I bimbi dimenticati dalla Nazionale

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ittSulla gazzetta, leggo che ci sono molti genitori delusi: a Modena, i giocatori si sono limitati a un semplice saluto ai bimbi presenti agli allenamenti. Niente incontro, niente stretta di mano, niente foto. Capisco e condivido la rabbia dei papà e mamma, e l’amarezza dei piccini. Tuttavia, il calcio di oggi è un’industria terrificante che tutto fagocita, senza lasciare spazio ad altro se non al business.

Quei ragazzotti in mutandoni sono aziende che fatturano decine di milioni di euro l’anno, fra ingaggi, premi, merchandising. Sono in mano a procuratori affamati di denaro, e ogni loro mossa è sotto la lente d’ingrandimento di dirigenti, affaristi, manager.

Nulla a che vedere con quanto accadeva negli anni ’70 e sino al Mondiale ’82, quando il trionfo in Spagna ha reso i giocatori italiani (quelli bravi) miliardari. Il calcio italiano è disumanizzato.

Il mio consiglio? Far seguire le partite in tv ai bimbi: li potranno vedere più da vicino che dal vivo.


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