Il coraggio di Roberto

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Era il 14 maggio del 2018 quando Roberto Mancini diventò ufficialmente il commissario tecnico della Nazionale Italiana. Era una Nazionale che viveva il peggior periodo della sua storia, che aveva toccato il fondo con la mancata qualificazione al Mondiale in Russia con Giampiero Ventura in panchina. Mancini non fu accolto in maniera del tutto positiva; infatti, visti i suoi trascorsi in squadre formate perlopiù da giocatori esperti e di un certo calibro, non sembrava il profilo migliore per guidare una Nazionale che aveva bisogno di un rinnovo generazionale e che di certo non abbondava di talento. Mancini ci ha messo però davvero poco a far ricredere i suoi detrattori, dimostrando di essere non solo un buon gestore di spogliatoio (come poteva sembrare nelle sue avventure all’Inter e al Manchester City), ma molto, molto di più.

Roberto Mancini ha dato un’impronta di gioco spettacolare agli azzurri, riuscendo in un’impresa fallita anche a un guru del calcio italiano come Arrigo Sacchi. L’Italia, infatti, per la prima volta nella sua storia, tenta di comandare il gioco per tutti i 90 minuti, con un possesso palla e un pressing che strema gli avversari fino a farli capitolare spesso a suon di gol. Riuscire a fare questo in una Nazionale non è mai semplice visto il poco tempo a disposizione dei selezionatori. Lo è ancor di più in Italia, un Paese poco abituato a vedere la propria squadra giocare in maniera così spavalda.

Mancini, però, non ha avuto paura. Ha portato avanti le proprie idee con tanto coraggio, facendo alcune scelte ritenute avventate dai più, ma che hanno sempre dato ragione al nostro CT. Ha dato piena fiducia a ragazzi che ancora non militavano in grandi club (Barella e Sensi), ha convocato un ragazzo che non aveva nemmeno debuttato in Prima Squadra (Zaniolo), tutto questo con il pieno appoggio dei senatori (Bonucci, Chiellini, Insigne, Verratti). Si tratta, forse, del primo allenatore nella storia di una Nazionale blasonata a valorizzare i giocatori ancor più di quanto avviene nei rispettivi club.

I record messi a segno sono molteplici, e la speranza è di continuare al meglio in questi campionati europei. Il 3-0 rifilato alla Turchia (a proposito, prima volta che l’Italia segna tre reti in una fase finale di un europeo) è di buon auspicio. Mancini aveva tutto da perdere, ha corso un rischio enorme con la sua spregiudicatezza. Ma il suo coraggio ci ha portato a diventare una delle squadre favorite a Euro2020, un vero miracolo sportivo. Roberto, te lo chiedono gli italiani, qualsiasi cosa accada, continua a non avere paura.


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