Giacomo Raspadori ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport

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Giacomo Raspadori ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport:
Su Luciano Spalletti, Raspadori racconta: “Cosa mi ha detto? Che ha grande stima. Non erano parole, visto che mi sta schierando in tanti ruoli. E io sono a disposizione della squadra”.
Il centravanti rivela anche cosa gli disse De Laurentiis al momento della firma: “Mi ha detto subito di aver fatto un investimento importante su calciatore italiano perché ci crede”.
Raspadori ha poi parlato anche dello Scudetto che mai come quest’anno sembra davvero alla portata del Napoli: “Sarebbe ipocrita non parlarne. Una grande occasione costruita con il lavoro di tutti i giorni. È dalla prima giornata che ce lo siamo messo in testa, la mentalità è stata quella giusta. Viaggiamo senza mai ricordare di avere dieci, quindici punti di vantaggio, pensando solo a farne altri tre nella prossima. E se gli avversari perdono non ne parliamo”.
Poi l’azzurro ha parlato dell’Eintracht ed in generale della Champions League: “Se manteniamo concretezza e spensieratezza, in Europa non ci sono limiti. Questione di mentalità, guardiamo solo noi stessi. L’Eintracht è una squadra europea, sempre all’attacco, testa sgombra. Non so se siamo favoriti, ma abbiamo tutto per superare il turno”.
Sull’argomento gol degli attaccanti del Napoli: “Perché il calcio che sviluppiamo fin dalla rimessa in gioco di Meret ha un solo obiettivo: il gol. Non conosciamo retropassaggi, andiamo in profondità, creiamo situazioni offensive. Spalletti ha capito che, per le nostre caratteristiche, era più facile arrivare al risultato attraverso il bel gioco”
Centravanti, falso 9, trequartista, seconda punta… Troppi ruoli forse? “No, anche se la mia posizione naturale è al centro, dove ho cominciato: prima punta o trequartista. Diciamo un 9 e mezzo”.
Lippi ha detto che gli ricorda Dybala, per Savoldi è il nuovo Mertens. “Penso di avere qualcosa di tutti questi simboli”.
Anche se le farebbe piacere giocare di più, no? “Normale, essendo ambizioso. Ma la nostra forza è sentirci parte del gruppo, tutti titolari quando siamo chiamati in causa”.


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