Roma-Milan 1-0: rimpianto Niang, perla Naingollan

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 Roma – Milan 1-0 (0-0) 17′ s.t. Naingollan

Lo avevamo anticipato ieri, nel pezzo di presentazione della sfida dell’Olimpico: sulla carta, la vera anti Juve era la Roma. Dopo il big match contro il Milan, perciò a bocce ferme, sostituiamo era con è. Più che risultato e prestazione, lo dimostra un vecchio teorema calcistico sempre valido: puoi giocare male, puoi essere falcidiato dalle assenze (e magari perdere pezzi durante la gara, tipo Bruno Peres), ma se in campo hai almeno un giocatore che sa fare la differenza con un’invenzione, il classico coniglio estratto dal cilindro al momento opportuno, i risultati li porti a casa.

Il calcio è fatto di episodi (altro teorema), prova ne sia il fatto che nella prima frazione è il Milan a condurre le operazioni dopo lo spavento iniziale per l’occasione capitata a Dzeko. All’apice della pressione rossonera e dello sbandamento giallorosso, ecco l’attimo che ferma il tempo e che può indirizzare una partita: il proverbiale calcio di rigore, in questo caso sacrosanto (Szczesny che stende Lapadula dopo l’efficace imbeccata di Bertolacci).

Episodio dentro l’episodio: sul dischetto si presenta ancora Niang. Perché ancora? Perché contro il Crotone, settimana scorsa, il giovane attaccante del Milan si era fatto ipnotizzare da Cordaz, sprecando l’opportunità più cristallina che il pallone mette a disposizione. Di più: Niang, tra Ligue 1 e Serie A, aveva fino a ieri fallito 3 penalty su 6. Numeri che avrebbero potuto suggerire a Montella di cambiare il rigorista designato. I numeri, oggi, sono ancora più impietosi: i tiri dagli 11 metri sbagliati dal transalpino sono adesso 4 su 7, perché Szczesny ha replicato l’intervento del collega crotonese. E Niang, amareggiato a fine gara, ha dichiarato che il prossimo lo farà tirare a Lapadula.

Episodi, dicevamo. Da lì in avanti, almeno fino a fine primo tempo, non cambia molto: il Milan prova ancora a premere, sul piano del gioco Montella vince ai punti contro il maestro Spalletti. Però il brivido più grande è di marca romanista: Dzeko, ancora e sempre lui, spedisce a lato di un niente il diagonale rasoterra del possibile vantaggio. Nella ripresa la trama tattica è pressoché identica, tuttavia con due differenze sostanziali: la difesa della Roma passa a 4 in virtù dell’infortunio occorso a Peres – sostituito da El Shaarawy – e Dzeko lavora meglio di sponda, facendo salire i compagni.

Il centrocampo del Milan perde dinamismo ed efficacia, gli spazi diminuiscono. Poi, ecco spuntare il coniglio dal cilindro. Il mago che lo estrae è belga. Naingollan si libera con classe della marcatura di Locatelli e dai 25 metri esplode un sinistro chirurgico che non lascia scampo al semi incolpevole Donnarumma. Mancherebbe ancora mezz’ora alla fine, ma il Milan non riesce più a farsi pericoloso dalle parti di  Szczesny, mentre sono ancora i padroni di casa a sfiorare il gol, nemmeno a dirlo con Dzeko.

Lo scontro diretto dell’Olimpico termina dunque con la Roma che si porta via i 3 punti e che continua a far valere la legge di casa: tra le mura amiche, adesso, sono 8 i successi consecutivi in questo campionato. Ma Spalletti smorza i propositi di festa, settimana prossima altra gara da cultori: Juventus-Roma. Possibilità per i giallorossi di portarsi a -1 dalla capolista, ma impresa complicata anche dalla cabala: il tecnico romanista, infatti, in 21 precedenti contro i bianconeri ha incassato 17 sconfitte e 3 pareggi (una sola vittoria, ma in Coppa Italia).

Per il Milan, uscito tutt’altro che ridimensionato dallo stop di ieri sera, niente drammi. Montella deve certo guardarsi le spalle perché Lazio e Napoli sono lì, a un punto appena, però l’occasione di rifarsi a San Siro contro un’Atalanta sì sorprendente ma in involuzione, è ghiotta e alla portata. Magari approfittando di un passo falso romanista. In fondo, lo rimarchiamo ancora una volta, il verosimile obbiettivo del Diavolo era e resta un posto in Europa League. Scaramanzia, forse… tutto il resto è grasso che cola.

 


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