Supercoppa: l’oro di Napoli è Higuain, Benitez alza la Decima

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Hamsik-SupercoppaVerrebbe da dire che più che averla vinta il Napoli, la Supercoppa Italiana l’ha buttata al vento la Juventus. Poi guardi bene e ti accorgi che la verità, come accade spesso, sta nel mezzo: partenopei a corrente alternata – e a scartamento ridotto specialmente nel primo tempo regolamentare -, Juventus incapace di chiuderla quando l’avversario sembrava alle corde; quindi il cambio di rotta con il Napoli a prendersi il centrocampo e i bianconeri ad arretrare troppo il baricentro. Una partita non bella ma sempre accesa, imprevedibile, a tratti spettacolare. Lampi di bel gioco da ambo le parti, i portieri che assurgono a protagonisti. E un meraviglioso tango argentino sotto il cielo del Qatar, un cielo poco avvezzo alla classe pallonara ma che adesso ha un’idea di cosa accadrà tra sette anni al loro Mondiale.

Tevez e Higuain, tango argentino puro; classe cristallina e leadership indiscutibile nei rispettivi club: l’Apache apre la gara grazie ad un regalone della premiata ditta Lopez-Albiol-Koulibaly (riscattatosi ampiamente, quest’ultimo, nel corso del match), poi sembra sigillarla ai supplementari con una pennellata che, per preparazione e conclusione, è un taglio di Fontana nella tela di Rafael – per inciso, la lama gliela fornisce su un piatto d’argento il piede geniale di Pogba. Però c’è il Pipita: l’oro di Napoli non poteva che essere lui, partito a rilento in questa stagione post-Brasile, tornato grande quando più contava. I grandi campioni, gli uomini, li vedi quando sanno rialzarsi e scrollarsi di dosso i giudizi, la sfortuna di una palla che pare non voler mai entrare dove dovrebbe. Anche ieri: Higuain centra un palo con una magia acrobatica che lascia attonito Buffon, si arrabbia per un presunto rigore negato ma rialza la testa dopo l’ennesima respinta di Super Gigi; la rialza e fa doppietta prendendo per i capelli una gara che sembrava ormai chiusa a due minuti dal definitivo fischio di Valeri.

Nella sceneggiatura thrilling di Doha c’è spazio per la follia dei penalty, per la sequenza più lunga della recente storia calcistica italiana ed internazionale: Tevez sbaglia un passo di danza e questa volta il palo è affar suo, il tanguero in azzurro al contrario fa il suo dovere  ma non basta. Servono altri nove tiri dal dischetto per scrivere la parola “fine” su una partita che sembra infinita, c’è spazio per Buffon che respinge tre rigori; ma soprattutto c’è spazio per Rafael, l’estremo difensore napoletano: dopo 120′ nei quali ha parato il parabile, s’innalza ad eroe chiudendo la porta in faccia all’ultimo tiro di Padoin. Buffon è atterrito: se non basta farsi santo nella lotteria dei rigori, deviandone tre, allora…

C’è un altro Rafael portagonista: Benitez, il Re di Coppe. Il tecnico è nato a Madrid, la città del Real che quest’anno ha sollevato la Coppa Campioni numero dieci; e, come i Merengues, anche lui nel 2014 alza al cielo la Decima. La sua personale, quella di un predestinato che quando aveva soltanto un mese di vita, ascoltava in radio le imprese del Real di Alfredo Di Stefano: quei Blancos, curiosamente, chiusero proprio nel 1960 l’ineguagliato ciclo delle cinque Coppe Campioni vinte consecutivamente.

Da un predestinato ad un altro: Andrea Pirlo. Il genio del centrocampo bianconero e azzurro non è soltanto un giocatore baciato da una visione di gioco marziana e da due piedi di platino, è anche la patata bollente di Allegri. Ancora una volta il tecnico toscano ha “punito” il regista, come accadde ai tempi del Milan, bocciandone la prestazione e, forse, indirizzando la gara verso l’angolo del Napoli. Vero è che Pirlo non ha giocato una delle sue migliori partite, ma se nel primo tempo Llorente e Tevez si sono trovati spesso davanti a Rafael, lo si deve al suo piede destro. Ago della bilancia è stato probabilmente quel pallone perso che ha dato il via alla ripartenza partenopea, dalla quale è nata l’occasione sciupata da uno smarrito Callejon. Basta per privare il tuo centrocampo di un asso come Pirlo? Secondo Andrea Agnelli no, e non ha fatto mistero del suo disappunto verso le scelte di Allegri. Segnali per l’anno che verrà? Forse, ma intanto: buon Natale a tutti.

TABELLINO DELLA GARA:

JUVENTUS-NAPOLI 7-8 (d.c.r.)
PRIMO TEMPO 1-0
TEMPI SUPPLEMENTARI 2-2
MARCATORI Tevez (J) al 5′ p.t.; Higuain (N) al 23′ p.t. Tevez (J) al 1′ del p.t.s., Higuain (N) al 13′ del s.t.s.
JUVENTUS (4-3-1-2) Buffon; Lichtsteiner (dal 33′ s.t. Padoin), Bonucci, Chiellini, Evra; Marchisio, Pirlo (dal 22′ s.t. Pereyra), Pogba; Vidal; Tevez, Llorente (dal 1′ s.t.s. Morata).(Storari, Rubinho, Padoin, Ogbonna, Mattiello, Romagna, Pepe, Giovinco, Coman). All. Allegri.
NAPOLI (4-2-3-1) Rafael; Maggio, Albiol, Koulibaly, Ghoulam; Gargano, Da. Lopez (1′ p.t.s. Inler); Callejon, Hamsik (dal 33′ s.t. Mertens), De Guzman (dal 1′ s.t.s. Jorginho); Higuain. (Colombo, Andujar, Henrique, Britos, Mesto, Radosevic, Romano, Zapata, Luperto). All. Benitez.
ARBITRO Valeri.
NOTE spettatori 14 mila. Ammoniti Higuain (N), Pereyra (J), Callejon (N), Mertens (N), Ghoulam (N), Tevez (J).
SEQUENZA RIGORI Jorginho parato, Tevez palo, Ghoulam gol, Vidal gol, Albiol gol, Pogba gol, Inler gol, Marchisio gol, Higuain gol, Morata gol, Gargano gol, Bonucci gol, Mertens parato, Chiellini parato, Callejon parato, Pereyra alto, Koulibaly gol, Padoin parato.

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