Il Cagliari torna in serie B dopo undici anni

Di

di Lorenzo Cristallo
Il Cagliari saluta mestamente la serie A. Dopo undici anni i sardi fanno ritorno nell’inferno della serie B. La sconfitta di ieri pomeriggio al Sant’Elia contro il Palermo ha certificato la matematica retrocessione nella serie inferiore, al culmine di una stagione contraddittoria e avara di soddisfazioni. Ieri ad un tratto i rossoblu hanno cercato fino all’ultimo secondo di trovare i due goal che avrebbero alimentato seppur parzialmente la fiammella della speranza, in quanto l’Atalanta stava perdendo in casa contro il Genoa per 1-4. Un risultato che forniva qualche chance ai rossoblu ma il forcing finale non ha portato i risultati sperati e il goal di Franco Vazquez per i siciliani è stato determinante ed ha sancito il flop stagionale per i sardi.
Certamente la retrocessione in serie B del club del presidente Giulini è stata certificata ieri pomeriggio ma le ragioni di questo disastro sportivo provengono da lontano. I primi segnali giungono già da quest’estate con Zeman al timone della squadra. Il Caglari inizia bene il campionato, riesce ad inanellare una serie di prestazioni convincenti e tipiche del gioco offensivo del tecnico boemo. I sardi espugnano San Siro contro l’Inter, si impongono al “Castellani” di Empoli contro i toscani, vera rivelazione di questa stagione, con un sonoro 0-4, pareggiano al “San Paolo” contro il Napoli per 3-3, poi però questa macchina del goal si inceppa. La squadra sembra non seguire più i dettami tattici del tecnico boemo e dopo la sconfitta rimediata in casa contro la Juventus, la dirigenza sarda opta per il cambio di panchina. E forse questa si rivelerà la mossa che decreterà la retrocessione in B del Cagliari. Subentra il tamburino sardo Gianfranco Zola e nei due mesi del suo “interregno” i risultati sono insoddisfacenti, la squadra perde molti scontri diretti con rivali in lotta per la zona calda della classifica ed inoltre anche il mercato di riparazione invernale appare pieno di incongnite che si riveleranno poco avvezze ai ritmi del campionato di serie A. Cop, Mpoku, Diakite non apportano quella svolta tanto sperata e nei primi giorni di marzo viene richiamato alla guida della squadra , Zdenek Zeman. Il boemo atto secondo non convince affatto, i risultati positivi tardano ad arrivare, i rapporti con i veterani del gruppo, Conti e Cossu su tutti non sono buoni e il clima attorno si fa incandescente. Il punto più basso della stagione rossoblu si toccherà con l’incursione ultras al centro sportivo di Assemini quando la squadra verrà contestata pesantemente e voleranno anche degli schiaffoni verso alcuni giocatori rei di scarso impegno e attaccamento alla maglia. La barca è oramai naufragata, il boemo dopo la sconfitta interna con il Napoli decide di dimettersi dalla guida della squadra e il presidente Giulini prova l’ultima chance con la scelta interna di Gianluca Festa. I sardi cominciano a giocare con un certa spigliatezza, senza più grandi assilli di classifica e ottengono risultati sorprendenti come il successo esterno contro la Fiorentina e il pareggio allo Juventus Stadium. Ma è oramai troppo tardi, i punti persi nel corso della stagione sono stati tanti e recuperare in extremis sarà un’impresa dal sapore miracoloso. Ed infatti il miracolo non avviene, il Cagliari torna in B e Gianluca Festa, cuore storico rossoblu, ai microfoni dei giornalisti mostra tutto il suo rammarico e la sua delusione per questa retrocessione. Promette che i sardi onoreranno queste due partite che restano al termine della stagione e per il prossimo anno si augura di restare in sella alla squadra e afferma che ci vorranno calciatori che sentano scorrere nel sangue i colori rossoblu, perché risalire dalla serie cadetta non sarà facile e ci vorrà quella grinta, quel carattere, quella fame di vittoria che probabilmente in questa amara stagione è venuta meno.


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