Real Madrid ai quarti (con brivido), Porto stellare

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Le prime due squadre a qualificarsi per i quarti di finale di Champions League sono Real Madrid e Porto. Fin qui, tutto normale; il pronostico pendeva decisamente dalle parte dei Blancos e dei lusitani, dopo i risultati positivi delle gare di andata. Ma lo sviluppo dei match di ritorno è stato diametralmente opposto per Ancelotti e Lopetegui, rispettivamente tecnici delle Merengues e dei portoghesi. Per Don Carlo fischi e inviti ad andarsene, per l’allenatore del Porto un trionfo di applausi.

downloadReal Madrid-Schalke 04 3-4 (and. 2-0, tot. 5-4)

20′ Fuchs (S), 25′ e 45′ C. Ronaldo (R), 40′ e 84′ Huntelaar (S), 53′ Benzema (R), 57′ Sanè (S)

Che il Real Madrid sia in un momento difficile, è una realtà sotto gli occhi di mezza Europa. La squadra guidata da Ancelotti ha perso la testa della Liga, fatica tremendamente in fase difensiva (l’anello più debole sembra essere il solito Casillas) ed è costretta ad affidarsi all’immancabile Cristiano Ronaldo, l’unico a saper togliere le castagne dal fuoco nei momenti topici. La cartina di tornasole dello sciagurato inizio di 2015 del Real Madrid è stato il ritorno degli ottavi di Champions contro lo Schalke, squadra che nella passata edizione del torneo i Blancos avevano letteralmente asfaltato.

Il 2-0 maturato in Germania lasciava ampi margini di tranquillità in ottica qualificazione, eppure l’inizio della partita del Bernabeu ha messo subito in chiaro che reparto arretrato e centrocampo del Real avrebbero incontrato i consueti ostacoli. Dopo venti minuti la coraggiosa banda di ragazzini guidata da Di Matteo trova il vantaggio con Fuchs: sul suo tiro inizia il calvario casalingo, di cui ampio protagonista è stato Casillas (almeno due dei quattro gol tedeschi pesano sui suoi guantoni). Basta poco per rialzare la testa, il tempo di lustrare quella di Cristiano Ronaldo che al 25′ pareggia con una imperiosa incornata, ripetendosi al 45′ (sempre di testa) dopo il secondo vantaggio ospite firmato Huntelaar. Per CR7 sono 78 le reti nelle competizioni Uefa, nessuno mai come lui (in attesa della replica di Messi).

Nella ripresa il Real Madrid trova la forza per mettere avanti la testa grazie al sigillo di Benzema. Qualificazione apparentemente di nuovo in ghiaccio. Ma i giovani scatenati di Gelsenkirchen non ci stanno e prima riequilibrano il risultato con l’euro gol del debuttante Sanè (la perla del 17enne profuma di predestinazione, così come il suo nome di battesimo – Leroy, il Re), poi trovano il 4-3 ancora con Huntelaar. Nei minuti finali Ancelotti vede gli spettri del passato milanista, i fischi del Bernabeu sanno di poca riconoscenza e gli inviti diretti a Carletto (“vattene”) suonano anche un po’ fuori luogo. Cristiano Ronaldo ha detto: “Io non parlo”, visibilmente stizzito dal comportamento del pubblico. La qualificazione comunque è arrivata, insieme alla certezza che queste Merengues non siano più super eroi.

download (1) Porto-Basilea 4-0 (and. 1-1, tot. 5-1)

14′ Brahimi, 48′ Herrera, 56′ Casemiro, 76′ Aboubakar

Due punizioni di rara bellezza, due tiri potenti e precisi da fuori, quattro gol che seppelliscono i propositi di grandezza del Basilea. In sintesi estrema l’ottavo di finale meno nobile, quello che vedeva opposti i lusitani agli svizzeri, è stato questo: una dimostrazione di forza e superiorità dei padroni di casa, sia sul piano del gioco che della personalità, unite alla mira da cecchini dei quattro cavalieri Brahimi, Herrera, Casemiro e Aboubakar.

Il poker di schiaffi del Porto ai malcapitati elvetici sancisce il ritorno tra le otto migliori d’Europa, dopo 6 anni, del Clube. Lopetegui, allenatore preparatissimo, può festeggiare l’impresa maturata in centottanta minuti di bel gioco e fame implacabile. Al do Dragao i portoghesi partono con l’handicap dell’infortunio a Danilo (uscito in barella dopo un violentissimo scontro con il suo portiere), ma indirizzano il match dopo appena un quarto d’ora con la magia di Brahimi.

Il Basilea di Sousa e Samuel (l’ex interista del triplete il peggiore in campo dei suoi) prova a rimanere in partita, con una rete trascinerebbe il discorso ai supplementari. Però il Porto ne ha di più e nella ripresa arriva l’uragano. Tre gol in quarantacinque minuti, puro spettacolo balistico in campo e coreografico sugli spalti. Brahimi mette lo zampino ovunque: l’algerino classe ’90, dopo la gara in sordina dell’andata, si riscatta ampiamente tra le mura amiche dimostrando il suo reale valore. Le eventuali avversarie del Porto sono avvertite.


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