Italia-Ucraina 1-1
Di Alessandro LugliFinisce in parità l’amichevole tra Italia e Ucraina, che allo stadio Marassi di Genova pareggiano 1-1. Gli azzurri dominano nel primo tempo però non trovano il gol anche grazie alle ottime parate di Pyatov. Nella ripresa, al 55′, Bernardeschi realizza il vantaggio di sinistro ma la nazionale di Shevchenko trova presto il pari con Malinovskyi, bravo a girare in rete di sinistro (62′).
Minuto 43, tutti fermi in campo per rendere omaggio alla memoria delle quarantatre vittime del crollo del ponte Morandi: e’ il gesto di Italia e Ucraina, impegnate in un’amichevole al Ferraris di Genova. Sul maxischermo e’ comparsa la scritta “Genova nel cuore”, i 10 mila spettatori hanno cominciato ad applaudire e dietro di loro anche i 22 giocatori i campo e le panchine, in piedi. Dopo circa un minuto, la partita e’ ricominciata.
“Non ci gira cosi’ bene, avremmo meritato di fare un paio di gol”. Cosi’ il ct azzurro Roberto Mancini, dai microfoni di RaiSport, dopo il fischio finale di Italia-Ucraina. “Dovevamo fare un paio di reti – insiste Mancini -, dobbiamo migliorare su quest’aspetto e continuare su questa strada. Bisogna essere piu’ incisivi e far gol. Quando si cominciano a fare 4-5 cambi diventa una partita problematica, abbiamo spinto fino alla fine, concedendo qualcosa, ma la gara e’ stata buona”.
“Stasera ho visto una grande Italia, ma dispiace non aver vinto: lo avremmo meritato”: lo dice Federico Bernardeschi, autore del gol nell’1-1 con l’Ucraina. “Abbiamo giocato a calcio, ci siamo divertiti – ha detto l’attaccante azzurro a RaiSport – Ho visto un’Italia cresciuta, ma ci manca ancora la concretezza. Dobbiamo continuare cosi’, le idee di Mancini sono giuste”. Quanto al pari di stasera, “dispiace davvero: abbiamo avuto tante occasioni sin dal primo tempo, loro al primo tiro hanno pareggiato”.
La Nostra Nazionale, non vince da una vita, perchè non ci sono più i grandi campioni di un tempo. Credo che questa “valanga” di stranieri abbia impoverito i nostri vivai. Ormai è raro trovare più di un paio di italiani nei nostri club. A risentirne è, logicamente, la Nazionale italiana. Ecco perchè non abbiamo preso parte al mondiale russo e rischiamo la serie B internazionale. Perchè non abbiamo più campioni: non ne nascono più. Ormai le nostre società acquistano solo all’estero, impoverendo cosi i nostri vivai. E’ uno sfregio all’italianità, e alla nostra cultura sportiva. Ma nessuno dice niente: a pochi interessa della Nazionale. Ricordo quando vinse lo scudetto il Napoli. Il primo storico scudetto del 1986-87. Come straniero c’era solo un certo Diego Maradona, poi tutti calciatori italiani dei quali otto-nove campani. Adesso, invece, in ogni squadra ci sono su 22 giocatori minimo 18 stranieri. Come possiamo fare bene a livello di Nazionale? Poi diamo la colpa a Ventura (quando era lui il selezionatore). Anche Mancini, pur essendo bravissimo, non può far miracoli. Questa per me è la verità. Bisognerebbe tornare con uno, al massimo due, stranieri per squadra. Quando nel 1982, l’Italia di Bearzot, vinse il suo terzo mondiale, le frontiere erano chiuse, e cosi crescevano campioni. E cosi siamo riusciti a vincere.
Se non si cambia rotta, il calcio italiano, rischia di essere estromesso a livello di Nazionale, dalle grandi kermesse iridate, per molti anni.
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