Milan, il solito low cost: prestiti, parametri zero e il caso Bacca

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MilanPer la maggior parte degli italiani è tempo di vacanza o quasi. Per la maggior parte della maggior parte degli italiani (perdonate la ridondanza) è tempo di fare i conti con il portafogli: quindi sì le vacanze, ok partecipare, ma tentando di risparmiare il più possibile. Che cosa succede, spesso, con questo tipo di filosofia? Succede che qualche volta la qualità della vacanza risulta bassina. L’antico adagio “chi più spende, meno spende” ritorna come un mantra nelle orecchie dei cultori del low cost.

Per carità, questioni di necessità da trasformare in virtù. Chiedetelo a Galliani, per dire; domandatelo al Milan tutto. La Società rossonera, in questa sessione di mercato paladina assoluta del mercato low cost, è il turista che vuole, che deve esserci, ma che con grande probabilità si divertirà pochino. Come troppe volte negli ultimi anni, tra l’altro. Il tour operator del Milan non è cambiato, anzi, ha sempre la sua bella cravatta gialla e la testa glabra; oltretutto si rischia anche di perdere il solo animatore della passata stagione, quel Carlos Bacca che nel grigiore generale milanista aveva perlomeno mantenuto una media realizzativa da attaccante vero, giustificando i 30 milioni spesi per averlo a Milanello.

Già, non è un mistero che il bomber colombiano sia in uscita e che voglia giocare la Champions League (a buon diritto, a aggiungiamo, e non soltanto perché a breve spegnerà trenta candeline sulla torta di compleanno). Accantonata l’offerta del West Ham, preso atto dei timidi sondaggi di Arsenal e Borussia Dortmund, incassato il no obbligato del Psg per ragioni di quote extracomunitarie, per Bacca potrebbero addirittura aprirsi le porte di Barcellona.

Luis Enrique e l’ex d.g. e d.s. del Milan, Ariedo Braida, hanno infatti in nota il nome del colombiano, ma come seconda scelta: sul taccuino del Barça il primo è Vietto, classe ’94 dell’Atletico Madrid, che però non pare convinto perché la concorrenza in blaugrana è naturalmente spietata. Quindi ecco che Bacca potrebbe essere la scelta giusta. Il nodo resta il prezzo: il Milan vuole 30 milioni per non creare minus valenza a un solo anno dall’acquisto, il Barcellona è disposto a spendere al massimo 22 milioni, gli stessi stanziati per Vietto. Una strada di mezzo si può anche raggiungere, magari a 25: tanti ne servirebbero al Milan per arrivare al sostituto ideale individuato in Zaza, chiuso a Torino anche dall’arrivo di Higuain, oltre che da Dybala e Mandzukic.

Sembra una normale e assennata ipotesi di trattativa, se non fosse che stiamo parlando del Milan. Niente coppe europee anche quest’anno, il malcontento di un giocatore di alto profilo pagato una mezza fortuna dodici mesi fa, la necessità di trovargli una nuova sistemazione senza perdere denaro, la rincorsa – casomai – a un altro scontento che dalla Juve vincente andrebbe convinto a vestire la maglia del Milan, cosa non facile per ragioni di scarso appeal e di carenza progettuale dell’eventuale destinazione.

Ok, è arrivato Montella. Va bene, il Milan ha preso Lapadula a 9 milioni bruciando la concorrenza della Juventus piglia tutti (la sola operazione di mercato in stile vecchio Diavolo). Ma se le fasce difensive le si vorrebbe affidate ad Arbeloa, anni 33, gloria passata del Real Madrid e della Roja spagnola, uno che ha messo insieme 2.500 minuti scarsi nelle ultime due stagioni, beh, c’è di che dubitare. Ah, manca un dettaglio: Arbeloa è svincolato, così come l’altro nome accostato al Milan, vale a dire Caceres. Negli ultimi quattro anni il difensore uruguaiano ha visto più infermeria che campo. E non c’è bisogno di aggiungere altro.

Forse, ma non ne siamo sicuri, Giampaolo e Sarri non stanno masticando così tanto amaro per non essersi seduti sulla panchina del Milan. Forse, e su questo siamo più propensi verso la certezza, un certo Sinisa se la sta ridendo di gusto.

 


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