Parma: l’isola felice che non c’è più

Di

Parma FCdi Lorenzo Cristallo
Quella che veniva considerata da tutti come un Eden del calcio pare non esistere più. Ambiente travagliato, destabilizzato da una situazione societaria che sta mettendo a repentaglio l’esistenza del club. Appaiono lontani i giorni dei trionfi in Uefa con Nevio Scala in panchina. I goal di Zola, Asprilla, Chiesa, Crespo, una storia dorata e lontana che fa da sfondo a una realtà amara e preoccupante.

Da quando il Parma è stato escluso dalla partecipazione in questa edizione all’Europa League per i mancati pagamenti IRPEF sembra essersi abbattuta una maledizione a catena per i ducali. Le dimissioni di Ghirardi, la cessione della società a una fantomatica cordata russo-cipriota, l’arrivo di Kodra, poi il magnate albanese Taci e di seguito un nuovo passaggio di consegne. Insomma non c’è pace per il popolo gialloblu che intanto assiste inerme a un declino inevitabile di ciò che rimane dei loro beniamini.

Eh si’, proprio di ciò che rimane dei loro beniamini, perché l’aria che si respira nella città ducale è di un fuggi fuggi generale. Da apripista Cassano, fiore all’occhiello della squadra, che ha deciso di rescindere consensualmente il contratto che lo legava con i colori gialloblu, e poi a seguire tutti gli altri. Felipe rescinde anche lui il contratto, De Ceglie torna alla casa madre Juventus, Paletta si accasa al Milan e per Donadoni l’impresa di restare in serie A resta alquanto impossibile da affrontare.

Dalla campagna acquisti sono giunti dei rinforzi del calibro di Nocerino, Varela, Rodriguez e proprio da quest’ultimo giunge la notizia curiosa di non essere a conoscenza della deficitaria situazione economica del club, afferma che non sapeva nulla di ciò ma pensava che le difficoltà del Parma erano prettamente sportive. Quasi a dimostrare un pentimento per aver accettato l’avventura in terra emiliana.

La squadra attualmente è ultima in classifica, fanalino di coda con solo nove punti all’attivo e con lo spettro di altri due punti di penalizzazione per il mancato pagamento degli stipendi. Problema centrale e gravoso questo, che potrebbe aprire scenari clamorosi. Perché se entro il 16 febbraio non verranno versati il pagamento degli stipendi degli ultimi sette mesi, i calciatori potrebbe mettere in mora la società e liberarsi contrattualmente dal Parma. A questo punto potranno scendere in campo da marzo fino al termine della stagione i giovani “primavera”.

Commovente è stato l’appello in tv la settimana scorsa di Antonio Nocerino al termine di Milan-Parma in cui affermava che il nodo stipendi è una spada di Damocle pesante ma ancor più pesante è per tutte le persone che lavorano per la società, ovvero sia magazzinieri, camerieri, giardinieri che percepiscono molto meno dei calciatori e sono da ben sette mesi all’asciutto. Questa è Parma, questo è ciò che rimane dell’ex isola felice del calcio. Si attendono sviluppi per il 16 di questo mese per capire se ci sarà un’inversione di tendenza oppure se le fosche nubi diverranno nere e senza via di uscita.


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