Totò Di Natale, storia di un bomber di provincia

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Totò Di Nataledi Lorenzo Cristallo
Con la rete di domenica scorsa contro il Verona che ha regalato tre punti all’Udinese, Totò Di Natale ha realizzato il goal numero 206 in serie A. Una rete importantissima, in quanto il suo goal supera nella classifica all-time dei bomber in serie A il divin codino Roberto Baggio e colloca il bomber campano in sesta posizione a ridosso di Giuseppe Meazza e Josè Altafini a quota 216.
Per l’attaccante napoletano superare in questa speciale graduatoria, un “mostro sacro” come Roby Baggio è un qualcosa di unico ed emozionante. Di Natale ai microfoni dei giornalisti ha sottolineato come sia orgoglioso di questo traguardo personale e di essere onorato di aver scavalcato un campione, ex pallone d’oro come il “divin codino”. Totò con questi goal ha contribuito anche in questa stagione al conseguimento della salvezza dell’Udinese, ma sul suo futuro in terra friulana aleggiano dei dubbi. Di Natale vorrà concludere brillantemente quest’annata in maglia bianconera, ancora quattro partite per rimpinguare il suo bottino di reti personali e poi si vedrà. All’orizzonte si vocifera di un approdo nella Major League Soccer americana, oppure di un ritorno di fiamma dell’Empoli, squadra con cui debuttò in serie A e con la quale è in ottimi rapporti. Rimane alla finestra la Fiorentina di Vincenzo Montella, quest’ultimo estimatore e non di certo dell’ultima ora del bomber partenopeo. A fine campionato si vedrà, qualsiasi sia la scelta, di sicuro sarà la decisione migliore per Totò che non vuole appendere le scarpette al chiodo.
La carriera del trentottenne bomber campano è stata vissuta sempre in provincia. Laddove l’aria che si respira è sana, le pressioni non sono tante ed esprimersi al meglio è possibile. Quando partì giovanissimo da Napoli per trasferirsi ad Empoli, la nostalgia di casa era tanta. Una sera decise anche di scappare e tornare dai suoi genitori. Fu allora Montella, all’epoca attaccante della squadra toscana a far riflettere il giovanissimo Totò che abbandonare il calcio per tornare tra la sua gente sarebbe stato un errore madornale. Le qualità di Di Natale erano chiare fin da subito e far prevalere la nostalgia piuttosto che l’abnegazione a continuare in uno sport che lo avrebbe reso famoso sarebbe stato deleterio. E da lì inizia la cavalcata al successo di Totò che debutta in serie A con il club toscano e si fa conoscere al grande pubblico a suon di goal . Segna contro il Milan a San Siro, timbra il cartellino all’Olimpico contro la Roma, trafigge Buffon contro la Juventus. L’escalation di Di Natale è sotto gli occhi di tutti. Arriva la chiamata in nazionale e il debutto nel novembre del 2002 a Pescara nell’amichevole contro la Turchia. Poi il passaggio all’Udinese e la classifica cannonieri conquistata per due stagioni consecutive (2009/2010 e 2010/2011). Realizzò ben cinquantasette reti in queste due annate. Stagioni spettacolari che indussero la Juventus a puntare sull’attaccante partenopeo. Ma rimarrà nella storia di Di Natale ed anche della Vecchia Signora, il grande rifiuto di Totò. L’attaccante disse “no” ai bianconeri per continuare a vestire un’altra casacca bianconera, ma quella dell’Udinese. La sua carriera da lì in avanti proseguirà a suon di goal sempre con la maglia dei friulani fino all’ultimo atto andato in scena domenica scorsa al “Bentegodi” di Verona, quando con un colpo di tacco magistrale su assist di Widmer, regala tre punti preziosi ai friulani e si regala la gioia numero 206. Un goal storico e che farà storia. Un bomber d’altri tempi, mite, silenzioso, mai protagonista sui social. Ha fatto dell’impegno costante, del lavoro, dell’abnegazione e dell’umiltà punti cardine per costruire una carriera imponente e da vero campione. La provincia non gli è stata mai stretta, è lì che ha espresso il meglio di sé, è lì che è nata la favola di Totò Di Natale partito da Napoli con il sogno in tasca di diventare un goleador.


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