Champions: l’Europa scopre il Sarrismo, Napoli travolgente

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napoliPer tentare di descrivere questo Napoli, che tra Serie A e Champions League non ha ancora battuto un colpo a vuoto, partiamo dai numeri aggiornati: 8 gare disputate (6 in campionato, 2 in Coppa), 20 reti segnate e 8 subite, 6 successi e 2 pareggi (contro Genoa e Pescara). Punteggio pieno nel Gruppo B della campagna europea, primo posto blindato con 4 punti di vantaggio sulla seconda e, ciliegina sulla torta, per la prima volta 4 gol in una gara di Coppa Campioni/Champions.

Tanta roba. Il Napoli, oltretutto, fa paura specialmente quando gioca in casa: sempre a segno nelle ultime 18 partite disputate davanti al proprio pubblico, nessuna sconfitta nelle ultime 11: 8 successi e 3 pareggi. A impreziosire i numeri, l’affetto dei supporters che, anche ieri, hanno apparecchiato la tavola per la festa della squadra con quell’urlo collettivo sulle ultime note dell’inno Champions.

L’Europa, e in particolar modo la stampa portoghese, questa mattina si è svegliata con una nuova consapevolezza: il Napoli c’è e fa sul serio. Magari (quasi certamente, anzi) fino in fondo non riuscirà ad arrivare, ma ha le carte in regola per essere la sorpresa della competizione. Poi, sorpresa fino a un certo punto: il progetto di De Laurentiis prosegue, l’obiettivo è arrivare sì allo scudetto, ma in Europa negli ultimi anni gli azzurri hanno sempre fatto bene e sono in crescita. Insomma, sognare si può.

Tanto della consapevolezza europea intorno al Napoli la si deve a Sarri. Potrà non essere più simpatico come quando allenava l’Empoli, come nel momento in cui l’Italia si accorse dell’allenatore venuto dalla gavetta in silenzio e con grande competenza. Non è Guardiola, non è il Cholo Simeone. Però non esiste dubbio alcuno sul fatto che Sarri, il suo Napoli, lo sappia far girare a meraviglia. La sua puntigliosità tattica, la pignoleria in apparenza eccessiva, sono manna dal cielo specie quando si deve fare i conti con i fisiologici e umani cali di tensione.

Ecco, su questo Sarri è inappuntabile: ieri, sul 4-0, quando il Benfica ha trovato le reti per accorciare e mitigare la batosta, il tecnico toscano si è imbufalito come se i lusitani avessero trovato pari e vantaggio. Un’indicazione confermata dalla sua espressione torva a fine match, davanti ai microfoni. Questo è Sarri, mai soddisfatto se gli altri fanno gol, a prescindere che il suo Napoli abbia già piazzato lì il poker.

Ecco, il poker al Benfica: terrificante. E proprio così, con il sostantivo terrore, i quotidiani portoghesi hanno salutato gli 8 minuti nei quali il Napoli ha trovato 3 reti. Dal 50′ al 58′ i partenopei hanno pressato, asfissiato, lavorato ai fianchi gli ospiti costringendoli alla confusione mentale (chiedere a Julio Cesar per conferma) e alla resa prematura. A voler guardare il bicchiere mezzo vuoto (cosa che Sarri avrà senz’altro fatto per le ragioni di cui sopra) ci sono quei 2 gol subiti: 8 in altrettante partite significa una rete ogni 90′, cosa che in certe sfide potrebbe risultare fatale.

E della differenza reti, benché a oggi quella del Napoli sia molto positiva, bisogna tenere conto in virtù del precedente bizzarro con Borussia Dortmund e Arsenal. Per questo lo spogliatoio azzurro festeggia, sì, ma con la testa già alla gara del 19 ottobre contro il Besiktas: sarà quasi un match point per avvicinare ancora di più gli ottavi di finale, considerando che i turchi sono al secondo posto con 2 punti, dopo l’1-1 con la Dinamo Kiev. Vietato, dunque, cedere ad altri cali di concentrazione.

 


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