-2. Spezia-Palermo alle 18, Cesena-Bari alle 20,30, Brescia-Avellino domani alle 15.

 

 

“Non ce la volete tirare ma addirittura randellare… Non penso sia la stessa situazione.
Abbiamo iniziato un percorso, ci sono state delle complicazioni e ora stiamo continuando a fare le cose per migliorare. Durante la strada possono accadere delle cose, ma il mio contratto è di due anni e voglio lavorare per tutto questo periodo. Magari arrivando anche in Champions…”: lo dice Luciano Spalletti alla vigilia di Inter-Roma, rispondendo a una domanda su cosa accadrebbe in caso di fallimento degli obiettivi stagionali.
Quando allenava la Roma, Spalletti aveva infatti legato la sua permanenza ai risultati. Il tecnico risponde con la giusta dose di ironia e allontana le ‘randellate’ esattamente come fece con i ‘gufi’. Spalletti ha poi fatto un punto sulla situazione dal mercato con Cancelo che resta ‘almeno fine alla fine dell’anno’ e ha fatto una tirata d’orecchie ai giornalisti che troppo spesso si fanno condizionare dai procuratori a sfavore.

 

 

 

Dopo Lisandro Lopez, è arrivata l’ora di Rafinha: si movimenta il mercato dell’Inter grazie alla coppia Ausilio-Sabatini, definiti da Luciano Spalletti come Bruce Springsteen e Bono Vox del mercato di riparazione. La missione in Spagna di Ausilio ha avuto un esito positivo anche se sarà il tempo a dire l’ultima parola su questo centrocampista cresciuto nella Cantera blaugrana e reduce da un grave infortunio che lo ha tenuto lontano dai campi di gioco per circa nove mesi. La società sta facendo del proprio meglio per puntellare la squadra, districandosi con abilita’ tra i paletti del Fair Play Finanziario. Spalletti aveva bisogno almeno di un difensore centrale, di un centrocampista e forse di un vice-Icardi.

L’allenatore nerazzurro attraversa una crisi di risultati e di gol, più di un campanello di allarme che ha spinto il club a intervenire sul mercato. Un tema caldo, tanto da fare innervosire Spalletti che, dopo il pareggio con la Fiorentina, aveva un po’ perso la pazienza: ”Anche mia mamma di 80 anni lo sa che ci manca un centrale”. Non un mercato di top player ma – per il momento – rappresenta il massimo che si poteva fare. Rafinha arriva in nerazzurro con la stessa formula di Lisandro Lopez: il prestito con diritto di riscatto. Per l’acquisto definitivo serviranno 35 milioni di euro più 3 di bonus. Se il club nerazzurro decidesse di riscattare il centrocampista brasiliano, sarebbe la cessione più cara nella storia del Barcellona per un canterano. L’arrivo di Rafinha chiude ulteriormente le porte a Joao Mario che starebbe valutando il trasferimento al West Ham per un prestito oneroso fino a fine stagione.

Il portoghese è ormai ai margini del progetto nerazzurro e nell’anno del Mondiale potrebbe decidere di lasciare Milano per giocare in un club che gli garantisca maggiori chance. E le lusinghe di David Moyes, tecnico del West Ham, non arrivano per caso: ”E’ un giocatore di talento e molto interessante”. Intanto l’Inter aspetta di capire se la trattativa per Ramires possa sbloccarsi. Il centrocampista dello Jiangsu Suning si sta allenando a Marbella e aspetta un via libera dalla proprietà che fatica ad arrivare. Eder piace al Crystal Palace che sarebbe disposto a mettere sul tavolo circa 10 milioni di euro e in caso di cessione dell’italobrasiliano, l’Inter avrebbe pronta l’alternativa: Daniel Sturridge del Liverpool che sarebbe finito anche nel mirino del Siviglia. Nelle prossime settimane, inoltre, non è escluso che possano esserci incontri con l’entourage di Mauro Icardi per un ritocco della clausola e dell’ingaggio al fine di blindare l’attaccante argentino, sempre più corteggiato dal Real Madrid che si sta muovendo per fronteggiare un eventuale addio di Cristiano Ronaldo. Mosse e contromosse per rilanciare l’Inter che vuole tornare in Champions League dopo sei anni di assenza.

 

 

Il Napoli non molla, vuole regalare a Sarri un nuovo attaccante già in questa sessione di mercato. Per questo il club di De Laurentiis continua ad insistere per Amin Younes, classe 1993 dell’Ajax: gli olandesi avevano accettato l’offerta da 10 milioni dello Swansea, destinazione poi rifiutata dal giocatore. Un prezzo troppo alto secondo gli azzurri, al lavoro con l’agente del giocatore per trovare il giusto compromesso.

Più complicata, invece, la pista che porta a Matteo Politano: il Sassuolo non molla, deciso a non far partire uno dei suoi gioielli a gennaio. E’ al momento in stand-by la situazione legata a Gerard Deulofeu, mentre continuano i contatti per Lucas Moura nonostante l’ingaggio molto oneroso del brasiliano.

 

 

 

Al rientro dalla sosta subito un impegno durissimo per il Napoli. La squadra di Sarri sarà di scena sul campo dell’Atalanta, dove nella sua storia gli azzurri hanno vinto solo 9 volte (in addirittura 51 incroci) e negli ultimi anni hanno avuto grosse difficoltà nel fronteggiare il ritmo e l’aggressività della squadra di Gasperini. Se in campionato all’andata il Napoli riuscì a spuntarla, con una giocata individuale di Zielinski che sovvertì l’inerzia e propiziò il successo sofferto del Napoli, in Coppa Italia è arrivata invece l’eliminazione, seppur in formazione sperimentale. Nessun dubbio che quella di Bergamo sia una delle trasferte più dure del girone di ritorno (insieme a quella di Torino con la Juventus e Milano con l’Inter) e match che assume ancora più valore se si considera la probabile vittorie dei bianconeri in casa col Genoa. Il Napoli dovrà portare via l’intera posta in palio se vuole evitare il sorpasso ed un febbraio probabilmente sempre a rincorrere la capolista.


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