Gruppo G: tripletta di Müller e poker Germania, steso CR7

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GermaniaGermania – Portogallo 4-0 (3-0)

12′ rig, 46′ e 78′ Müller, 32′ Hummels

Un triplo Müller con una spruzzata di Hummels: ecco il drink che manda in hangover Cristiano Ronaldo e il Portogallo tutto. Nella giornata in cui ti aspetteresti di vedere il Pallone d’Oro mettere la propria firma sul Mondiale brasiliano, spunta il “falso nueve” teutonico: con una tripletta che lo affianca a gente come Klose e l’omonimo Gerd, il centrocampista del Bayern Monaco sale a quota otto centri in un Campionato del Mondo.

Il ciclone preparato da Löw però non è soltanto Müller, così come la disfatta lusitana non ha solo il profilo di CR7, limitato peraltro dal solito fastidio ad un tendine rotuleo. Lo strapotere tedesco in mezzo al campo e nel reparto offensivo si traducono con l’assenza di punti di riferimento per gli avversari (passaggi corti, continui scambi di posizione, alte frequenze almeno per tre quarti di gara) cui fa da contraltare l’inadeguatezza tattica della squadra schierata da Bento. Lo si capisce già in avvio, se ne ha la certezza quando Götze viene steso in area da Pereira e l’arbitro assegna il rigore che sblocca il match.

Si attende la reazione di Ronaldo, voce di una squadra e forse di un popolo intero – infervorato proprio dalle parole del fenomeno che, parafrasando Papa Francesco, aveva ribadito alla vigilia quanto serva unità per arrivare ai risultati, da soli si fa poca strada. Dopo il primo gol di Müller, tuttavia, il suo diktat passa da “esortazione” a “monito”: nel progressivo intristirsi portoghese, accentuato dal rosso diretto a Pepe per scaramucce con l’onnipresente Müller, le speranze di Ronaldo e soci si sciolgono alle alte temperature di Salvador. Bento perde Hugo Almeida per infortunio, Nani predica – balbettando – nel deserto, l’asso del Real Madrid è fischiato e lento come un fado e la Germania non placa la propria fame. Risultato: 3-0 a fine primo tempo con altro sigillo di Müller e testata di Hummels su calcio d’angolo (il difensore del Borussia Dortmund uscirà poi per una brutta botta al ginocchio destro).

Nella ripresa i ritmi si abbassano, la Germania non ha fretta e gestisce, il Portogallo ne avrebbe ma non ha benzina. Gli iberici dell’Ovest perdono un altro pezzo (Coentrao, problema all’adduttore destro), si vedono negato un rigore che a prima vista sembra solare e s’immusoniscono di più. Le occasioni migliori sono ancora di marca teutonica, per la gioia in tribuna della cancelliera Merkel; Müller cala il poker di squadra su respinta corta di Rui Patricio e si candida per diventare capocannoniere all’ombra del Cristo redentore, Cristiano da Madeira invece non assapora la gioia di un gol buono solo per calmare i nervi, trovando sulla strada l’ottimo Neuer a sbarrargli la porta.

Nello stadio che aveva salutato la selva di gol tra Spagna e Olanda arriva un’altra ondata di marcature. Bento e i suoi dovranno tentare di raddrizzare la barca se vogliono superare l’ostacolo del girone e fare compagnia, quasi senza bisogno di dirlo, all’armata di Löw. Non sarà facile perché il Ghana e gli Usa, di scena questa notte, non recitano il ruolo di sparring partner: sulla panchina a stelle e strisce siede un altro tedesco e predecessore di Löw, il navigato Jürgen Klinsmann; gli africani, nelle cui file milita Kevin Prince Boateng, negli ultimi due Mondiali sono sempre arrivati agli ottavi di finale. Il Pallone d’Oro è avvertito.

 


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