Focus estivo: euro veleni su cui riflettere (il Milan insegna)

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MihajlovicTra tensioni e veleni, il calcio d’agosto non è più quello di un tempo. Eh, grazie, hai scoperto l’acqua calda; sarà pure un luogo comune, ma uno di quelli che ti costringono a riflettere. La Juventus incerottata, Milan e Inter cantieri aperti con poche certezze e carestia di gol, Napoli alle prese con il caso Gabbiadini: nemmeno un mese di stagione e già le infermerie sono piene di lungo degenti (anche i rossoneri “contribuiscono” con Niang), e gli animi si surriscaldano ma non per via delle temperature estive. Non che in giro per l’Europa la musica sia sempre tanto differente, basti pensare al vetriolo gettato da Mourinho ogni qualvolta incrocia la stampa; oppure alla stizza e alla vena karateka di Guardiola nel tunnel degli spogliatoi durante l’intervallo di Bayern-Milan, il suo battibecco assai polemico con De Jong, pronto a rispondere a petto in fuori.

Insomma, calcio specchio dei tempi. Eh, grazie ancora, hai ri-scoperto l’acqua calda. Vero, verissimo, tuttavia vale la pena puntare il fascio di luce su questo preciso tempo che stiamo vivendo. Non dovrebbe essere normale vedere scontri tra tifosi a margine di una partita amichevole estiva (chiariamo: non è mai normale che accada, nemmeno durante le gare ufficiali), non dovrebbe essere giustificato un procuratore che si lamenta perché il suo assistito fa panchina durante match che contano poco e in pieno ritiro pre-stagionale (querelle Gabbiadini docet). Parimenti, dovrebbero essere considerate assurde tournée massacranti che spezzano il ritmo preparazione, tournée di cui vittima sono e restano i Clubs più blasonati che, calendario alla mano, hanno già di fronte a loro annate senza respiro tra Campionati, Coppe nazionali ed europee. Ma gli sponsor premono e la casse piangono più o meno per tutti (e, in ogni caso, denaro chiama eternamente altro denaro).

Discorsi da bacchettoni, da retrogradi? Forse, ma resta il fatto che quegli idoli domenicali erano, sono e saranno pur sempre esseri umani. Perciò volubili: banalmente, provate a cambiare materasso e cuscino due o tre volte a settimana, a spostarvi da un albergo ad un altro in Paesi distanti migliaia di chilometri nell’arco di meno di due settimane. Il vostro umore, le vostre capacità cognitive e fisiche resterebbero immutate? Avreste la medesima energia? Sareste costantemente sereni? Difficile. In sostanza: un sistema nel quale si spremono gli atleti prima ancora che i giochi veri abbiano inizio, e contestualmente si pretende da loro il massimo perpetuo, salvo impallinarli di giudizi non appena – a buon diritto – restano con il fiato corto o sono di malumore, è un sistema da cambiare. E in fretta. Perché non ci si può lamentare se alcuni esseri umani, seppur considerati elitari, a certe condizioni “sbroccano” presto. Non ha senso la pazienza a orologeria nei confronti di questo o quel calciatore, di questo o quel tecnico (Mihajlovic e il Milan sono un buon esempio).

Ah, già, dirà qualcuno: prendono i miliardi, che si adattino a cambiare hotel e Stato anche ogni giorno, vorrei essere io al loro posto. Bravi, provate a stare al loro posto e poi ne riparliamo. E, comunque, anche quella delle buste paga da nababbi è una vecchia storia. E’ acqua calda scoperta molti anni fa. E’ un antico e trito luogo comune. Ma nessuno batte ciglio, nessuno è considerato bacchettone o retrogrado se ci casca ogni tanto. Specchio dei tempi.


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