Serie A: Vince la Roma, Spezia allo spareggio salvezza col Verona, che perde contro il Milan…

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La Juventus espugna la Dacia Arena, unica con la Lazio tra le prime sette a riuscire in questa impresa, ma ai bianconeri di Massimiliano Allegri non basta. L’1-0 sull’Udinese, firmato Federico Chiesa che torna a segnare e festeggiare, consente alla Vecchia Signora di vantare 72 punti “sul campo”, come usa dire a Torino. Sarebbero sufficienti per andare in Champions, la classifica ufficiale e le vittorie di Atalanta e Roma raccontano invece che l’anno prossimo la fidanzata d’Italia, se tutto andrà bene, giocherà la Conference League. Adesso la palla passa infatti alla UEFA, che potrebbe escludere la Juve dalle competizioni europee nella prossima stagione. Al di là di questo, la palla torna alla Juve, intesa come dirigenza: Allegri vince ma è contestato, Giuntoli ancora bloccato a Napoli ma in arrivo. È una vittoria che chiude una stagione delicata e difficile, adesso ci può essere solo il futuro. Con chi, lo scopriremo nelle prossime ore.

Nove corner e una traversa Juve, 0-0 all’intervallo. Botta e risposta in avvio: Miretti arriva in area, Beto manda alto di testa. La rabbia Juve è più o meno quella chiesta da Allegri, che vuole l’Europa: i piemontesi – in tenuta rosa shockino – spingono, su punizione Cuadrado costringe al volo plastico Silvestri tentando direttamente la conclusione. Doppia chance alla mezzora, quando la gara inizia ad aprirsi: Danilo chiude Beto a due passi da Szczesny, sul ribaltamento di fronte Chiesa dà l’illusione del gol pescando la rete esterna con deviazione di un avversario. Sul corner che ne consegue, arriva il diciottesimo legno in questo campionato della Juve, la traversa da Bonucci di testa. La chiusura è udinese: Lovric e Samardzic da lontano tentano il tiro al bersaglio, mancando di poco quello grosso.

Chiesa illude. La ripresa si apre con due cambi, curiosa la scelta dell’Udinese: mentre Allegri sostituisce Kostic con Iling Jr, i padroni di casa aspettano un minuto per cambiare Walace con Arslan, di fatto sprecando uno slot. La Vecchia Signora continua il suo forcing, al 68′ ecco l’acuto che cambia la serata: Chiesa s’infila in area e lancia una stoccata alle spalle di Silvestri, è 1-0. Una volta sbloccata, la gara si apre ulteriormente, tra la reazione friulana e i tentativi di raddoppio della Juve. Saltano anche i nervi, protagonisti Arslan e Paredes, mentre i ragazzi di Sottil puntano a confermare il loro status di ammazza-big senza però riuscire nell’intento.

Le maggiori motivazioni dell’Atalanta fanno la differenza. La squadra di Gasperini saluta la Serie A 2022/23 con una vittoria per 5-2 contro il Monza e festeggia la qualificazione alla prossima edizione dell’Europa League.

Partita bellissima e divertente al Gewiss Stadium, tra due squadre che hanno dato spettacolo in questa stagione. Il quinto posto in classifica degli orobici è blindato già nel primo tempo, grazie alle reti segnate da Teun Koopmeiners: l’olandese sale a quota nove in campionato con due gol da attaccante di razza più che da trequartista. Una prima frazione quasi a senso unico, con il punteggio sbloccato dopo appena 12′ e una gestione quasi perfetta. I nerazzurri impongono ritmi alti da subito, pressano e mettono in difficoltà gli ospiti, che si fanno vedere solo intorno alla mezzora con Colpani. Hojlund e Zappacosta sfiorano il raddoppio, che arriva allo scadere ed è una mazzata quasi decisiva per le ambizioni dei ragazzi di Palladino.

Quasi, perché la ripresa comincia bene per i brianzoli. Dopo una grande occasione per Mota, ecco il 2-1: azione da playstation, Colpani calcia dal limite e toglie le ragnatele dall’incrocio. Gli schemi saltano, comincia il festival del gol (e delle espulsioni: prima tocca a Gasperini, poi a Marlon, entrato in campo da appena 1 minuto): Hojlund, dopo vari tentativi, riesce a trovare il sospirato premio, ma il protagonista di giornata è Koopmeiners, che sorprende Di Gregorio tirando dalla zona delle panchine. Pallone portato a casa e doppia cifra raggiunta. Palla al centro, segna un altro ex: Petagna prova a rendere meno amaro il passivo ma Muriel non è d’accordo e al terzo degli otto minuti di recupero firma il 5-2 definitivo. Dea in Europa League, mettendo dietro Roma e Juventus in classifica.

Finisce 2-1 all’Olimpico, la Roma si garantisce l’Europa League battendo lo Spezia.

Zalewski riacciuffa Nikolaou
Altro che ultimo giorno di scuola, all’Olimpico è partita vera: la Roma deve blindare la zona Europa League, lo Spezia cerca punti per salvarsi. E sono proprio le Aquile dopo cinque minuti a passare avanti: la difesa giallorossa si scorda Nikolaou sugli sviluppi di un angolo e il difensore cipriota di testa fa 0-1. Immediata reazione romanista nel destro da fuori di El Shaarawy, fermato dalla parte alta della traversa. Trovato il vantaggio, i liguri si rannicchiano a difesa della propria porta attendendo spazi per far male in contropiede. La Roma fatica a trovare spazi ma, nel modo meno atteso, arriva comunque al pari: al 43′ cross di Zalewski da sinistra che né Belotti né Bove toccano, ingannando Zoet. Il primo tempo finisce 1-1.

Dybala, l’Europa e lo spareggio
L’inizio di ripresa, anche in virtù dello svantaggio Hellas a San Siro dopo i primi 45 minuti, presenta lo stesso copione visto fino a quel momento: la Roma orchestra la sfera senza angoscia di riversarsi avanti, lo Spezia attende forte di un punto prezioso. Due grandi occasioni giallorosse nella prima metà di ripresa: Pellegrini manda alta una correzione a porta vuota, Dybala fa la barba al palo dopo una discesa solitaria. Chance enorme al 72′ per Zurkowski: servito da Nzola davanti a Svilar, il polacco manda alto qualche secondo prima che arrivi la notizia del pareggio veronese col Milan. Le Aquile forse si rilassano troppo e al novantesimo ecco la beffa: Amian stende El Shaarawy in area, è rigore e rosso per doppia ammonizione. Dybala non sbaglia e fa 2-1, mandando la Roma alla prossima Europa League e lo Spezia allo spareggio retrocessione contro l’Hellas Verona.

Il Milan chiude in bellezza la stagione, fa il suo contro il Verona ma non lo manda in Serie B solamente perché anche lo Spezia perde a Roma. Se si parlerà di “fatal San Siro” per gli scaligeri, lo scopriremo solo dopo lo spareggio contro gli aquilotti.

Finisce 3-1 per i rossoneri in una serata dedicata a Zlatan Ibrahimovic, che non ha potuto salutare i suoi tifosi in campo. Rafael Leao gli aveva promesso una bella serata e ha mantenuto la promessa: il portoghese, fresco di rinnovo di contratto, si illumina negli ultimi cinque minuti di partita e segna un gol più bello dell’altro. In precedenza partita dominata in lungo e in largo da un Milan che è libero di testa e superiore tecnicamente: non c’è storia nel primo tempo come si evince dall’83-17% di possesso palla, dagli 8 tiri a 0, dai 5 corner a 0. La sblocca Giroud su rigore per fallo di Ngonge su Brahim Diaz. Lo spagnolo è fra i più applauditi, si merita una standing ovation al momento della sostituzione: per lui potrebbe essere stata l’ultima partita in rossonero dopo tre anni, 124 partite, segnando 18 reti.

Il Verona riesce a trovare nonostante tutto un pari, in un momento in cui si riesce a proiettare in avanti: Lazovic entra a gara in corso e crossa per Faraoni che di testa anticipa Théo e supera Maignan, è 1-1 al 72′. Il Milan però ha storicamente un paio di conti aperti: gli scudetti persi nel 1973 e nel 1990 nella città di Romeo e Giulietta. E spinge per vincerla, lo fa grazie al suo asso. Le notizie che arrivano dall’Olimpico, però, concedono alla squadra di Zaffaroni l’ultima chance per rimanere in Serie A.

Partita sicuramente bellissima, con il Bologna che alla fine rimonta e vince 3-2 in casa del Lecce una gara dalle mille emozioni, che chiude il campionato delle due squadre nella 38^ di Serie A.

Banda lancia il Lecce
Il Lecce spinto da uno stadio stracolmo inizia fortissimo e al 1′ va vicinissimo al gol con Gallo, che fa partire un tiro-cross dalla fascia sinistra ed obbliga Skorupski a recuperare la posizione e parare non senza difficoltà. Il match è privo di grandi occasioni da gol fino al 17′, quando Banda sblocca la gara su un grande assist di Strefezza, che dall’out destro riesce a mettere una palla forte e rasoterra che permette all’esterno di calciare forte di prima verso la porta e battere un incolpevole Skorupski. Il Bologna reagisce subito ed al 20′ trova il pari con Arnautovic, ma il VAR annulla per fuorigioco di Orsolini nell’azione. Clamorosa occasione da gol per il Bologna al 29′ con Orsolini, che colpisce di testa sugli sviluppi di una punizione ed esalta i riflessi di Falcone, fortunato poi dopo sul palo di Arnautovic, che era comunque partito da posizione di fuorigioco. Il Lecce continua a pressare a tutto campo e chiude il primo tempo sfiorando il raddoppio al 43′ con Banda, che di testa non riesce però a dar forza e di fatto finisce per passare la palla a Skorupski. È l’ultimo sussulto di 45 minuti giocati a buoni ritmi da entrambe le squadre.

Pazzo secondo tempo, il Bologna la vince con Ferguson
Il Bologna entra con un atteggiamento diverso in campo ed al 58′ trova il pareggio con il gol di Marko Arnautovic. Il Lecce non copre bene a sinistra, Barrow trova spazio e crossa perfettamente sulla testa dell’austriaco, che non si fa pregare e batte Falcone per il decimo sigillo del suo campionato. I salentini vogliono vincere e al 66′ mandano un segnale al Bologna: dopo un’azione insistita, Gallo fa partire un siluro dalla distanza, che però termina a lato. La squadra di Thiago Motta però alla distanza viene fuori e all’81’ completa la rimonta con Zirkzee, abile a mandare fuori giri Baschirotto e a fulminare con il mancino dal limite Falcone dopo un ottimo assist di Pyyhtia. All’88’ trova però nuovamente il gol il Lecce con una magia di Oudin, che al volo di sinistro raccoglie l’assist di Maleh e scaraventa in rete il pallone del 2-2. Un’altra emozione la regala lo stesso Oudin, che supera con un numero Bonifazi ed in pieno recupero si fa murare da Skorupski il gol del possibile 3-2 a tu per tu con il portiere rossoblù. Nel finale però, al 96′, quando tutto sembrava già scritto, un destro a giro di Ferguson ottimamente servito da Moro manda in estasi il Bologna, che batte 3-2 fuori casa il Lecce.


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