Olimpiadi, i club possono trattenere i propri calciatori

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Leo MessiIl TAS, il Tribunale Arbitrale dello Sport di Losanna, ha sentenziato che le squadre di club non sono obbligate a mandare i propri calciatori a disputare il torneo olimpico di calcio. Come spiegato qui, si tratta di una notizia che certamente farà contenta la dirigenza del Barcellona che da tempo si era battuta per far ritornare Leo Messi dal ritiro della nazionale argentina, per poterlo schierare nel preliminare di Champions League. Molto probabilmente i giocatori rimarranno in Cina per disputare il torneo ma la decisione, a mio avviso, è abbastanza sconcertante. Se chiedessimo a qualsiasi altro atleta, di qualsiasi altra disciplina diversa dal calcio, quale competizione vorrebbe vincere nella propria carriera, sicuramente al primo posto ci sarebbe l’oro olimpico. Per i calciatori, spesso, non è così. Come mai, mi chiedo, questa disparità di giudizi? Purtroppo, ritengo che i soldi siano la risposta. A livello economico, infatti, l’Olimpiade, per le società di calcio e per i propri tesserati, non è un vantaggio come potrebbe essere un mondiale o un europeo. Il torneo calcistico, che si disputa in un periodo dove i club iniziano a scendere in campo per i tre punti, non ha una visibilità che possa aumentare il valore dei giocatori che, anzi, rischiano di svalutarsi in caso d’infortunio. Lo spirito olimpico passa, quindi, in secondo piano rispetto all’interesse economico, non c’è da stupirsi se poi, durante questa manifestazione, i calciatori vengono guardati dagli altri atleti con una certa diffidenza.


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