A Sarri manca l’Italia ! Milan: Maldini Direttore Tecnico…

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Ma se davvero James Rodriguez scegliesse di giocare nel Napoli? Nei giorni scorsi è arrivata l’anticipazione de “Il Mattino”, ora anche i colleghi tedeschi di Kicker portano avanti queste teoria, decisamente supportata dalla stima enorme che Ancelotti ha sempre dimostrato nei confronti del giocatore e dall’ottimo rapporto che lega l’allenatore azzurro al super procuratore Jorge Mendes. Rodriguez, 27 anni, è andato al Bayern in prestito nel 2017 e il club tedesco aveva la possibilità di esercitare il diritto di riscatto per 42 milioni di euro alla scadenza del biennale, il 30 giugno prossimo. I campioni della Bundesliga però hanno deciso di non esercitare l’opzione di acquisto prevista nel contratto di Rodriguez. Il colombiano ha segnato 14 gol in 43 partite di Bundesliga per il Bayern ma ha avuto un rapporto difficile con l’allenatore Niko Kovac in questa stagione. E comunque vada a finire (ma Kovac al momento sembra confermato), il rapporto è arrivato alla fine. Ovviamente il Napoli proverebbe ad averlo in prestito e dovrebbe abbattere i suoi tetti salariali visto che James guadagna 8,5 milioni a stagione, ma il colpo sarebbe davvero sensazionale. Ma l’affare James, al momento una suggestione, potrebbe non essere l’unico argomento di cui Napoli e Real Madrid potrebbero parlare a brevissima scadenza. Dalla Spagna, esattamente dal quotidiano Marca, arriva un’idea che potrebbe diventare una vera e propria trattativa: il Real per realizzare una plusvalenza sarebbe pronto a vendere al Napoli tre giocatori di buon livello per una cifra non esagerata di 50 milioni totali. Si tratta di Ceballos (20 milioni), Marcos Llorente (15 milioni) e Theo Hernandez (15 milioni). Tre giocatori che Ancelotti conosce molto bene e che nel Real l’anno prossimo rischiano di non trovare posto ma solo a causa della campagna acquisti sontuosa che il presidente Florentino Perez sta facendo decollare per soddisfare le esigenze di Zidane. Dani Ceballos (22 anni) è un centrocampista centrale che il Real ha preso nel 2017 dal Betis Siviglia per 17 milioni di euro. Nato come attaccante, ha via via arretrato il suo raggio d’azione fino ad affermarsi come playmaker, molto tecnico, paragonato con un po’ di fantasia al grande Iniesta. Tutt’altro che comparsa nell’ultima stagione, ha totalizzato 23 presenze e 3 gol in Liga, 3 presenze in Champions League. Marcos Llorente (24 anni) può essere considerato l’erede di Raul Albiol, un centrocampista che con il tempo si è adattato anche a fare il difensore centrale e anche con buoni risultati, però nell’ultima stagione non è andato oltre le 7 presenze in campionato e 2 in Champions League. Prodotto del settore giovanile madridista, è stato fuori dalla Casa Blanca solo per un prestito al Deportivo Alavès.Theo Hernandez (21 anni) è un terzino sinistro di nazionalità francese. Nel’ultima partita è stato in prestito alla Real Sociedad, con 24 presenze e 1 gol all’attivo. E’ il fratello minore di Lucas Hernandez e dopo essere cresciuto nell’Atletico Madrid nel 2017 è stato preso dal Real che ha pagato la clausola di 30 milioni. Ma ora potrebbe far parte del pacchetto. Un Napoli targato Real al momento è una suggestione di mercato, ma le basi teoriche per questo tipo di trattativa ci sono tutte, compresi i rapporti con gli interlocutori. Non bisogna dimenticare che ai tempi di Rafa Benitez il Napoli prese dallo stesso Real giocatori di livello come Higuain, Albiol e Callejon. La storia può ripetersi. (mediaset)

Ultime fatiche per gli Azzurri di Roberto Mancini prima del rompete le righe estivo. Sabato ad Atene contro la Grecia e martedì a Torino contro la Bosnia, Chiellini e compagni cercheranno di mantenere la testa del gruppo J ottenendo due vittorie che varrebbero un piede a Euro 2020. Il ct è orientato a confermre il 4-3-3 che ha caratterizzato la suo corso azzuro. Il pacchetto di centrocampo sarà quindi composto dal doppio playmaker Jorginho-Verratti completato da Barella nelle vesti di tuttocampista. Se in difesa Chiellini e Bonucci sono sicuri di una maglia da titolare, sulle fasce il ct dovrà scegliere due tra Izzo, Spinazzola, Biraghi e Florenzi.Il dubbio più grande per il ct riguarda l’attacco. E’ tornato infatti tra i convocati, dopo l’esclusione per scelta tecnica di marzo, Andrea Belotti e in questo momento sembra favorito su Immobile e Kean. I due esterni saranno con ogni probabilità El Sharaawy e Chiesa, vista anche l’insdisponibilità di Politano che ha lasciato il ritiro azzurro per via di un risentimento alla caviglia sinistra.(raisport)

Il Qatar ospiterà le edizioni 2019 e 2020 del Mondiale per Club. Lo ha deciso la Fifa, nella riunione di Parigi. Saranno una sorta di test in vista dei Mondiali di calcio che si disputeranno nel 2022 sempre in Qatar.Il Mondiale per Club 2019 e 2020 saranno le ultime due edizioni con il vecchio format (le vincitrici del principale campionato delle sei confederazioni affiliate alla Fifa piu’ la vincitrice del campionato del paese ospitante): dal 2021 la manifestazione vedrà l’allargamento a 24 squadre, e dovrebbero svolgersi con cadenza quadriennale.(raisport)

Il Real Madrid ha deciso: niente Neymar.
Il club di Florentino Perez, riportano oggi i media spagnoli, ammira il brasiliano, lo considera un ‘galactico’ a tutti gli effetti ma teme il suo adattamento.
Secondo quanto riporta oggi ‘AS’, Wagner Ribeiro, l’agente di Neymar, è stato a Madrid tre settimane fa per incontrare Perez, aprendo la strada a un possibile accordo che però non convince del tutto la dirigenza madridista.

Da qui il cambio di rotta: il Real si concentrerà adesso sulla chiusura di tre acquisti: Hazard, Jovic e Mendy.
Il belga potrebbe essere presentato nella seconda metà del mese, mentre l’annuncio ufficiale dell’acquisto di Jovic è previsto per fine giugno. A giorni potrebbe essere invece ufficializzato l’acquisto del difensore francese dell’Olympique Lione per 55 milioni.
Tramontato, pare, Neymar, Perez punterà al ‘colpo grosso’ e il nome ricorrente è sempre quello di Mbappé, colpo difficile ma Florentino Perez, scrive ‘AS’, “non perderà la speranza fino all’ultimo giorno del mercato”. (raisport)

Le ”sensazioni positive” espresse da un sorridente Paolo Maldini sul buon esito della trattativa con Ivan Gazidis per la promozione a nuovo direttore tecnico si accompagnano all’ottimismo che filtra dai piani alti di Casa Milan ormai da diverse ore. Gli incontri tra i due proseguono serrati in sede, ”con assoluta calma” e ”in modo positivo”, verso una fumata bianca ormai scontata, per la quale, però,”non c’è alcuna fretta”.Aspettano i tifosi, compatti nel volere l’ex capitano in un ruolo di assoluto rilievo, e aspetta, soprattutto, Marco Giampaolo, prossimo alla risoluzione del contratto con la Sampdoria e in pole position per il ruolo vacante di allenatore rossonero. Una settimana cruciale per programmare le strategie sul futuro – sempre nell’ottica del ‘risanamento senza ridimensionamento’ voluto da Elliott – e incui il club attende anche l’ennesimo verdetto della Uefa per le violazioni sul Fair Play Finanziario: il Milan – che con Gattuso in panchina ha conquistato un piazzamento in Europa League – potrebbe anche vederselo sfuggire di mano, qualora i giudici della Camera Giudicante dovessero applicare la sanzione più grave, ovvero l’esclusione dalle coppe.Una casistica già applicata la scorsa estate al Milan cinese, prima del successivo colpo di spugna del Tas di Losanna, al quale il Milan potrebbe però nuovamente appellarsi. Maldini intanto continua ad essere operativo in sede e con Gazidis affronta ”tutti i temi” per stabilire un’assoluta unità di intenti e di vedute. In particolare, devono ancora definire il parco di collaboratori: Maldini vorrebbe Angelo Carbone, attuale responsabile dell’attività di base, come nuovo direttore del vivaio e inserire Billy Costacurta nell’organigramma societario, mentre per il ruolo di ds riscuotono consensi i profili Igli Tare della Lazio, Riccardo Bigon del Bologna ma anche la stessa promozione dell’attuale capo-scout Moncada.”Da parte mia – le poche parole di Maldini, intercettato fuori da Casa Milan – c’è grande disponibilità. C’è grande ottimismo che accetti? Assolutamente sì. Stiamo parlando tra noi, non è il momento di parlare all’esterno”. Un indizio lo offre però sua moglie, Adriana Fossa, applaudendo su Instagram un post che celebrava la nomina di Maldini a direttore tecnico. Poi arriverà il tempo delle scelte sul mercato, dove pare inevitabile registrare una grossa plusvalenza per finanziare le operazioni in entrata e rattoppare un bilancio che stima una nuova perdita di 100 milioni di euro: Donnarumma sembra essere il più sacrificabile, complice la presenza in rosa dell’esperto Reina e del giovane Plizzari, protagonista ai Mondiali Under 20.Il Milan dovrà poi sostituire i sei giocatori che hanno già salutato, ritoccando una difesa orfana di Abate e Zapata e con obbligati investimenti a centrocampo, dove piacciono Sensi del Sassuolo e Praet, pupillo proprio di Giampaolo alla Sampdoria. Al tecnico marchigiano Salvini domanda già ”il bel gioco”, Elliott invece gli chiederà di essere un maestro di calcio per valorizzare i giovani e tornare in alto.(raisport)

«Per noi italiani il richiamo di casa è forte. Senti che manca qualcosa. È stato un anno pesante. Comincio a sentire il peso degli amici lontani, dei genitori anziani che vedo di rado. Ma alla mia età faccio solo scelte professionali. Non potrò allenare 20 anni. È l’anagrafe a dirlo», così Maurizio Sarri, nelle ore del giallo sul suo approdo alla Juventus, parla in esclusiva a Vanity Fair (l’intervista integrale sul giornale di domani) della sua voglia di tornare in Italia dopo l’anno passato nella panchina del Chelsea, che ha portato al trionfo in Europa League.Sarri, che è cresciuto in Toscana ma che ha origini napoletane, sulle pagine di Vanity Fair risponde alle polemiche dei tifosi del Napoli, che non vorrebbero vederlo andare a una squadra rivale dopo le tre stagioni alla guida negli azzurri, e indirettamente anche al presidente De Laurentiis, con cui un anno fa non si lasciò benissimo: «I napoletani conoscono l’amore che provo per loro, ho scelto l’estero l’anno scorso per non andare in una squadra italiana. La professione può portare ad altri percorsi, non cambierà il rapporto. Fedeltà è dare il 110% nel momento in cui ci sei. Che vuol dire essere fedele? E se un giorno la società ti manda via? Che fai: resti fedele a una moglie da cui hai divorziato? L’ultima bandiera è stata Totti, in futuro ne avremo zero». Quanto alla smania di cambiamento che sta spazzando via molte panchine del nostro campionato, Sarri se la prende con «il concetto di vittoria a ogni costo. Un’estremizzazione che annebbia le menti dei tifosi e di alcuni dirigenti – cosa che mi preoccupa di più. È sport, non ha senso. Non si può essere scontenti di un secondo posto».Del leggendario sarrismo, che la Treccani ha accolto tra i neologismi come concezione del calcio ma anche come atteggiamento di sfida all’establishment, Sarri dice che «è un modo di giocare a calcio e basta. Nasce dagli schiaffi presi. L’evoluzione è figlia delle sconfitte. Non solo nel calcio. Io dopo una vittoria non so gioire. Chi vince, resta fermo nelle sue convinzioni. Una sconfitta mi segna dentro più a lungo, mi rende critico, mi sposta un passo avanti. Mio nipote mi fa leggere la pagina facebook Sarrismo e Rivoluzione. Si divertono, io sono anti-social, non ho nemmeno whatsapp».E a proposito delle sue posizioni politiche di sinistra, Maurizio Sarri spiega aVanity Fair che «nel calcio ci si schiera poco. Per non trovarsi qualcuno contro. La mia estrazione è nota. Papà era gruista all’Italsider di Bagnoli. Mio nonno era partigiano, salvò due aviatori americani abbattuti dai nazisti, li tenne in casa per due mesi. È normale che avessi certe idee, oggi la politica non mi interessa più. Vedo storie di una tristezza estrema. Da lontano l’Italia è un posto che spreca occasioni».Dei fuoriclasse – nel caso in cui dovesse allenare veramente la Juventus ne troverebbe uno di nome Cristiano Ronaldo – dice: «Esistono squadre medie di grandi giocatori o grandi squadre di giocatori medi. Io lavoro su questo. Il fuoriclasse è quello a disposizione della squadra, altrimenti è solo un bravo giocatore. Siamo pieni di palleggiatori fenomenali. Pure ai semafori. Il divertimento è contagioso se collettivo. Se ti diverti da solo, in 5 minuti arriva la noia». Della leggendaria tuta che indossa in campo: «Se la società mi imponesse di andar vestito in altro modo, dovrei accettare. A me fanno tenerezza i giovani colleghi del campionato Primavera che portano la cravatta su campi improponibili. Mi fanno tristezza, sinceramente».Delle sue superstizioni: «Ne ho meno di quelle che mi attribuiscono. Ho smesso di vestire solo di nero. Mi è rimasta l’abitudine di non mettere piede in campo, dentro le linee dico, finché la partita non è finita. Prima o poi abbandonerò pure questa: già in certi stadi le panchine son dalla parte opposta degli spogliatoi e il prato devo calpestarlo per forza. Quando cominci a vincere, le scaramanzie finiscono».(ilmattino.it)

«Altro che stupro, sono stato vittima di un’estorsione». Neymar si difende dalle accuse di violenza sessuale mosse da una giovane brasiliana e lo fa con un videomessaggio su Instagram, in cui il fuoriclasse del Paris Saint-Germain ha anche mostrato lo scambio di messaggi con la ragazza e le tante foto e video hot inviategli nel corso degli ultimi mesi.«Sono accusato di stupro, una parola pesante, forte, ma è quello che sta succedendo in questo momento. Sono rimasto sorpreso. Chi mi conosce sa chi sono e che non farei mai una cosa del genere. Ora mi si accusa di questo e ora sono qui a metterci la faccia, perché so che ogni notizia che riguarda il mio nome fa molto rumore. Quello che è successo è completamente l’opposto di quello che vene detto e per questo sono molto turbato» – spiega Neymar – «Ecco perchè ho deciso di rendere pubblica l’intera a conversazione che ho avuto con la ragazza, tutti i nostri momenti, che sono intimi, ma è necessario mostrare tutto per dimostrare che non è successo nulla. Quello che è successo quel giorno è stato un rapporto tra uomo e donna, tra quattro mura, qualcosa che succede ad ogni coppia. Il giorno dopo non è successo nulla di quello di cui vengo accusato, abbiamo continuato a scambiare messaggi».Neymar è stato accusato di aver violentato la donna lo scorso 15 maggio, ma non ci sta e respinge ogni accusa: «Mi ha chiesto un ricordo per suo figlio e stavo per prenderlo. Sono rimasto sorpreso da questo. È molto brutto, molto triste, non solo fa male a me ma a tutta la mia famiglia. Sono qui per dirvi di tutto cuore che sono molto turbato e per questo penso che ora sia il momento giusto per far conoscere a tutti cosa è successo davvero. È molto triste credere che nel mondo ci sia gente così. Ci sono persone che vogliono approfittare, estorcere e ricattare altre persone, è davvero triste, doloroso. Ma visto che mi hanno messo in questa situazione, sono qui per spiegarvi. Ecco il video che spero chiarirà tutto e che faccia giustizia. Lo rendo pubblico con molta tristezza e angoscia, ma è la conseguenza della trappola in cui sono caduto, ma che evidentemente mi servirà da lezione da qui in avanti».(ilmattino.it)


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