Europa League: tracollo Inter e Sassuolo, ok Roma e Fiorentina

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interE niente, De Boer non ce la fa a capire come sia potuto accadere ancora. Inter-mittente, verrebbe da dire a proposito dei nerazzurri, reduci dalla seconda batosta europea consecutiva dopo una mini striscia positiva e convincente in campionato. La riscossa dell’Inter partita con il successo sulla Juventus, proseguita contro l’Empoli e parzialmente fermata dal pari interno con il Bologna, ha trovato il semaforo rosso a Praga. Un gran brutto semaforo rosso.

Il 3-1 con cui lo Sparta ha sancito lo zero in classifica dell’Inter nel Gruppo K di Europa League, somiglia tanto a una mezza sentenza: per arrivare ai sedicesimi servirà un miracolo. Non tanto per il valore delle avversarie di De Boer & C. (cui manca ancora l’esame Southampton), quanto per la confusione mentale che spesso prende in ostaggio la banda della Pinetina.

Come ieri: primo tempo sconcertante, nessun tiro in porta, nessuna manovra offensiva degna di questo nome e troppi buchi dal centrocampo in giù. Due gol subiti in venticinque minuti dicono tanto e la reazione timida dell’Inter ancora di più. Il capro espiatorio anche questa volta pare essere Andrea Ranocchia: un suo errato rilancio apre le porte al primo vantaggio dei padroni di casa (con la complicità di Melo e Murillo, va detto) e l’espulsione sul 2-1 lascia i suoi in dieci mettendo la pietra tombale sul match. Addossare tuttavia il disastro sulle sole spalle del difensore interista sarebbe ingiusto. Qualcosa non funziona ancora come dovrebbe, specie nella testa dei giocatori: su questo, oltre che sulla tattica, dovrà concentrarsi De Boer nel prossimo futuro.

Più o meno la stessa cosa che dovrà fare Eusebio Di Francesco, tecnico del Sassuolo: dopo una bella cavalcata senza macchia nel primo scorcio della campagna europea degli emiliani, contro il Genk è arrivato il primo muro. I belgi si sono imposti per 3-1, un risultato che con la complicità del successo del Bilbao sul Rapid Vienna, riporta il Gruppo F in totale equilibrio (tutti a 3 punti). Niente drammi, per carità: Di Francesco dovrà essere bravo a far passare questo messaggio, perché in fondo si tratta comunque e sempre della prima esperienza internazionale nella storia del Sassuolo.

Dopo il giovedì di Coppa, sorridono invece Fiorentina e Roma. La squadra di Paulo Sousa si sbarazza del Qarabağ con un netto 5-1 tra le mura amiche del Franchi: troppo fragile l’impianto del club azero per poter far fronte al maggior tasso tecnico e di esperienza della Viola. Dopo un inizio di stagione tra molti bassi e pochi alti, una vittoria di questo genere (a prescindere dall’avversario) può restituire un po’ di ottimismo e consapevolezza nella testa dei gigliati.

Grosso modo il medesimo principio che vale per la Roma: ecco l’altro sorriso di serata che ha il profilo del neo quarantenne Francesco Totti. All’Olimpico il capitano inventa calcio di fronte ai rumeni dell’Astra Giurgiu, terzultimi nel proprio campionato; d’accordo, non davanti al Real Madrid, ma resta il fatto che Totti ancora una volta si è caricato sulle spalle la squadra dispensando perle di calcio.

Il 4-0 finale, che dà nuovo ossigeno a Spalletti e soci, porta la firma multipla di Re Francesco: assist a Strootman e Salah per il primo e il terzo gol, più la punizione che prende portiere e traversa propiziando il sigillo di Fazio. Poi ci sarebbero altre giocate da capogiro, tipo il tacco per Salah che si divora la rete, o le urla distribuite ai compagni (soprattutto Iturbe) rei di poca concentrazione. Ha ragione, Totti, quando dice che sta meglio di quando aveva 25 anni. Gli crediamo. Parecchio.


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