I tornei passati alla storia: torneo Anglo-Italiano

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Anglo-Italiano

Il Torneo Anglo-Italiano, o anche Coppa Anglo-Italiana, è un torneo inventato negli anni ’70 da Gigi Peronace, dirigente sportivo che per anni, dopo essersi trasferito in Inghilterra, ha tenuto vivi i rapporti calcistici con l’Italia. A lui si devono la maggior parte dei trasferimenti di giocatori britannici nelle squadre italiane, a partire da John Charles, fino a Liam Brady.

La prima edizione è del 1970, quando la Seria A era ancora a 16 squadre e il campionato terminava relativamente presto e infatti, il torneo si svolgeva nel mese di maggio. Partecipavano 12 squadre, 6 per nazione, suddivise in tre gironi da 4, ciascuno con due squadre inglesi e due italiane. All’interno del girone le squadre connazionali non si incontravano, pertanto ogni squadra giocava quattro partite, andata e ritorno, due in casa e due in trasferta. Oltre ai punti per il risultato, si assegnava anche un punto per ogni gol.

C’erano due distinte classifiche per nazione e al termine della fase a gironi, la miglior italiana e la miglior inglese si affrontavano nella finale, in casa di chi aveva fatto più punti. In questa prima edizione le squadre italiane sono: Napoli, Juventus, Vicenza, Roma, Fiorentina e Lazio. Alla fine della fase a gironi, è il Napoli la migliore italiana con 14 punti, frutto di due vittorie (c’erano ancora i 2 punti) e 10 gol.

La miglior inglese è invece lo Swindon Town con 13 punti; quindi finale a Napoli. Gli inglesi dominano la finale portandosi sul 3-0, mentre i tifosi del Napoli lanciano fumogeni, bengala e invadono il campo due volte. L’arbitro, l’austriaco Schiller, al 79° dice che può bastare. Il torneo viene assegnato allo Swindon Town, mentre il campo del Napoli viene squalificato per tre mesi.

Nel 1971 la formula del torneo rimane invariata. Le squadre italiane in gara sono: Bologna, Cagliari, Roma, Verona, Inter e Sampdoria. Attingendo ai miei ricordi personali, ricordo comunque che il torneo veniva affrontato con una foga eccessiva, specialmente dagli inglesi. Inoltre, ricordo arbitraggi a dir poco scandalosi e di parte; per regolamento gli arbitri italiani dirigevano le partite in Inghilterra e viceversa. Alla finale del 1971 arrivano il Bologna per l’Italia e il Blackpool per l’Inghilterra e si gioca a Bologna, grazie ai 16 punti della fase a gironi. I tempi regolamentari terminano 1-1, col Bologna che era andato in vantaggio con Pace al 32°, pareggiato dagli inglesi al 61°. Nei supplementari, gol del Blackpool al 95° che vince 2-1 e il torneo va ancora agli inglesi.

Per la prima vittoria italiana, bisogna aspettare l’edizione del 1972. Le nostre rappresentanti sono: Catanzaro, Roma, Cagliari, Atalanta, Sampdoria e Vicenza. Stessa formula degli anni precedenti, ma finale già stabilita in Italia.

Nella fase a gironi, fra le squadre inglesi, dominano i campioni uscenti del Blackpool che terminano con quattro vittorie e ben 18 gol segnati, per un totale di 26 punti, record del torneo. Per quanto riguarda le italiane, duello a distanza fra Roma e Atalanta; alla fine la spuntano i giallorossi per un solo punto, grazie a un gol segnato in più.

Entrambe avevano terminato il girone con due vittorie, un pareggio e una sconfitta, ma la Roma aveva segnato 9 gol e l’Atalanta 8. Finale all’Olimpico e Roma che domina la partita, portando a casa il torneo con un 3-1 finale; marcatori Cappellini, Scaratti e Zigoni. Da sottolineare che in questa edizione viene sperimentata una speciale regola del fuorigioco.

La regola prevedeva che il fuorigioco scattasse solo negli ultimi 16 metri e per questo erano state tracciate delle linee che prolungavano quella del limite dell’area, fino ad incrociare quella del fallo laterale. Questa regola non ha poi avuto seguito.

L’edizione del 1973 è l’ultima a cui partecipano le squadre di Serie A. La partecipazione si allarga a 16 squadre, divise in due gironi di 8, con 4 italiane e quattro inglesi. Le partite sono sempre quattro per squadra; si gioca contro quelle dell’altra nazione del proprio girone. Ci sono due novità. Al termine della prima fase, le due vincenti dei gironi della stessa nazione si incontrano in semifinale con andata e ritorno e quindi per la prima volta nella storia del torneo ci si incontra fra squadre connazionali.

La seconda novità riguarda l’abolizione del punto per ogni gol. Anche in quell’anno si stabilisce che la finale sarà in Italia. Per quanto riguarda le italiane, nel primo girone si trovano Fiorentina, Lazio, Verona e Bari, mentre nel secondo abbiamo Bologna, Torino, Roma e Como.

Le migliori italiane alla fine sono Bologna e Fiorentina che quindi si affrontano in semifinale. A Firenze è 1-1, con gol di Nevio Scala per la Fiorentina e Beppe Savoldi per il Bologna. A Bologna la Fiorentina fa l’impresa andando a vincere 2-1 con gol di Caso e Clerici, a cui risponde Ghetti. I viola ospitano quindi la finale del torneo e l’avversario è il Newcastle.

La squadra allenata da Nils Liedholm, però soccombe 2-1 e per la cronaca il gol dei viola lo segna Clerici. Una curiosità: nella partita della prima fase fra Verona e Manchester United, gli spettatori del Bentegodi assistono all’ultima partita della carriera di Bobby Charlton, che in quell’occasione segna due gol, contribuendo alla vittoria per 4-1.

Nel 1974 il torneo non si disputa per la concomitanza dei Mondiali, mentre nel 1975 non viene disputato per problemi organizzativi. Dal 1976 si riparte, ma stavolta con le squadre semiprofessionistiche. All’epoca esisteva questa categoria ibrida che in Italia corrispondeva all’attuale Serie C.

In questo periodo storico del torneo si assiste al dominio delle squadre italiane su quelle inglesi. Nelle 11 edizioni disputate fra il 1976 e il 1986, solo una volta una squadra inglese ha prevalso: il Sutton United nel 1979. Nelle altre dieci edizioni, si registrano due vittorie consecutive del Modena (1981 e 1982) che è anche l’unica squadra plurivincitrice nella storia del torneo.

Una vittoria ciascuno poi per Monza, Lecco, Udinese, Triestina, Cosenza, Francavilla, Pontedera e Piacenza. L’edizione del 1976 è il primo torneo internazionale in cui vengono assegnati i tre punti per vittoria, sebbene solo come esperimento. In questi anni il torneo assume diverse denominazioni, a seconda dello sponsor del momento. Con la morte dell’ideatore Gigi Peronace, avvenuta nel 1980, il torneo viene a lui dedicato e diventa Memorial Gigi Peronace.

Quanto alla formula, le prime tre edizioni sono state disputate da sei squadre per nazione, dal 1979 al 1981 da quattro squadre per nazione, dal 1982 al 1986 da sole due squadre per nazione, con la formula della Final Four. Dal momento che in semifinale si incontravano una squadra italiana e una inglese, poteva succedere che la finale fosse tutta italiana o tutta inglese. Questa seconda ipotesi non si è mai verificata, mentre le finali tutte italiane sono state ben quattro consecutive, dal 1983 al 1986.

Nel 1985 la tragedia dell’Heysel porta all’ostracismo verso le squadre inglesi, pertanto il torneo subisce un lungo stop. L’ultima fase, prima della sua definitiva soppressione, inizia nella stagione 1992-93. Il torneo viene riservato alle squadre di Serie B, per cui si torna a giocare a livello professionistico.

Le squadre sono otto per nazione, divise in due gironi con quattro italiane e quattro inglesi. Le prime di ogni nazione nei due gruppi disputano la semifinale, di modo che la finale risulta essere sempre fra un’italiana e un’inglese. In quella stagione, la Cremonese, allenata da Gigi Simoni, dopo aver sconfitto il Bari in semifinale, vince la finale contro il Derby County per 3-1, nello scenario prestigioso dello stadio di Wembley.

Nella stagione successiva, 1993-94, arrivano in semifinale Brescia e Pescara. I lombardi hanno ragione degli abruzzesi, grazie a due gol in trasferta: all’andata 1-0 per il Brescia, al ritorno 3-2 per il Pescara. Nella finale il Brescia batte il Notts County per 1-0, sempre a Wembley, con gol di Ambrosetti.

La stagione 1994-95 vede l’ultima vittoria inglese. Lo stesso Notts County vince il titolo, battendo in finale l’Ascoli per 2-1. Ricordo che di questa partita non era prevista la telecronaca, né in Italia, né in Inghilterra, ma solo la radiocronaca, con collegamenti sporadici durante ‘Tutto il calcio minuto per minuto’.

Questo dà l’idea dell’interesse per questo torneo, evidentemente arrivato alla frutta. Per inciso l’Ascoli si era qualificato per la finale, prevalendo nel derby con l’Ancona, grazie ai gol in trasferta. E si arriva così all’ultima edizione, quella della stagione 1995-96. In questa edizione viene aggiunta una fase nazionale, prima della finale. Vengono disputate due semifinali in gara secca all’interno di ciascuna nazione e una finale nazionale con andata e ritorno.

Le due semifinali italiane sono appannaggio del Cesena sul Foggia e del Genoa sulla Salernitana, in entrambi i casi ai rigori. La finale fra Genoa e Cesena è dominata dai rossoblù che vincono 4-0 in terra di Romagna e 1-0 in casa. Nella finale di Wembley, il Genoa, allenato da Gaetano Salvemini, batte nettamente il Port Vale, con il risultato di 5-2, con tripletta di Ruotolo e gol di Galante e Montella. È il canto del cigno del Torneo Anglo-Italiano.

Il disinteresse dei media, la difficile collocazione temporale e il fatto che le squadre affrontassero le partite imbottite di riserve, mette la parola fine a questa storia. Complessivamente le squadre italiane hanno vinto 14 volte, contro le 5 delle squadre inglesi.


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