Play-off Euro 2016: Ungheria, pass e festa (ciao ciao Norvegia)

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Ungheria-agli-Europei-dopo-44-anniUngheria – Norvegia 2-1 (and. 1-0, tot. 3-1)

14′ Priskin (U), 83′ aut. Henriksen (N), 87′ Henriksen (N)

Il succo della festa magiara è tutto nella foto che correda questo articolo: Gàbor Kiràly, portiere di 39 anni della Nazionale ungherese e dell’Haladàs, esplode di gioia al triplice fischio di chiusura dopo il 2-1 dei suoi contro la quotatissima Norvegia. Lui, Kiràly, al di là dei meriti legittimi ascrivibili all’Ungheria, tra andata e ritorno ha tenuto in piedi la baracca con parate fondamentali per scrivere una nuova pagina di storia del calcio danubiano.

Quando Kiràly nacque, l’Ungheria del pallone non era più da un pezzo quella dell’oro olimpico (Helsinki 1952) e del secondo posto mondiale (Svizzera 1954); non era più la Nazionale di Ferenc Puskàs, Hidegkuti, Czibor e Kocsis. Anzi, proprio nel 1976 viveva l’onta della mancata qualificazione all’Europeo, dopo un buon quarto posto nel 1972. La bellezza di 44 anni più tardi, in mezzo ai quali c’è stato spazio soltanto per un Mondiale (Messico ’86) finito prestissimo, l’Ungheria potrà riassaporare un torneo continentale vivendolo da protagonista e, con tutta probabilità, toccherà proprio a Kiràly difendere la porta magiara nella prossima estate francese. A 40 anni tondi.

Lo avevamo scritto la scorsa settimana, a margine del match giocato in Norvegia: il calcio danubiano, quello che ha contaminato mezza Europa nella prima parte dello scorso secolo, non è che sia tornato. Non di prepotenza, almeno – per quello, forse, c’è la nuova scuola belga. No: il calcio dell’Ungheria è molto distante dal bianco e nero sfolgorante nato e morto con una nidiata di talenti irripetibile, intrecciata con la Storia di un Paese sotto il giogo dell’Unione Sovietica. L’attuale calcio ungherese offre meno talento, ma tantissima organizzazione e un carattere forte, coeso ed esteso ad ogni componente del gruppo costruito da Storck.

E si è visto anche ieri sera alla Groupama Arena. L’Ungheria, forte del risultato vincente maturato all’andata, non è scesa in campo a Budapest per difendere; tutt’altro, è partita con la quinta ingranata per fare subito male all’avversario e provare a mettere la qualificazione in ghiaccio. Dopo meno di un quarto d’ora, Priskin inventa il gol della vita entrando in area da sinistra, facendo partire un destro a giro che si spegne all’incrocio del palo più lontano. I norvegesi accusano il colpo e vacillano per tutta la prima frazione, salvo poi sfiorare il pareggio con Hovland al 45′: ma la zuccata del difensore del Norimberga muore sul palo.

Nella ripresa gli ospiti tentano di rientrare in partita, ma è lo strepitoso Kiràly a sbarrare loro la strada. L’Ungheria si scopre cinica e, dopo aver sofferto, chiude i conti: prima colpisce la traversa con l’indemoniato Dzsudzsak, quindi trova il 2-0 grazie all’autorete dello sfortunato Henriksen, che sugli sviluppi di un corner battuto da Bode svirgola l’impatto con la sfera e la manda a baciare il palo. Il portiere Nyland tenta il salvataggio ma la palla rotola pacifica in rete (83′). La Norvegia ha un moto d’orgoglio con lo stesso Henriksen, che al minuto 87 accorcia le distanze. Però non c’è più tempo: la festa è tutta dell’Ungheria, vera sorpresa di questo primo verdetto dei play-off.

ALTRI RISULTATI PLAY-OFF EURO 2016:

Bosnia Erzegovina – Irlanda  1-1 (ritorno oggi)

Ucraina – Slovenia 2-0 (ritorno 17 novembre)

Svezia – Danimarca 2-1 (ritorno 17 novembre)

 

 


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