Play-off Champions: Valencia ai gironi, ma… El Shaarawy?

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valencia-alvaro-negredoLa Champions League 2015/2016 possiede già contorni precisi, seppure ci troviamo ancora al guado dei preliminari. Quei contorni appartengono ai confini che delimitano la penisola iberica. La Spagna, infatti, dopo il passaggio del turno di ieri sera del Valencia contro il Monaco, iscrive ai gironi di Coppa Campioni la bellezza di 5 Clubs: Barcellona (tra l’altro, inutile ricordarlo, detentore del titolo), Siviglia (campione uscente di Europa League, superfluo rammentare anche questo), Atletico Madrid, Real Madrid e, appunto, il Valencia.

In virtù di un record difficile da ripetere per chiunque – tranne forse proprio per gli spagnoli -, alla luce della spettacolare e recente finale di Supercoppa europea tra Barcellona e Siviglia, il profilo della prima parte di campagna europea sembra poter raccontare una bella storia a tinte gialle e rosse, come i colori della bandiera Rojigualda. Ma, al netto di precoci entusiasmi, con l’oste che ancora non ha preparato il conto, per il Valencia in particolare è stato difficile raggiungere un obiettivo inseguito nelle ultime tre annate. Gli uomini guidati da Espìrito Santo, nell’andata del Mestalla si erano imposti con un pressoché rassicurante 3-1, anche se quella rete subita in casa rappresentava una spina nel fianco da considerare con grande attenzione. Nella notte del Louis II, tutto è sembrato però filare liscio sin dal principio: già al 4′ (come nel match della scorsa settimana), grazie ad un regalone di Fabinho, Negredo infilava Subasic con un delizioso pallonetto dalla sinistra.

El tiburon di Madrid lasciava così intendere che il riscatto pagato dal Valencia al Manchester City (28 milioni di euro, mica bricioline) non è una cifra tanto assurda a dispetto della stagione scorsa non brillantissima. Alla luce non soltanto della rete ma anche dell’intera, generosa prestazione di sostanza offerta fino al momento del cambio da La fiera de Vallecas, per Paco Alcacer non sarà semplice tenersi stretto il posto da titolare come centro boa dell’attacco valenciano. Detto del vantaggio che spianava la strada agli ospiti, sempre più vicini ai gironi della competizione europea per antonomasia, c’era da giocare ancora una partita intera. Il Monaco, dopo i gravi errori dell’andata e il pessimo avvio del ritorno, cominciava lentamente a carburare e ad avanzare il proprio baricentro. Emergeva tuttavia un dato impietoso: il Valencia è più squadra, i monegaschi sono ancora un coacervo di individualità.

Il tecnico degli spagnoli ha avuto modo di costruire un impianto organizzato come un’orchestra, Jardim pare ancora ben lontano da un simile risultato ma riesce a salvarsi e a lottare sino in fondo grazie alla qualità dei singoli (mica tutti, però) e all’orgoglio, sostantivo di cui è sinonimo Andrea Raggi. L’italianissimo trentunenne spezzino, professione difensore, vive una seconda giovinezza calcistica da quando gioca nel Principato; ieri sera si è tolto la soddisfazione di timbrare per la prima volta una porta avversaria in Europa, un gol da vero e consumato attaccante. Un 1-1 che valeva non soltanto per lui ma per i sogni di rimonta della squadra (postilla: rete a parte, Raggi ha messo in campo una prestazione maiuscola).

Arrembaggio del Monaco che, tuttavia, tardava ad arrivare, vuoi un po’ per l’andamento difensivo a metronomo del Valencia, vuoi per la scarsa vena del pacchetto avanzato di Jardim: Dirar, Martial e Cavaleiro litigavano spesso con palla e avversari, a dimostrazione di una serata non felicissima. E qui, per quanto ci riguarda, sorge una domanda spontanea: ma… El Shaarawy? L’ex Faraone milanista, intristito da un’altra panchina e dalle ormai chiare gerarchie imposte da Jardim, si scaldava a lungo nella ripresa, speranzoso di poter fare il suo ingresso in campo e magari bissare la rete segnata contro lo Young Boys nel turno precedente. Invece, niente. E quanto sarebbe potuta servire la sua velocità  in attacco, per creare superiorità numerica e favorire gli inserimenti dei centrocampisti. Magari, ma è comunque il senno di poi.

Il 2-1 del Monaco giungeva lo stesso, grazie a una mischia risolta dal subentrato Elderson (seconda postilla: Jardim gioca a fare il mago e ci sconfessa, perché la rete viene confezionata da tutti e tre i giocatori entrati dalla panchina). Ma non è bastato. I francesi ripiegheranno sulla musichetta dell’Europa League, meno affascinante e meno remunerativa, utile però forse a Stephan El Shaarawy per leccarsi le ferite. Il Valencia centra invece il primo vero obiettivo della sua stagione, sebbene con una certa fatica, anche se la qualificazione non è mai apparsa davvero in pericolo.

RISULTATI PLAY-OFF CHAMPIONS LEAGUE (25 agosto):

Monaco – Valencia 2-1 (and. 1-3, tot. 3-4), Malmoe – Celtic 2-0 (and. 2-3, tot. 4-3), Shakhtar D. – Rapid V. 2-2 (and. 1-0, tot. 3-2), Maccabi T. – Basilea 1-1 (and. 2-2, tot. 3-3), Dinamo Z. – Skenderbeu 4-1 (and. 2-1, tot. 6-2)

IN PROGRAMMA OGGI:

Apoel N. – Astana (and. 0-1), Partizan B. – Bate B. (and. 0-1), Bayer L. – Lazio (and. 0-1), Bruges – Manchester U. (and. 1-3), Cska M. – Sporting L. (and. 1-2)

 

 


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