Champions: Psg epico, Bayern Monaco granitico

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Al netto degli errori arbitrali – cartellini rossi estratti con troppa fretta da Kuipers e Collum, più altre sviste -, sia a Stamford Bridge che all’Allianz Arena ha meritato di passare chi ha giocato meglio. Qualche volta il calcio riesce ancora a seguire logiche vere, prive della mano capricciosa della breriana dea Eupalla. Così Psg e Bayern Monaco guadagnano il pass per i quarti di Champions League a scapito di Chelsea e Shakhtar: Lucescu e soprattutto Mourinho salutano anzitempo il massimo torneo continentale, il primo con la consapevolezza di aver avuto la sfortuna di sbattere contro un muro tedesco invalicabile, il secondo con la certezza di essere incappato nel Psg più gagliardo della storia recente.

Silva-gol-Chelsea Chelsea – Psg 2-2 (and. 1-1, tot. 3-3, qual. Psg per maggior numero di reti in trasferta)

82′ Cahill (C), 86′ D. Luiz (P), 96′ rig. Hazard (C), 114′ T. Silva (P)

L’epilogo della sfida infinita tra Chelsea e Psg è la faccia di Mourinho, che ai microfoni del post partita getta la maschera del pre-tattico fastidioso (non ce n’è più bisogno) e ammette serenamente che Blanc e i suoi hanno giocato meglio, quindi meritato di passare il turno. Onore allo Special One per l’analisi obiettiva, ma era impossibile non notare la superiorità dei parigini nell’arco dei 120 minuti di gioco (diremmo 210, considerando anche l’andata). A proposito: il tecnico portoghese sarà sempre “Special” per i tifosi del Chelsea, però solo 7 vittorie in 24 sfide ad eliminazione diretta in Champions non fanno sorridere Abramovich.

Seppure le quattro reti sono arrivate a ridosso del novantesimo e nei supplementari, tutta la gara è stata un susseguirsi di emozioni forti spesso dall’accento francese. Anzi, italiano, visto che nelle file del Psg, dall’allenatore in su, tra ex protagonisti della A e talenti azzurri, la lingua preferita sembra essere quella di Dante. Gli uomini di Blanc non soffrono l’ambiente, non patiscono la sudditanza di Mou e dei Blues, non accusano quasi nemmeno l’inferiorità numerica sostenuta per 90 minuti. Quando alla mezz’ora Kuipers decide (sbagliando) per il rosso diretto a Ibrahimovic, reo di un’entrata dura su Oscar ma al massimo da giallo, la gara sembra doversi mettere sui binari dei padroni di casa. Eppure già fino a quel momento l’aveva fatta da padrone l’organizzazione tattica del Psg, e da lì in avanti saranno sacrificio e convinzione a fare il resto.

Verratti, Cavani (palo clamoroso al 57′), Pastore, Lavezzi: fantasia e abnegazione al potere, armi che un tempo Mou usò per vincere l’ottavo con l’Inter proprio contro il Chelsea a Londra, armi che Blanc ha messo in campo per tentare l’impresa. Riuscita, in 10 contro 11 per quasi tutto il match. Riuscita anche grazie a David Luiz e Thiago Silva: la coppia di centrali brasiliani è il valore aggiunto in termini di esperienza e talento, di carattere e forza sulle palle inattive. Non è un caso che il gol dell’ex (ampiamente festeggiato da Luiz) e la rete decisiva di Silva (dopo aver ingenuamente causato il rigore del secondo vantaggio Blues) siano arrivate da calci piazzati, come del resto i gol del Chelsea. Certe gare si decidono così, sul filo di lana e con episodi. Che si vinca o si perda, questa è ancora la meraviglia del calcio.

Ribery-Badstuber-Mueller Bayern Monaco – Shakhtar D. 7-0 (and. 0-0, tot. 7-0)

4′ rig. e 52′ Mueller, 34′ Boateng, 49′ Ribery, 63′ Badstuber, 75′ Lewandowski, 87′ Goetze

I “gufi” avevano già emesso la loro sentenza: Guardiola non è più un ragazzo prodigio, macché stregone; con tutti quei talenti e quel sistema di gioco si è complicato la vita. Fa niente se ha 11 punti sulla seconda in Bundesliga, quel che conta è la campagna europea: lo 0-0 in Ucraina aveva fatto uscire dalle tane i detrattori del tecnico catalano.

Poi però quegli stessi menagrami hanno fatto di nuovo perdere le loro tracce, perché dal 4′ minuto è stato fin troppo chiaro che la sapienza di Lucescu non avrebbe potuto nulla contro i 5 giocatori offensivi – fenomeni – schierati dallo spagnolo. Il rigore (sacrosanto) trasformato da Mueller spiana la strada ai bavaresi, cui certo non serviva la superiorità numerica per asfaltare lo Shakhtar (Collum sventola il rosso a Kucher con troppa e ingiustificata fretta).

Il fortino degli ospiti tenta di resistere agli assalti plurimi della banda di casa, riuscendoci fino alla mezz’ora circa quando Boateng conclude una bella azione corale con un tap-in che vale il 2-0 e la certezza del passaggio ai quarti. Ma cosa fai, ti fermi lì? Eh, no. Parte il rullo tedesco, crolla il castello di carta ucraino e in rapida successione giungono cinque gol nella ripresa. Una manita piazzata da cinque giocatori diversi che sancisce un tondo 7-0 finale. Non è il primo della stagione – la Roma ricorda perfettamente i sette schiaffi dell’Olimpico -, non è l’unico nella storia recente del Bayern in Champions: quattro volte l’armata bavarese è riuscita a piazzare l’iper cappotto in sfide europee.

La sola nota negativa per Guardiola è rappresentata dal doppio infortunio Robben-Ribery: niente di grave comunque per entrambi, usciti più per evitare seri danni che altro. L’olandese ha accusato un risentimento muscolare al flessore della coscia sinistra, il francese è stato vittima di uno scontro di gioco che gli ha procurato una leggera distorsione alla caviglia.


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