Napoli, Sarri: “Più di quello che ho fatto lì, non potevo fare”. Maradona: Ballo per la vittoria!

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Su Radio CRC Targato Italia, Mario Giuffredi, agente tra gli altri del terzino del Napoli e del Portogallo Mario Rui, ha parlato del suo assistito e alle vicende legate al club partenopeo che presto vedranno il giocatore in concorrenza con il rientrante Ghoulam. Inoltre, il procuratore si è soffermato su un aspetto spesso criticato del calciatore classe 1991: il carattere, per lo meno quello mostrato in campo.

“Mario Rui nervoso? Fuori dal campo è di una serenità e di un’umiltà unica. In campo si innervosisce. Io glielo dico sempre che una delle cose da migliorare è questa, perché poi rischi di lasciare la squadra in dieci, come accaduto a Torino. A volte si accende un po’ troppo”. “Se teme il ritorno di Ghoulam? Mario Rui non teme nessuno. È un giocatore forte e pronto alla concorrenza. Anzi il ritorno di Ghoulam può solo spingerlo a fare meglio. Ha avuto un inizio di stagione importante. Non dimenticate che l’anno scorso lui veniva da un crociato con la Roma. Inizialmente la stagione è stata condizionata dall’infortunio. Ancelotti crede vede Mario Rui un giocatore veloce e tecnico che può aiutare la squadra in fase di manovra”.

 

L’ex dirigente della Juventus, Marotta,  con cui ha chiuso il rapporto da qualche settimana è volato in Cina, a Nanchino, per incontrare i vertici di Suning, nello specifico per conoscere il ‘padrone’ Jindong Zhang, allo scopo di definire ufficialmente il suo approdo in nerazzurro, al massimo entro la fine dell’anno. L’incontro propedeutico all’ingresso del manager varesino in società servirà, inoltre, a definire nel dettaglio i suoi incarichi e l’area del club dove svolgerà il suo lavoro.

 

L’ex tecnico del Napoli e attuale allenatore del Chelsea Maurizio Sarri ha parlato in una lunga intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport. Tanti i temi trattati dal mister toscani ad incominciare, ovviamente, dalla nuova esperienza inglese, fino a tornare al campionato italiano e al suo passato con il club partenopeo.

Il tecnico Blues fa un primo bilancio di questo avvio di stagione col Chelsea: “I risultati e anche la qualità del nostro calcio segnano l’indice positivo. Diciotto partite senza sconfitte, in una realtà competitiva come questa, dimostrano che abbiamo intrapreso la strada giusta. Sono ancora più contento perché si gioca tantissimo e la possibilità di incidere in profondità è più complessa. Il ritmo è serratissimo. È ovvio che in queste situazioni le partite sottraggono lavoro sul campo. Non posso però dire che non lo sapessi, ero consapevole di questo carico di impegni e sto cercando una mediazione tra allenamenti e gare”. “Cosa mi ha conquistato e cosa vorrei migliorare? L’aspetto che ti conquista immediatamente è un calcio di alto livello, all’interno di una cornice fantastica. C’è una passione infinita e per quello che ho visto finora, espressa nei toni giusti. L’aspetto da correggere è la questione tempo. Gli spazi ristretti per gli allenamenti non aiutano gli allenatori e credo anche i giocatori. Non bisogna pensare solo alla componente fisica, ma anche a quella mentale”.

“Che eredità ho lasciato a Napoli? Penso che quella più visibile sia numerica: presi un Napoli che aveva chiuso il campionato con 64 punti e ho lasciato una squadra che ha raggiunto quota 91. Più di questo non si poteva fare. L’altra eredità è personale: il rapporto con la città e la sua gente. Non mi staccherò mai dal Napoli. Hanno paragonato il mio Napoli a quello di Vinicio, una delle prime squadre in Italia, negli anni Settanta, a viaggiare nel futuro. Mi onora quest’accostamento”. Poi sul presidente: “De Laurentiis? Non ho nulla da dire. Posso solo ringraziarlo. Mi ha dato la più grande soddisfazione personale della mia vita affidandomi il Napoli, la squadra del mio cuore e delle origini. E’ stata una magnifica avventura che non può essere cancellata da un congedo un po’ così”.

Infine, un pensiero anche sulla lotta per il campionato italiano, dove la Juventus sembra ancora una volta padrona, ma le altre potrebbero approfittare di un momento di appannamento dovuto alla Coppa: “Questa Juventus ha una priorità: la Champions League. Alla fine, potrebbe rivelarsi un piccolo vantaggio per la concorrenza”.

 

Lo Spezia di Pasquale Marino e Totò Di Natale supera per 3-1 il Benevento nel recupero della 10/a giornata di Serie B. La gara non si era disputata a causa del maltempo. Allo stadio Picco, protagonista assoluto il 21enne attaccante spezzino David Okereke autore di una doppietta. Il giovane nigeriano sblocca il risultato all’11’ con un gran sinistro dal limite che sorprende Montipo. Al 24′ il raddoppio spezzino firmato da Matteo Ricci su assist proprio di Okereke. Prima dell’intervallo, al 43′ è Federico Ricci con un tiro dal limite ad accorciare le distanze per il Benevento. Nella ripresa, però, al 58′ ancora Okereke firma il 3-1 complice una clamorosa doppia dormita di Billong e Montipo. Lo Spezia torna al successo dopo tre partite e si porta al decimo posto in classifica con 16 punti. Secondo ko in tre gare, invece, per i sanniti di Cristian Bucchi che scivolano all’ottavo posto con 17 punti alla pari del Perugia prossimo avversario di Coda e compagni al Ciro Vigorito.

La classifica dopo il recupero odierno. Palermo 24 punti; Pescara 22; Salernitana 20; Lecce e Cittadella 19; Verona e Brescia 18; Benevento e Perugia 17; Spezia 16; Cremonese e Ascoli 15; Venezia e Crotone 12; Padova 11; Cosenza 8; Foggia (-8) e Carpi 7; Livorno 5

 

I playoff sono imprevedibili. Ad ogni latitudine. Ne sa qualcosa Diego Armando Maradona, che ha guidato i suoi Dorados de Sinaloa ad un’inattesa vittoria per 1-0 sul campo del Mineros, tra le favorite per la promozione nella massima serie messicana. Dopo lo 0-0 interno dell’andata, i Dorados hanno sbancato il campo della seconda classificata nella stagione regolare, contro il settimo posto della squadra allenata fall’ex Pibe de Oro, che si è ora qualificata per le semifinali. Un risultato di tutto rispetto che schiude scenari di gloria nel proseguimento della post season. Maradona ha dovuto assistere alla partita dalla tribuna dopo la squalifica di un turno subita al termine della gara d’andata, quando il tecnico argentino fu espulso dall’arbitro per proteste reiterate, peraltro dopo essere stato pizzicato dalle telecamere mentre usava il cellulare in panchina per collegarsi con un membro del proprio staff che stava a propria volta guardando la partita dalla tribuna. Maradona, che non avrebbe potuto avere contatti con il resto dello staff tecnico a causa della squalifica, ha invece utilizzato una ricetrasmittente per mandare indicazioni, consigli tattici e per indicare le sostituzioni da effettuare. Al termine della gara è scattata l’inevitabile festa nello spogliatoio, con annesso balletto: per Diego anche il compito di direttore d’orchestra dei cori.


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