Champions League: Stasera Juventus-Ajax. Europa League: Giovedì Napoli-Arsenal.

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39 anni il prossimo luglio, internazionale da oltre un decennio, Ovidiu Alin Hațegan sarà l’arbitro designato dall’Uefa per Napoli-Arsenal, match che andrà in scena domani sera al San Paolo e che deciderà il passaggio alle semifinali tra azzurri e inglesi. Il fischietto romeno il San Paolo l’ha già conosciuto, due i precedenti a Fuorigrotta: nel 2016-17 aveva diretto lo 0-0 tra la squadra di Sarri e la Dinamo Kiev in champions League, nel 2013-14, invece, era lui l’arbitro designato in Europa League per la sfida vinta dalla squadra di Benitez sullo Swansea per 3-1. Con il Napoli un altro precedente: nel 2012-13 gli azzurri si erano imposti in casa dell’AIK Solna con la sua direzione arbitrale e il famoso gol vittoria di Cavani allo scadere. In questa stagione ha già diretto l’Inter a Barcellona in Champions e sempre i nerazzurri in casa con il Francoforte in Europa League, in entrambi i casi con una sconfitta per la squadra italiana. Così come fu sconfitta 1-2 la Juventus dal Manchester United a Torino lo scorso novembre, sempre con il romeno in direzione. Un anno fa, invece, era stato il fischietto della vittoria per 4-2 della Lazio sul Salisburgo in Europa League. Grande esperienza internazionale accumulata negli ultimi anni da Hațegan viste le designazioni ad Europei e Giochi Olimpici di Rio nel 2016. In molti, però, si ricordano di lui per quanto successo nel novembre del 2018: l’arbitro romeno, scoppiato in lacrime per la perdita della madre di poche ore prima, era stato abbracciato da Van Dijk al termine di un match tra Germania e Olanda di Nations League. «Quell’uomo era distrutto, aveva le lacrime agli occhi perché aveva appena perso sua madre. Gli ho augurato di essere forte e gli ho detto che aveva arbitrato bene: è una piccola cosa, ma spero che lo abbia aiutato» aveva detto il centrale del Liverpool a fine gara facendo il giro del mondo. (ilmattino.it)

«18-04-2019, pretendiamo la Coppa Uefa!» Questo il messaggio apparso nelle scorse ore in città, un lungo striscione apposto sulla scalinata dell’Orto Botanico di Piazza Carlo III, nel centro città. La firma non lascia luogo ad interpretazione, ad aver mandato il messaggio alla squadra di Carlo Ancelotti ci hanno pensato esponenti della Curva B che vogliono far sentire la propria voce in vista della gara di giovedì sera al San Paolo. Sarà uno stadio pieno quello che attende il Napoli al varco: la squadra di Ancelotti è chiamata all’impresa ma in città sono tanti i tifosi che ancora credono al passaggio del turno. Già mesi fa la Curva B si era esposta dopo l’eliminazione dalla Champions con un altro striscione in cui chiedeva già la vittoria dell’Europa League. (ilmattino.it)

Prosegue dinastia italiana come ct dell’Albania, perché dopo De Biasi e Panucci, la federazione ha deciso di puntare su Edy Reja. L’ex allenatore del Napoli, infatti, assumerà la guida della nazionale nei prossimi giorni. Mancano solo le ultimissime formalità, visto che domani Reja incontrerà a Tirana il presidente Armand Duka per definire i dettagli anche sulla durata dell’intesa. Questo perché l’allenatore italiano vuole prima toccare con mano quelle che sono le reali potenzialità per poter lavorare al meglio. Reja che è già stato in Albania nei giorni scorsi per i primi contatti, è alla sua prima esperienza da commissario tecnico. In estate si era parlato di un possibile ritorno di Reja al Napoli. Ma con un ruolo diverso rispetto a quello solito di allenatore. L’idea di De Laurentiis, infatti, era quella di affidare all’ex azzurro, la guida tecnica di tutto il settore giovanile per ripartire dalle fondamenta e sviluppare il progetto della Scugnizzeria da sempre prospettato dal patron del Napoli. Alla fine la cosa non si è concretizzata, anche se è stato evidente l’influsso di Reja sulla scelta dell’allenatore della Primavera, Roberto Baronio, che è stato un suo giocatore a Brescia così come alla Lazio. A proposito di Napoli, Reja avrà la possibilità di allenare Hysaj che è uno dei punti fermi della nazionale albanese. In questi giorni verrà definito anche lo staff che dovrebbe accompagnare Reja nella sua nuova avventura da commissario tecnico dell’Albania: il vice poteva essere Calori (che aveva anche partecipato al primo incontro a Tirana) ma è ancora sotto contratto con la Ternana (dove è stato esonerato) e non dovrebbero esserci presupposti per trovare intesa economica. (ilmattino.it)

Più che una partita, una occasione sprecata. L’Atalanta fallisce l’aggancio al Milan scontrandosi per 94 minuti contro il muro difensivo dell’Empoli. Tanto gioco prodotto, moltissime occasioni, alla fine solo un punto in tasca che conferma il sesto posto, ma non dà slancio in ottica Champions. Migliore in campo Dragowski che ha parato davvero tutto. Almeno 3-4 prodezze assolute nella sua serata. Buonissima la prestazione dell’Atalanta che ha confermato di avere idee, forza e condizione atletica. E’ mancato solo il gol. Il match di questa sera contro l’Empoli era una sorta di quasi match point per l’Europa League. In caso di vittoria, l’Atalanta, si diceva alla vigilia, avrebbe fatto un balzo notevole in classifica blindando di fatto L’Europa League e confermandosi candidata attendibile anche per la Champions. Ma la chance non è stata sfruttata. La gara è stata un assedio alla porta dell’Empoli nel primo tempo. Tranne un brivido iniziale (gran parata di Gollini su Farias), è l’Atalanta a fare la partita trasformandola in una sorta di tiro al bersaglio. Ci prova Hateboer su imbeccata di Iliicic al 9′: palla alta da distanza ravvicinata. Poi è de Roon a chiamare in causa Dragowski. Poi un doppio tentativo di Freluer e una conclusione di Zapata. Infine è Ilicic a stuzzicare i riflessi di Dragowski. Si gioca praticamente ad una porta. Il gol è nell’aria, ma non arriva mai. E l’Empoli si salva sempre. La ripresa comincia con il medesimo leit motiv dei primi 45′. L’Atalanta che attacca alzando i ritmi e l’Empoli che in primis pensa a chiudere gli spazi. E Infatti c’è subito una grossa chance divorata da Hateboer su cross del Papu Gomez. E poi è bravo ancora Dragowski su Zapata. E il portiere dell’Empoli è insuperabile anche sulla capocciata ravvicinata di Hateboer. L’Atalanta ci prova fino alla fine. E anche l’Empoli sfiora il vantaggio con Di Lorenzo. Ma sarebbe stata una beffa troppo grande. Il punto di ieri sera in casa bergamasca lascia un mare di rimpianti. (ilmattino.it)

Marco Pantani non era solo quando è morto: a parlare del suo decesso, avvenuto il 14 febbraio del 2004, è stato oggi Umberto Rapetto, già generale di brigata della Guardia di Finanza, davanti alla Commissione parlamentare Antimafia. «Si dice che Marco Pantani era sempre stato in quella stanza (in cui è stato trovato morto ndr) e che era solo. Eppure andando a scavare alcuni giornalisti hanno scoperto che lui da quella stanza è uscito», ha detto Rapetto. «Qualcuno era con lui quando la morte è arrivata», ha aggiunto il generale, che ha fatto riferimento in particolare «delle macchie di sangue» e di come, al momento del ritrovamento del cadavere, «era posto il braccio: non si può pensare che sia stato lo stesso ciclista a spostarlo». Rapetto inoltre ha voluto porre l’attenzione sulla presenza di un «enorme grumo di sangue sul pavimento con al centro una pallina bianca, intonsa, perfettamente bianca. È uno dei grandi misteri: nonostante sia stata nel sangue, la pallina non ne era stata intaccata». Il generale ha fatto notare che l’hotel in cui il campione alloggiava aveva «dei sotterranei e un garage, era un albergo usato forse anche per passare qualche ora in intimità, l’accesso dal garage era fuori da qualunque controllo». Un altro punto sul quale Rapetto ha sollevato l’attenzione dell’Antimafia è il fatto che il ciclista chiese più volte alla reception, il giorno della morte, di chiamare i carabinieri «perchè c’è qualcuno che da fastidio». Quel qualcuno, fa notare Rapetto, «potrebbe essere arrivato dal garage. Le Iene hanno sentito la ragazza all’ingresso dell’hotel e il proprietario: nessuno ricorda nulla nè ha idea del perchè non si sia dato luogo ad una richiesta di aiuto tanto insistente». (ilmattino.it)

A due mesi dall’ultima volta riecco Raul Albiol. Il centrale spagnolo è rientrato in città sabato e stamattina ha ritrovato a Castel volturno tutti i compagni e l’allenatore Carlo Ancelotti. Albiol ha svolto la prima parte di seduta con il gruppo e la seconda fase di allenamento personalizzato sul campo, come certificato dal sito ufficiale del club azzurro, fornendo dunque le prime indicazioni sul suo recupero. Vederlo in campo giovedì sera contro l’Arsenal al San Paolo, in una partita cruciale per la stagione azzurra, resta una possibilità remota visto che ancora non si è certi della tenuta atletica dopo un periodo così lungo di inattività, ma lo spagnolo farà di certo il massimo per concedere ad Ancelotti una sicurezza in più. Il resto della squadra ha svolto lavoro di scarico dopo la vincente trasferta di Verona contro il Chievo. (ilmattino.it)

Emozioni forti quando nel 1989 Renica segnò contro la Juve permettendo al Napoli nei supplementari di rimontare il ko dell’andata in Coppa Uefa. La conferma parziale arriva da Ottavio Bianchi, ex allenatore del Napoli, intervenuto a Kiss Kiss Napoli alla trasmissione Radio Goal: “Quando segnò Renica non scattò niente, in me, perché purtroppo non facevo il calciatore. Sarebbe stato bello viverla dal campo. Gli attori veri sono sempre i calciatori”.

(tuttonapoli.net)


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