Milan: critiche eccessive, i giovani devono e possono sbagliare

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 Nel calcio, come in tanti altri settori dell’esistenza, non c’è memoria a lungo termine. Non deve stupire, in fondo la nostra specie si è evoluta sotto l’egida del hic et nunc (qui e adesso). Quello che però un po’ lascia basiti, è il fatto che sembra non esserci più neanche la memoria a breve termine e lo stiamo comprendendo dai social a proposito del Milan.

INVOLUZIONE FISIOLOGICA – Già, il Milan: una creatura in divenire, un’amalgama di giovani che nell’arco degli ultimi 6 mesi ha stupito, raccolto più di quanto sperato e, ad un certo punto, perso un pochino la rotta (solo 5 punti raccolti nelle ultime 5 gare di campionato, più l’eliminazione dalla Tim Cup). Normale, fisiologico. Eh, no: lo sarebbe se esistesse la memoria. Ma il popolo di internet, a quanto risulta, ne è sprovvisto. Prova ne sia il fatto che, all’indomani della sconfitta in Coppa Italia contro la Juventus (non il Fanfulla, sia chiaro, con tutto il rispetto per la squadra lodigiana), alcuni tifosi si sono scagliati contro i simboli del nuovo corso rossonero: Donnarumma e Locatelli.

Per chi la memoria ce l’ha e fa di tutto per tenerla allenata, già suona strano e inopportuno così. Ma come, un ragazzo di neanche 18 anni che come minimo ti ha salvato una decina di partite con le sue parate (e arrotondiamo per difetto…)? Ah, è distratto dal rinnovo del contratto e da Raiola; ah, sulla punizione di Pjanic ha sbagliato lui (!!!). E l’altro? Un imberbe centrocampista che di anni ne ha 19, reo di aver lasciato il Milan in 10 subito dopo il gol-speranza di Bacca? Quindi li vogliamo mettere alla gogna su certe basi? No, dai, non scherziamo.

ERRORI NECESSARI, ERRORI INESISTENTI – Partiamo da Locatelli. Sì, senza dubbio contro la Juventus ha sbagliato; l’entrata su Dybala è stata sconsiderata. Oltre al rischio di fare seriamente male all’attaccante, ha certo messo in difficoltà il Milan. Ma, a ben guardare, il suo errore nasce da un’intenzione intelligente: tentare il recupero palla in una zona avanzata del campo. Se ci fosse riuscito, si sarebbe potuta innescare una superiorità numerica importante e poi… chissà. Una valutazione errata nella misura della scivolata. Tutto qui. Quante se ne vedono fare da giocatori molto più esperti di Locatelli? Lui è stato ingenuo, ma è solo attraverso certi episodi che si può crescere.

Arriviamo a Donnarumma, cominciando dalla gara di campionato persa a San Siro contro il Napoli. Sulla seconda rete partenopea non si è fatto trovare pronto, verissimo: gol sotto le gambe, per giunta sul primo palo, quello che per antonomasia è di assoluta competenza del portiere. Capita. Qualcuno sostiene che non sia stato perfetto nemmeno sulla conclusione di Insigne in occasione del primo vantaggio ospite. Evidentemente, chi appoggia questa tesi o non ha mai giocato a calcio o al momento della fucilata del giocatore azzurro all’incrocio, guardava altrove. Stesso discorso sul 2-0 di Torino firmato da Pjanic: una punizione perfetta sul palo più lontano da Donnarumma. In quei casi è bravo chi tira, punto. Sì, leggere la traiettoria un po’ prima è possibile, ma non sempre ci si riesce. Quindi? Arrivare a dire che questi sono errori, oltretutto imputabili a una presunta distrazione mentale dovuta a mercato e rinnovo contrattuale, è tendenzioso.

EVITIAMO PRESSIONI INUTILI – Come Locatelli, è indubbio che anche Donnarumma abbia enormi margini di miglioramento. E resta il fatto che già al presente siano, nel loro ruolo, tra i più forti in circolazione a livello europeo. In più hanno una dote indispensabile: non temono l’errore. In altre parole, hanno carattere. Insomma, lasciamoli sbagliare. Lasciamoli crescere. Ne hanno il dovere, ne hanno la possibilità: il Milan di questo periodo storico è il terreno più fertile e possibile per diventare grandi con poche pressioni. Proviamo a tenerlo a mente, proviamo a conservare la memoria con i denti e le unghie. Altrimenti corriamo il rischio di bruciare talenti veri e di sicura prospettiva. Sarebbe un grosso peccato.

 


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