L’“effetto Porto” si ripercuote sulla Roma

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Perotti RomaI giallorossi stanno vivendo un avvio di stagione alquanto complicato e sofferto, che ha messo a nudo i limiti caratteriali di una compagine costruita per primeggiare. Il pareggio ,in rimonta, subito contro il Cagliari è la testimonianza tangibile di qualcosa che non fila liscio all’interno della banda di Spalletti. Fino ad ora, i capitolini hanno ben impressionato solamente nella prima mezzora del match d’andata del play off di Champions League contro il Porto e nel secondo tempo della sfida contro l’Udinese, nella prima giornata di campionato. Per il resto l’approccio della squadra è completamente rivedibile con annesse due performance deludenti sia contro il Porto (questa volta nella disfatta del match di ritorno all’ Olimpico) e sia al cospetto dei sardi, quando il doppio vantaggio ottenuto grazie alle reti di Perotti e Stootman è stato vanificato dalla rimonta grintosa griffata Borriello-Sau. Ciò che maggiormente preoccupa sono i cali di tensione che la squadra manifesta costantemente. Gli uomini ,che scendono in campo, posseggono un imponente bagaglio d’esperienza oltre che notevoli qualità. La campagna acquisti ha regalato calciatori che possano permettere di compiere step ambiziosi, eppure tutto ciò ,per adesso, latita nel mostrarsi. Spalletti ha parecchi problemi da risolvere. Innanzitutto la difesa stenta a trovare i giusti meccanismi per apparire al più affidabile. In quattro partite, tra play off di Champions e campionato, i capitolini hanno subito ben sei goal, tanti per una compagine che mira a posizioni di prestigio in classifica. In avanti El Shaarawy è apparso in ritardo di condizione, non incidendo particolarmente contro il Cagliari e Dzeko rappresenta il rebus maggiore che attanaglia il tecnico di Certaldo. Dopo un buon pre-campionato, l’attaccante bosniaco è ripiombato nell’oblio che lo ha accompagnato per tutta la passata stagione. Abulico,sciupone sotto porta, inconcludente, sono queste le pecche che vengono additate all’ex centravanti del Manchester City che stenta fortemente nell’amalgamarsi con il gioco del tecnico Spalletti. Oltre ciò, vi è un problema di tenuta psicologica da risolvere. L’allenatore giallorosso, domenica sera, ha punito De Rossi non concedendogli la fascia da capitano, preferendogli Florenzi. Alla base di questa decisione vi è stata l’espulsione rimediata dal numero sedici giallorosso in occasione del match di ritorno del play off di Champions League contro il Porto, un atteggiamento che ha gravato pesantemente sul resto dei compagni, ponendo la strada in salita ai capitolini. La Roma giallorossa, per adesso, è scontenta. Tutti ipotizzavano ed auspicavano un avvio di stagione dai connotati differenti, casomai con una squadra in Champions tra le regine d’Europa, solida e concreta in campionato. Mentre il canovaccio è di tutt’altro spessore: i giallorossi sono piombati nella meno nobile Europa League e nelle prime due giornate, Udinese a parte, ha sofferto più del previsto contro un volenteroso ma non di certo blasonato Cagliari. Ci sarà molto da lavorare per Luciano Spalletti, soprattutto dal punto di vista psicologico, rafforzando le certezze dei suoi uomini per ripartire con uno slancio propositivo migliore, lasciandosi dietro le spalle, le pericolose scorie della bruciante e prematura eliminazione per mano del Porto.


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