La gestione Ventura: un declino evidente dopo il ko in Spagna

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Ieri sera si è materializzato quanto di più brutto ed inaccettabile potesse accadere al calcio italiano. Gli azzurri non parteciperanno alla prossima edizione del Mondiale in Russia. Ora è tempo di processi, di additare i capri espiatori di questa disfatta, oltre agli addii di Buffon, Barzagli, De Rossi, uomini che nel 2006 alzarono al cielo la Coppa del mondo, ai quali si unirà, molto probabilmente, anche Giorgio Chiellini. Sarà il momento di pensare ad un nuovo corso, ad una nuova gestione federale del calcio di casa nostra e soprattutto di puntare su un nuovo commissario tecnico. A breve verranno fuori identikit su chi possa rivestire il ruolo di c.t. in Italia, Paese al momento deluso ed amareggiato per questa sconvolgente eliminazione avvenuta ad opera di una rocciosa, ma modesta tecnicamente, Svezia. Giampiero Ventura, figura fondamentale e centrale nel progetto azzurro, durante il dopo gara di ieri sera, ha dichiarato in sala stampa, di non essersi ancora dimesso, di voler prima confrontarsi con i vertici della FIGC, in primis con il presidente Carlo Tavecchio, e tutto ciò non è che sia stato particolarmente gradito ed apprezzato dalla critica e dai tifosi. Ripercorrendo la parabola dell’ex tecnico granata sulla panchina della Nazionale italiana, potremmo identificarla in un qualcosa di discendente, che tocca il punto più in alto a metà del suo cammino, per poi eclissarsi dopo la batosta rimediata in Spagna, lo scorso 2 settembre. Da lì in avanti le crepe con una parte dello spogliatoio si sono evidenziate, probabilmente il rapporto con i senatori della squadra si era irrimediabilmente incrinato e ciò che lascia più perplessi è stato il mancato utilizzo di Insigne in queste due sfide decisive contro la Svezia. Lo “scugnizzo” napoletano ,tra i più in forma in questo campionato, artefice del prestigioso, sino ad ora, cammino del Napoli, e punto fermo di Sarri nel tridente avanzato, si è dovuto accontentare di circa un quarto d’ora nelle vesti di mezzala nel match d’andata a Solna e di restare in panchina per gli interi 95 minuti a San Siro. Motivo di questa esclusione? Insigne non rientrava nei piani di Ventura, soprattutto nel 3-5-2 adottato contro gli scandinavi. Non che il numero ventiquattro del Napoli abbia sfoderato eccelse prestazioni nel 4-2-4, ma come è stato possibile che in occasione di un dentro-fuori di tale portata, l’Italia potesse fare a meno di uno tra i calciatori più talentuosi e funambolici presenti in rosa? Addirittura gli è stato preferito Gabbiadini che prima di ieri sera aveva disputato poco più di 30 minuti durante l’era Ventura. Bocciare Insigne è stato un errore madornale, pagato a caro prezzo. Forse gli azzurri sarebbero stati ugualmente eliminati, ma in base a quanto visto in questi centottanta minuti al cospetto della rocciosa difesa scandinava, siamo certi che un calciatore dalle caratteristiche del partenopeo, non avrebbe fatto comodo alla nostra squadra? Tanti gli interrogativi emersi. Interrogativi che Ventura porterà con sé, il quale inevitabilmente dopo la serata di ieri verrà ricordato solo ed esclusivamente per essere stato il commissario tecnico che non ha portato l’Italia ai Mondiali. Di certo l’unico responsabile di questa disfatta non è l’allenatore ligure, immaginare un Carlo Tavecchio e il suo entourage esenti da colpe non sarebbe obbiettivo. Dimissioni, questa è la parola d’ordine che gli addetti ai lavori e i tifosi italiani vorranno ascoltare. Dimissioni da parte dei vertici dirigenziali della FIGC che hanno traghettato la Nazionale al di là del baratro e dimissioni di Ventura, il quale sarebbe alquanto inopportuno se proseguisse . Non ci sono più gli spiragli e soprattutto è ai minimi storici il suo appeal. Tra l’altro si ritroverebbe a dare il via ad un nuovo corso senza i senatori Buffon, Barzagli, De Rossi, e quasi certamente Chiellini, calciatori che probabilmente più di lui sono riusciti a fornire la scossa giusta ai propri compagni pur non riuscendo nel tentativo di acquisire il pass per Russia 2018. Dopo il 3-0 subito a Madrid, dopo quella scelta presuntuosa di schierare il 4-2-4 dinnanzi ai Maestri del calcio internazionale, Ventura ha dimostrato di non essere all’altezza di guidare la nostra Nazionale verso traguardi prestigiosi. Ha peccato di presunzione, di inesperienza nel calcare palcoscenici di primissimo piano. Anche le dichiarazioni rilasciate alla vigilia del doppio confronto contro la Svezia, quel sentirsi sicuro di passare il turno, è apparso ai più come una strenua forma di autodifesa, il convincersi di avere in mano un gruppo che non lo seguiva più. La scelta di optare per il 3-5-2 di “Contiana” memoria ha il sapore di dettame imposto dai big della Nazionale, che in vista del doppio spareggio hanno inconsciamente voluto dare una spallata al c.t. prendendo il comando di una squadra oramai allo sbando. Il pareggio interno durante la fase a gironi con la Macedonia è stato un cattivo presagio, di quello che dopo poco più di un mese si è materializzato. Il giocattolo azzurro si era rotto e Ventura non è stato in grado di ricomporlo in breve tempo. Forse era diventato impossibile fare di meglio ma non vedere nel prossimo mese di giugno Buffon, Bonucci, Chiellini, De Rossi, Verratti, Immobile, Insigne correre dietro un pallone per tentare l’assalto alla Coppa del Mondo fa molto male, infrange i sogni di ciascun tifoso italiano, cresciuto con le emozioni che la maglia azzurra è riuscita a regalare nel corso della sua gloriosa storia, storia di una compagine quattro volte sul tetto del mondo.


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