Paolo Rossi

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“Ero triste, non riuscivo a trovare né la forma né la porta avversaria. Giocavamo contro il Brasile migliore della storia, ci davano tutti per spacciati. Ebbene, dopo cinque minuti, incredibile ma vero, vado in gol.

Impazzisco di gioia, mi sento liberato di un peso, mi sembra di volare, tutto mi riesce facile come se fosse entrata in azione una bacchetta magica.

Sono passati tanti anni e la gente, a distanza di così tanto tempo, mi ricorda ancora per i tre gol che portarono l’Italia in semifinale. Soprattutto i brasiliani. E aggiungo purtroppo…

Vi racconto un aneddoto. Un giorno, qualche anno dopo, ero a San Paolo per una partita di beneficenza.

Prendo il taxi e il tassista, ovviamente brasiliano, dopo aver fatto con la sua auto un centinaio di metri, mi riconobbe dallo specchietto retrovisore, frenò di colpo e urlando come un pazzo mi ordinò di scendere:

‘carrasco do Brasil! (boia del Brasile) Tu mi hai fatto soffrire da matti. Fuori da qui!… Mi voleva menare.

Scesi dal taxi quasi tremando… Lì mi accorsi che per i brasiliani quella sconfitta con l’Italia era ancora una ferita aperta. Avevo fatto piangere un intero popolo.”

-Paolo Rossi


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